venerdì 13 agosto 2010

Mazzatorta-Robespierre

Rimozione del cantiere del Polo della Cultura
Lo smantellamento del cantiere di viale Mazzini è la pietra tombale posta sul cadavere del pretenzioso progetto del Polo della Cultura che avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della Giunta Mazzatorta, l’opera più significativa del suo programma. Aver tolto il cantiere però non risolve i problemi.
Innanzitutto l’atto di forza di lunedì 9 agosto e la procedura seguita, dà adito a molti dubbi. Forse sarebbe stato meglio adottare un’ Ordinanza del Sindaco motivata da ragioni urgenti di ordine pubblico e di tutela dell’incolumità dei cittadini, che non attuare un blitz sulla base della semplice diffida di rimuovere il cantiere indirizzata ad Eleca nei giorni scorsi. Speriamo che gli uomini del Comune abbiano ragione. Non vorremmo che questo fosse l’ultimo degli atti assunti in modo improvvido da questa Amministrazione e che potrebbe costare caro nel contenzioso appena avviato con Eleca.
In attesa di vedere come si svilupperanno le cose, torniamo al Consiglio Comunale del 12 luglio scorso.
Il Sindaco di Chiari
Sen. Mazzatorta
La cosa che fa più sorridere dell’intervento di Mazzatorta è la sua patetica e incomprensibile ricerca di un responsabile della disfatta. Se il Polo della Cultura è affondato in un mare di roventi polemiche, il responsabile non è lui e la sua giunta, no, i responsabili sono altri. L’esasperato egocentrismo di questo sindaco non ammette autocritica. Pertanto se c’è stato un fiasco, un fallimento, una sconfitta la responsabilità deve essere trovata altrove. E chi è questa mente perversa che ha mandato a picco il grandioso progetto che avrebbe dato a Chiari il più importante e suggestivo contenitore degli ultimi 50 anni?
Il Consigliere del PD Federico Lorini
Naturalmente il principale responsabile è il Consigliere del PD Federico Lorini, l’insana ossessione del sindaco. Egli con i suoi InformaChiari, con le sue clamorose bugie ha insinuato nella popolazione di Chiari il sospetto che non si trattasse tanto di un polo culturale, ma di un polo commerciale. Non solo. Ha anche avuto l’ardire di affermare che ad Eleca veniva concessa l’area gratuitamente per 90 anni, che la stessa aveva la possibilità di costruire 8000 mq. di superfici commerciali, 2000 mq. di box auto privati, l’esonero dal pagamento di tutti gli oneri di urbanizzazione, la riscossione per ben 30 anni del corrispettivo di 720 posti auto a pagamento, la riscossione di 1 milione di euro a fondo perduto. Bugie, bugie, solo bugie? La convenzione sottoscritta il 6 dicembre 2007 è lì ad attestare che invece le cose stanno proprio così. Le presunte bugie coincidono esattamente con il testo della convenzione.
Oriana Marella
Ma non c’è stato solo Lorini. Prima di lui e in modo ancor più infido perchè operava dall’interno, c’era l’ex assessore Oriana Marella, pardon, la mamma di Vizzardi. E sì. Nel suo forsennato raptus polemico, il senatore sindaco si è lasciato andare ad atteggiamenti che definire poco fini è un eufemismo. L’ex assessore alla pubblica istruzione del Comune di Chiari non è mai la signora Oriana Marella. No, è la mamma di Vizzardi. Non fosse abbastanza sgradevole questo atteggiamento che tende a considerare una persona solo in quanto parente di qualcuno, il sindaco ci mette anche dell’altro parlando spesso di Oriana Marella in modo del tutto irriguardoso.
Ma non è finita. La furia polemica investe in modo improvvido anche intimi familiari del Consigliere Lorini, accusato di essere il meno adatto a dare patenti di moralità in quanto portatore, al tempo del suo assessorato, di un supposto conflitto di interessi. Certo che bisogna aver perso la testa per mettere in mezzo a questa storia la figlia di Lorini! Ma tant’è, la contesa fra i due ha origine antica e si arricchisce ogni giorno di nuovi e più interessanti episodi: “Lei era il dominus della politica urbanistica a Chiari. Nel suo ufficetto lassù al terzo piano si arrivava col cappello in mano”. Sempre meglio il cappello in mano che qualche altra cosa, no?
Comunque l’apoteosi si raggiunge con una frase dalla chiara valenza intimidatoria “...ho fatto l’avvocato, Lorini, in un periodo in cui dall’avvocato Mazzatorta venivano tante persone. Stia attento, che qualche cliente lo possiamo ritirare fuori”.
Siamo certi che il Consigliere Lorini, al quale rinnoviamo la nostra stima, se ne farà un baffo delle minacce del sindaco e continuerà a fare serenamente e caparbiamente il suo lavoro di controllo e proposta nel Consiglio Comunale e fuori.
Ma perchè tanta pervicacia da parte del Pd, di Lorini, della Marella, di Vizzardi ecc. ecc. ecc.?  Il motivo è chiaro. Il Polo della Cultura rappesentava il simbolo della rivoluzione di Mazzatorta”, un “totem da abbattere”. Bene, bravo, bis!
“Il Polo della Cultura era un progetto da abbattere perchè avrebbe portato Chiari a non essere più un paese, ma qualcosa di più importante”. Non c’è niente da fare, occorre essere dei fini politici per capire che le rivoluzioni passano anche dalla realizzazione di piccole sale cinematografiche. Noi, caspita, non ci avevamo proprio pensato!
E chi è che si prodigato per fermare questa grandiosa rivoluzione? Ma naturalmente “la conservazione, i reazionari” che non riescono a capire il rivoluzionario progetto che ha in mente Mazzatorta-Robespierre, progetto per realizzare il quale non ha badato a spese. E poichè questa rivoluzione il povero Mazzatorta R. l’ha persa, eccolo pronto a mettere la testa sul ceppo, a fare da capro espiatorio. “volete tagliarmi la testa? Guardate io non ho problemi, volentieri mi faccio da parte”
Naah! Ci credete voi? Io manco un po’.
Il nostro non è uno che si fa mettere i piedi addosso facilmente. E poi c’è il seggio senatorio da difendere. Non pensiate che siano tanto teneri dalle parti di via Bellerio a Milano. Mollare l’osso di sindaco equivarrebbe a una stroncatura sicura anche da senatore. State tranquilli, ce lo terremo sino alla fine.
D’altra parte nel suo discorso per ben otto volte ha detto di assumere sulle sue spalle la responsabilità politica di quanto accaduto. Cosa vuol dire assumersi le responsabilità se poi non se ne traggono le conseguenze? Questo era il progetto più importante del suo mandato, il punto più alto della sua politica amministrativa, rappresentava quello che con parole magniloquenti ha definito la sua “rivoluzione”. Bene, la rivoluzione è stata persa e la conseguenza dovrebbe essere solo una: la sua uscita di scena. Non farlo significa parlare al vento e dimostrare che “l’uomo del fare” si è convertito rapidamente ai bizantinismi della politica politicante.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

commoventi e patetici !

vi brucia proprio tanto ?

LO SCANNA ha detto...

A me più che Robespierre il Mazza mi sembra Tayllerand...
In realtà il personaggio storico che più somiglia al nostro, dal mio punto di vista, è sicuramente MacMahon.
Annibale Scannagatti

PS Il commento sulla pateticità è un pochetto fuori di testa, dopo un articolo dove si citano addirittura intimidazioni che paiono di altre latitudini, ma si sa, in questo paese berlusconlegaiolo il problema è chi indica il guaio, non il guaio stesso...

Anonimo ha detto...

Per diventare Senatore in fretta e furia non poteva che cercare in tutti i modi di gettare fumo negli occhi dei cittadini ma sopratutto dei leaders del suo partito. Ma per fortuna la lega ha i suoi anticorpi e sicuramente prenderanno dei provvedimenti.
Speriamo che anche i cittadini non abbiano perso del tutto la ragione.
Altrochè invidiosi. Siamo diventati la barzelletta della provincia di Brescia...