venerdì 18 giugno 2010

Rotonde in gusto minimal-chic

Sono andato a rileggermi un articolo apparso sul mensile d’informazione della Città di Chiari - Chiari News - nel luglio del 2006.
E’ l’apologia delle rotonde “fra le più belle del mondo”. Le parole sono un inno al sampietrino, l’elegia del blocchetto di porfido, l’ode al bolognino: “l'acciottolato riprende il movimento circolare della rotatoria attraverso fasce concentriche in contrasto di colore, dal porfido scuro al porfido rosso alla ghiaia bianca, fino all'occhiello centrale luminoso”. Non sentite anche voi accapponarsi la pelle di fronte a questa lirica? Brrr!
Nel pezzo è contenuta anche un’intervista all’arch. Aldo Maifreni, dirigente del Settore Territorio. Il discorso tenuto è alto, quasi da compendio urbanistico: “La città ha bisogno di un linguaggio urbanistico nuovo, secondo un alfabeto ben preciso che si innesti nel vissuto architettonico stratificato dal passato ad oggi”.
Quello che però è più interessante è contenuto nella seconda parte dell’intervista, dove sono sviluppati alcuni concetti che forse ci possono dare una spiegazione dei malanni che affliggono le nostre “belle” rotonde. Sentite: “Il pavé in porfido è posato con pazienza dalle mani dell'uomo. E' la tecnica costruttiva che in assoluto permette di assorbire le forze orizzontali dovute ad accelerazione e frenata. Una resina particolarmente tenace, unica novità rispetto alla tecnica tradizionale, stabilizza i giunti tra concio e concio e permette una facile pulizia con mezzi meccanici altrimenti non utilizzabili. La resina utilizzata, inoltre, si è rivelata determinante nei tempi di realizzazione delle rotonde: 24 ore dalla posa e sono subito praticabili, eliminando così i venti giorni di solito necessari per l'assestamento delle sabbie cementizie normalmente utilizzate. Sono stati pertanto dimezzati i tempi di realizzazione e ottimizzati i rendimenti”.
Com’è facile arguire, le cause dei guai delle rotonde forse stanno nella particolare tecnica usata per realizzarle. Tecnica approvata dall’Arch. Maifreni e da lui stesso magnificata. Aggiungiamo che i problemi più vistosi li evidenziano quelle rotonde dove il traffico, specie quello pesante, è più intenso. Quindi se oggi abbiamo "le più belle buche del mondo” non è tanto perchè il lavoro è stato fatto male, ma piuttosto perchè in quei “punti strategici” non andavano fatte rotonde in porfido e con quella tecnica. Noi, umili “acconciatori” di parole l’avevamo detto sin dall’inizio. E’ grave che politici e dirigenti comunali non l’abbiano capito e continuano ancora a non capirlo. Così oltre ai soldi per rimettere a posto le nostre rotonde spenderemo anche i soldi per le parcelle degli avvocati. Alè!!!!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma l'esperto che ha scelto poi di far fare le rotonde in porfido, chi è? Qual'è il suo nome? Non ha mai notato che laddove vengono fatte (intendo dove fatte bene), non vi è transito di automobili? Guardate in palazzina quando possano gli autobus, passan (o meglio son costretti a passare) su cordoli e marciapiedi perchè i geni che le han calcolate non han tenuto presente di questi passaggi.

Massimiliano Bettoni

Anonimo ha detto...

Quello che più impressiona di questa Amministrazione è che ci rifilano delle incredibili bufale, spacciandole per straordinari risultati.

Anonimo ha detto...

Peccato che l'alfabeto abbia perso qualche pezzo e il "liguaggio urbanistico nuovo" si sia trasformato in un discorso privo di senso.

Anonimo ha detto...

Be qui il problema non è il porfido. Ricordo a tutti che ci sono ancora delle strade costruire dagli antichi romani in porfido che vengono quotidianamente attraversate da migliaia di autoveicoli da qualche secolo... e sono ancora li belle ( e scomode ) come il sole.
Qui si è tratta invece di ignoranza e di imperizia. Ora chi ha commesso l'errore deve pagare di tasca sua. Ed il dirigente comunale licenziato in tronco.
Ma siamo in Italia e tutto finirà come sempre a taralucci e vino ed a noi il solito conto da pagare.

Anonimo ha detto...

Al 90% dei clarensi di ste cose non gliene frega un cazzo, per questo sprofonderemo sempre di + nella melma.