mercoledì 13 ottobre 2010

Adro: ovvero quando la politica diventa barzelletta

In questa Italia segnata dal marchio berlusconiano e leghista, spesso la politica diventa barzelletta.
Guardate Adro
Il sindaco Oscar Lancini e la sua Giunta avevano realizzato un polo scolastico, considerato da molti bello e funzionale. Cosa c’è di meglio per un sindaco che concretizzare qualcosa di utile per la sua città? Per questi signori invece non basta. Bisogna sempre esagerare. 
Nel caso concreto non solo si cambia il nome alla scuola (intestata prima agli eroi risorgimentali fratelli Dandolo), ma la si marchia con simboli leghisti. Banchi, lavagne, cattedre, finestre, porte, zerbini, posacenere, ogni cosa ha impresso il celtico sole delle alpi, assunto dalla Lega come simbolo di partito. Non abbiamo notizie sui bagni, ma certo è che financo i cestini dei rifiuti riportano il simbolo leghista, segno che a questa gente manca perfino il senso del ridicolo. Affinché l’emblema sia visibile anche dai naviganti che solcano i  cieli padani,  un grande simbolo viene dipinto perfino sul tetto dell’edificio. Pensate a quali livelli di insulsaggine si può arrivare quando a guidarci non è la ragione, ma una cieca ideologia.
Risultato? Nessuno parla più della scuola, ma tutti discutono animatamente di questa scelta stupida e bizzarra, chiedendo a viva voce la rimozione dei simboli.
Il sindaco risponde piccato che non ci pensa minimamente. Perché così è stato deciso da lui, eletto dal popolo, e perché quello è un simbolo che trova le sue origini nell’antica storia dei popoli del nord.
Ora, cosa si direbbe se in qualche luogo di questo Paese un sindaco di fede comunista, si sognasse di marchiare una scuola con la falce e il martello? Anche quelli sono simboli antichi, ma è a tutti chiaro che la falce e il martello rappresentano un simbolo di partito. E se a un sindaco del Pd passasse per la mente di marchiare muri e arredi di una scuola con il simbolo della bandiera italiana con un piccolo rametto di ulivo sotto? Volete forse dire che la bandiera italiana non è il simbolo della nostra nazione? Che il rametto di ulivo non è un simbolo di pace?  Ma a nessun sindaco del Pd passerebbe per la mente un’idea così  stravagante. E se anche per ipotesi estrema capitasse, troverebbe subito la fiera opposizione dei cittadini, anche quelli di fede democratica.
Invece questi leghisti, da quando esistono come partito, hanno pensato che per divulgare meglio il proprio credo fosse necessario segnare il territorio con i loro simboli. Ormai ve li trovate da tutte le parti: lampioni, bidoni, muri, plance, vetrine, treni,  autobus, scale mobili, cessi ecc. Ci hanno preso tanto gusto che vorrebbero marchiare con il loro simbolo tutto quello che i loro amministratori fanno. Un po’ come avveniva nel ventennio fascista dove tutte le opere pubbliche recavano il simbolo del fascio littorio.
Contro questa decisione bislacca c’è stata la rivolta di una parte del paese di Adro, di una parte della provincia, di quasi tutti i giornali,  riviste, siti e blog di questo mondo, c’è stato il richiamo del Presidente della Repubblica, c’è stato il pronunciamento di quasi tutti i partiti, c’è stata perfino la raccomandazione del Ministro Gelmini, ma non c’è stato niente da fare. Il Sindaco Lancini è irremovibile. Lui non risponde alle leggi, risponde al suo capo, il senatore Bossi. Uno che, come sapete, ha forte il senso dello Stato.
Oggi siamo al grottesco.
In un paese normale, dopo aver inviato al sindaco l’invito a rimuovere tutti i simboli, il Ministro della Pubblica Istruzione avrebbe interessato il Ministro dell’Interno perché a sua volta interessasse il Prefetto perché questi controllasse la puntuale applicazione di quanto disposto dal Ministro. 
Qui invece hanno tutti traccheggiato. Ha traccheggiato la Gelmini, ha traccheggiato Maroni, ha traccheggiato il Prefetto, mentre Bossi si è limitato a dire che “Beh, sarebbe bastato solo un simbolo, non era poi tanto necessario metterne 700”.
Vista la formidabile prontezza di riflessi dei nostri politici , la patata bollente dal fuoco l’ha dovuta togliere il preside della scuola.   Confortato da una lettera ricevuta dal dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale e dalle decisioni prese all’unanimità dal Consiglio d’Istituto Straordinario, ha disposto la rimozione dei simboli o la loro copertura.
La reazione di Lancini è stata veemente “Vi denuncio tutti e poi ripristino i simboli” pare abbia detto. Su queste cose l’unico che può decidere sono io. Nessuno può impormi niente. Né il Presidente della Repubblica, né il Ministro né la Regione. Io sono stato eletto dal popolo. Qui comando io.
Il problema è proprio qui. Questi signori leghisti fanno fatica a capire che sono lì non per comandare ma per amministrare nell’interesse della città e del Paese.
La falsa idea della democrazia che ha Berlusconi, ha indotto molti a pensare che basti il mandato popolare per autorizzare gli eletti a fare qualsiasi cosa. Anche contro le leggi e il buon senso.
Se procederanno di questo passo, la politica continuerà ad essere barzelletta da avanspettacolo e noi faremo fatica a diventare un paese veramente serio e affidabile.

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Il sindaco di Adro dovrebbe mettersi la coda fra le gambe e darsi una calmata. La sua ostinazione non fa bene alla Lega di cui vuol essere paladino, poichè tutta l'Italia lo addita ad esempio del "leghista tipo". Tanti sindaci o amministratori leghisti ci sono in giro ed alcuni molto bravi, come del resto lo stesso ragionamento può valere per altre compagini politiche. Purtroppo Lancini invece di essere ricordato come l'amministratore che in otto mesi ha messo su un istituto scolastico senza chiedere un tolino allo Stato, sarà ricordato come l'idiota del "sole delle Alpi". Badi bene, anche il "Trota" gli ha detto di smetterla!

Anonimo ha detto...

Pur simpatizzando per la Lega, mi spiace constatare che il sindaco di Adro, se da una parte nella gestione "mensa" poteva avere ragione, sbagliando i modi ma non la linea di principio, ora sta deragliando come un treno impazzito. Se come dice lui in pochi mesi è stato realizzato un nuovo plesso scolastico senza contributi dallo Stato, bene, bravo. Passi poi intitolare il plesso a Miglio, ma il "Sole delle Alpi" è una cazzata gigantesca. Certo, il Lancini ha ottenuto visibilità mediatica, nel bene o nel male si è fatto una gran pubblicità, qualche ottuso elettore lo osannerà, ma in generale sta facendo un danno enorme all'immagine del suo movimento, tanto che nessuno lo difende e qualcuno gli dice anche di smetterla. La Lega non ha bisogno di "prime donne" ma di gente seria che tenti di rimettere in rotta uno Stato sfasciato dalle politiche dissennate degli ultimi venti-trent'anni. Ad Adro non è così......e anche a Chiari si potrebbe fare meglio!!.
Leghista Moderato.

Anonimo ha detto...

Se non smette, evidente alla Lega va bene così. Altrimenti basterebbe che il Bossi alzasse il telefono e dicesse "Ehi Oscar, se non smetti di fare il pirla vengo lì e ti faccio un mazzo così". L'Oscar smetterebbe in un secondo.

Anonimo ha detto...

Chi ci dice che Bossi non abbia già richiamato all'ordine l'Oscar. I retroscena non vengono pubblicati sui giornali o inseriti nei TG. La mia personale impressione è che l'Oscar, avendo ricevuto i voti dei cittadini, si ritenga erroneamente autorizzato a fare quello che gli pare, soprattutto non accetta di ammettere di aver sbagliato per non perdere la faccia. Doppiamente pirla, come quelli che dicono che le rotonde vanno bene così e non ammettono che sono meglio se realizzate con l'asfalto.

Anonimo ha detto...

Lancini, sei proprio "de coccio"!

Anonimo ha detto...

Lancini dice "Io non chiedo l'appoggio della Lega, ma so che il movimento è con me, tanto che, più di una volta mi hanno chiesto di fare manifestazioni in risposta a tutto ciò che è accaduto in questo mese".
Se quello che dice Lancini è vero c'è, da parte della Lega, un atteggiamento ambiguo e ipocrita.

Anonimo ha detto...

Renzo Bossi dice "Nelle scuole i simboli politici non devono entrare". Lancini ribatte:
"Voi non capite come funziona nella Lega".
Come funziona nella Lega, che si dice una cosa e si pensa l'esatto opposto?

Anonimo ha detto...

Bossi junior non dice e non fà cose che non corrispondano con il pensiero di Bossi senior. Se il sindaco di Adro dice che la Lega è con lui, probabilmente si riferisce alla Lega di Adro che lo appoggia. Non è questione di non capire come funziona la Lega, il problema è capire le manie di un sindaco che stà screditando tutti gli altri.

Anonimo ha detto...

L'accoppiata M & M della Lega di Chiari non è molto diversa dal Lancini. Fortunatamente non si sono ancora messi ad appiccicare il Sole delle Alpi sulle rotonde.
Però potrebbero colorare lo sfondo delle strisce pedonali di verde. HAHAHAHAHA...

Anonimo ha detto...

il Liceo E. Curiel di via Durer, a Padova, è stato intenzionalmente progettato e realizzato in forma di falce e martello. Lo facciamo demolire? Perchè nessuno dice nulla?????

Anonimo ha detto...

articolo di lunedì 04 ottobre 2010
E allora via anche il liceo a forma di falce e martello
di Paolo Granzotto
Egregio dottor Granzotto, in merito all’esternazione del nostro Presidente Napolitano sui simboli della Padania nella scuola di Adro, la informo che il Liceo E. Curiel di via Durer, a Padova, è stato intenzionalmente progettato e realizzato in forma di falce e martello. Lo facciamo demolire? Distinti salutimi.
Ma è vero! Hai capito, l’architetto birichino: visto dall’alto il liceo padovano è sul serio a forma di falce e martello. Lì per lì incredulo, sono andato a vedermelo su Google Maps e quel che si vede conferma ciò che mi scrive, caro Silvano. D’altronde quel liceo prende il nome da un partigiano iscritto al Partito comunista e direttore dell’Unità clandestina, «un esempio preciso, e purtroppo raro nel nostro paese - si legge nel tazebao digitale dell’istituto - di intellettuale che mette la sua cultura e la sua formazione esclusivamente al servizio della conoscenza e della lotta per la trasformazione sociale». Con questi presupposti architettonici e onomastici il “Curiel” non poteva che assicurare agli studenti «pari opportunità di promozione culturale e sociale nel rispetto dell’identità di genere, razza, religione e condizione economica» fermo restando, va da sé, che in quel liceo «le differenze e le diverse identità sono considerate una ricchezza e un’irripetibile occasione di educazione al confronto e ai valori della convivenza civile».
Magnifico. Resta, però, la faccenda imbarazzante della simbologia. E se il Sole delle Alpi (o Rosa carolingia o Rosa dei pastori) è un simbolo, figuriamoci se non lo è la Falce e il martello, noto marchio del comunismo e dei partiti comunisti, quello italiano ovviamente compreso. Pertanto si pone un problema (una «problematica», direbbero al “Curiel”) serio assai: il presidente Napolitano non si disse convinto che nessun simbolo identificabile con una parte politica possa sostituire in sede pubblica quelli della nazione e dello Stato? Quand’è così, ed è senz’altro così, non ci son santi: rimossi i simboli che costellavano la scuola di Adro, va rimosso anche quello, mastodontico, del liceo padovano.
Non credo ci sia qualcuno solleverà obiezioni, ma tanto per dare una mano ai dubbiosi mi lusingo di ricordar loro che la falce e il martello è anche nel collimatore dell’Europa, e scusate se è poco. Al Parlamento europeo giace infatti una iniziativa per metterlo al bando e ancorché l’appello si sia impantanato nelle eurolandiche paludi burocratiche, restano vive le ragioni dell’istanza (i milioni di innocenti morti ammazzati per mano comunista), assai più convincenti di quelle sollevate per impedire che il Sole delle Alpi sia di scandalo ai bimbi del polo scolastico in Franciacorta. Resta solo da vedere quale possa essere il modus operandi. Ovvero come procedere per far giustizia. Demolire l’edificio mi par troppo. Ciò significherebbe fare di baldi giovani educati al «confronto» dei senzatetto. Non va. E allora? Raddrizzare la falce con un opportuno intervento architettonico? Svirgolare il martello? Visto l’interesse, l’indignazione e il clamore che hanno accompagnato le richieste di pronta azione riparatrice per la scuola di Adro e i suoi simbolucci, v’è la certezza che chi di dovere saprà trovare al più presto la via migliore per smantellare anche il simbolone padovano. E sotto a chi tocca.

Anonimo ha detto...

Il guaio è che erano talmente presi da capire dove mettere tutti questi simboli "pagani", che non si sono accorti che nel bel progetto mancavano delle aule per le medie, che gli ingressi erano insufficienti e pericolosi. Vedi articolo sul BresciaOggi del 4 ottobre.
ATTILIO

Enzo Maragucci ha detto...

Al commentatore anonimo delle 16:04 odierne.
La ringrazio di aver inviato l'articolo a firma Paolo Granzotto uscito sul "il Giornale" del 4.10.2010.
Le sarei anche grato se volesse mandarmi la foto aerea del Liceo Curiel di Padova.
Al pari di Paolo Granzotto anch'io sono andato a controllare su Google maps, alla ricerca di falci e martelli, ma non ne ho trovati. Può essere per mia incapacità.

Anonimo ha detto...

Invece di Google map provate a cercare su Pagine Gialle visual, la definizione è migliore. Non si pensi comunque di trovare il simbolo pari pari poichè in effetti la falce ed il martello sono stilizzate.
Attenzione Attilio che alla stregua del liceo padovano all'Oscar potrebbe ora venire l'idea di aggiungere le aule mancanti trasformando la forma dell'edificio.

Anonimo ha detto...

Bisogna guardare la sede del Liceo di via Durer e non quella di via Pietrobon. In effetti comunque non è una forma esplicita, la composizione porta ad una forma similare della falce e martello...con un pò di fantasia.

Enzo Maragucci ha detto...

Grazie,l'ho vista. Certo che ci vuole un bel po' di fantasia, come dice lei. Un po' come avviene per le forme delle nuvole, dove ognuno ci vede quello che vuole. Non mi pare che le due cose possano essere comparate. Qui il simbolo della Lega è del tutto esplicito e ripetuto molteplici volte in tutte le cose d'uso comune. Perchè non ammettere che è stata fatta una cavolata e la finiamo lì? D'altra parte Lancini non lo difende più neppure la Lega.

Anonimo ha detto...

Considerazioni su bandiere colorate

Ti ricordi qualche anno fa, quando alcuni leader politici e artisti di sinistra invitarono la gente a comprare ed esporre le "Bandiere della Pace" ai propri balconi e finestre?
Ce n'erano tante, nelle scuole, ai concerti, nei luoghi più disparati. E se chiedevi loro perchè si fossero premurati a seguire alla lettera quanto detto da certi "leader spirituali della sinistra giovanile", ti rispondevano con volto atteggiato a sorpresa, quasi come se avessi chiesto una cosa banale "Ovvio, perchè io sono per la pace nel mondo, e non per la guerrra!!"
A quel punto però sorgeva sempre spontanea una seconda domanda "Ma allora, io che non espongo quella bandiera, e tutti quelli come me, non vogliamo la pace?!". Il punto era: perchè per così tanto tempo ho voluto la pace fra i popoli, e non ho mai saputo che, per farlo sapere a tutti, dovevo attaccare la bandiera al balcone?
Che stupito che sono stato a non comprarmi la bandiera con l'arcobaleno e la scritta PACE in bianco. Chissà quante persone saranno passate da casa mia e, vedendola spoglia del pacifico vessillo, avranno detto o pensato "Tzè, guarda che Fascista Guerrafondaio! Ha anche il tricolore in camera, si vede da qui!"
Come ho fatto senza??
E adesso? A distanza di qualche anno, più mi guardo intorno e meno bandiere della pace vedo! Oh Dio, che è successo?! Dove son finiti tutti i ferventi pacifisti? Son tutti diventati Fasci Guerrafondai? Anche le famiglie che prima sventolavano fiere la bandiera colorata...adesso hanno i balconi e le finestre orribilmente spoglie! (a volte anche peggio, con le bandiere dell'Inter..)
Ma come?! Non c'è più bisogno di "far vedere che siamo per la pace?". Allora son finite tutte le guerre...OPPURE ERA SOLO L'ENNESIMA TROVATA DI UNA SINISTRA PATETICA E SULL'ORLO DEL BARATRO ?
Oserei dire un'Ottima trovata, soprattutto se a vender le bandiere da 5€ in su erano i Sindacati come la CIGL, nonchè ad inserirla nel simbolo elettorale della sinistra radicale, la risibile "Sinistra Arcobaleno".

Per dire al mondo che ho un sogno di pace, non ho bisogno di esporre una bandiera (politicizzata) al balcone: escludo l'odio dal mio vivere quotidiano.
E' facile appendere una bandiera colorata e poi insultare e lanciare accidenti al primo che non ti dà la precedenza in auto o a qualche politico di un altro colore (va di moda Berlusconi).
Come previsto, la pagliacciata delle Bandiere della Pace (come il movimento dei Girotondini...) era un'invenzione politica che è già passata di moda: daltronde, anche esser di sinistra è una cosa che va di moda....e come tutte le mode, passerà!
Per fortuna.

Giuliano Tonelli ha detto...

Meglio fingersi ingenui che apparire disonesti ,stiamo molto attenti su questa questione ,senza dimenticare che la lotta contro il simbolo è sintomo comunque di debolezza politica.
E la debolezza Politica non è quella degli statuti ,convegni ,riunioni ,programmi e chi più ne ha più ne metta ,ma l'impegno concreto nella società ,nel quotidiano ,l'essere vicino alla gente comune.
Mi sarebbe piaciuto vedere un Parlamentare ,dico uno perchè due è utopia ,del PD che con in mano un documento scritto nero su bianco ,che mostrava la legge o la norma per cui quel uso di simboli non è legale ,e ci metteva la faccia ,sicuro di come stanno le cose. Io non lo visto o può darsi che c'è stato ma ero disattento.
E anche perchè così ,pure io ci posso capire qualcosa in questa vicenda.

Quella del liceo a forma di falce e martello ,potrebbe anche essere vero ,ma come al solito i comunisti sono "sfigati" e hanno pure sbagliato il progetto ,visto che non rappresenta per nulla il loro simbolo .
Ultima cosa ,ma legata all'inizio del mio commento ,non è vero assolutamente che quel sindaco è stato abbandonato dalla Lega ,perchè il vice-ministro Castelli ha mandato una lettera al Movimento invocando pieno sostegno da parte di tutti i militanti "...al fratello Oscar" ,pur comunque considerando che i simboli ERANO TROPPI .


Ciao Ciao a tutti ..... anche "al compagno nick", (ironia né)

Giuliano Tonelli

Anonimo ha detto...

IN COMPENSO LA GELMINI HA MANDATO GLI ISPETTORI A LIVORNO, DOVE LA LAPIDE E LA BANDIERA CHE RICORDANO LA FONDAZIONE DEL PCI SONO LIMITROFE AD UN ASILO. - PARTITO CHE HA CONTRIBUITO ALLA NASCITA DELLA REPUBBLICA, ALLA STESURA DELLA COSTITUZIONE, ALLA DIFESA DELL'ITALIA DALL'INVASORE, ALLA MODERNIZZAZIONE DELL'INDUSTRIA, ALLA LOTTA ALLA MAFIA E MOLTO ALTRO (NASCITA AVVENUTA NELLA CITTA' TOSCANA NEL 1921, IN QUELLO CHE ALLORA ERA UN TEATRO) LIMITROFE NEL SENSO CHE L'ASILO E' A SINISTRA DELLA LAPIDE E LA BANDIERA A DESTRA (PER CHI GUARDA.
PER UNA CHE L'ESAME DI AVVOCATO HA DOVUTO FARLO A REGGIO CALABRIA, IL PELO SULLO STOMACO EMERGE...

Anonimo ha detto...

"senza dimenticare che la lotta contro il simbolo è sintomo comunque di debolezza politica."
Scusi signor Tonelli, potrebbe spiegarmi meglio questo passaggio, sinceramente non l'ho capito?
Come, sinceramente, non ho capito quella lunghissima e patetica requisitoria sulla bandiera della Pace.
ATTILIO

Tonelli Giuliano ha detto...

Quello della bandiera non l'ho capita neppure io ..... sembrerebbe una "trappola" , ma vabbè !!!
Ma veniamo a me sig Attilio ,nome comunque che mi suona famigliare ... ma forse mi sbaglio.
Ho sicuramente da pagare il debito della mia scarsa istruzione scolastica ,infatti non saprei mai scrivere testi come il bravo nick o suoi amici, quindi a volte semplifico un pensiero quando lo scrivo ,più che altro perchè altrimenti sarei il primo a "perdermi" ,chiedo scusa.

Con "lotta contro il simbolo.." era mia intenzione parlare della "forza" messa in atto a protestare ,mentre sono più propenso a credere che tante forze che si sono sviluppate attorno a questo caso ,devono imparare anche a "seminare" politiche sociali tra la gente. Come dire ..... l'anti-questo o l'anti-quello è si cosa necessaria ma dobbiamo sforzarci un pò di più sul fronte del "seminare".

Spero di essermi spiegato ,me lo auguro. Grazie comunque per la critica, aiuta soprattutto me.

Salve.

Anonimo ha detto...

Bravo Giuliano se hai capito chi sono.
Secondo me la protesta non è anti -qualcosa, ma è per difendere i diritti dei bambini che frequentano quell'istituto.
ATTILIO