Mentre in tutto il Paese infuria la polemica sul “Bunga-Bunga” berlusconiano e su una classe politica screditata e ormai priva di vergogna, a noi tocca interessarci dei nostri piccoli problemi di paese che nella loro inezia ci danno pur sempre l’idea di un cinico e poco trasparente modo di intendere l’amministrazione della cosa pubblica.
Giornale di Brescia 5/8/2010 |
Secondo quanto dichiarato ai giornali dal Vice Sindaco Seneci la sistemazione sarebbe avvenuta a costo zero o, come meglio affermato dalla giornalista del Comune Rosanna Agostini, “a cura e spese della ditta che aveva posato la rotatoria”.
Noi allora avevamo subito detto che quella del costo zero ci sembrava una panzana perchè “il lavoro non cala dal cielo ‘gratis et amore dei’ ” (leggi qui).
Oggi abbiamo la prova che quanto affermato non era frutto di vis polemica, ma logica lettura dei fatti. Infatti la Ditta Ranghetti ha fatto pervenire al Comune, tramite il suo avvocato, una raccomandata, in cui allega il conteggio dei lavori eseguiti, riservandosi di chiedere il corrispettivo, al Comune di Chiari o a terzi che dovessero risultare responsabili.
Il corrispettivo dei lavori è pari a € 59.996, che è come dire 60 mila euro.
Nella stessa lettera si afferma che “ i lavori sono stati effettuati senza ammissione di responsabilità alcuna, ma solo in considerazione della certificata sussistenza di pericoli per la circolazione e al fine di tutelare l’incolumità pubblica”.
Ora, sarebbe utile sapere chi ha certificato la sussistenza di pericoli per la circolazione e l’incolumità pubblica, atteso che la rotatoria di via Cavalli era la meno “ammalorata” fra tutte le rotonde “scassate” di Chiari.
Trovare risposte plausibili a queste domande è ben difficile, come risulta poco credibile aver avviato un contenzioso con varie società nella presunzione che “le problematiche riscontrate nelle sei rotatorie indicate sono conseguenza dell’impiego di uno speciale sigillante denominato ‘Resistone’, brevettato e posto in commercio dai competenti organismi e non certo dal Comune”.
Perchè l’Amministrazione Comunale, invece di proseguire in un contenzioso costoso e perdente, non ammette una buona volta per tutte che sul problema delle rotonde si sono fatte scelte scellerate?
Il Dirigente del Settore Territorio, in una memorabile intervista rilasciata all’onnipresente Rosanna Agostini, ebbe a dire: “Una resina particolarmente tenace, unica novità rispetto alla tecnica tradizionale, stabilizza i giunti tra concio e concio e permette una facile pulizia con mezzi meccanici altrimenti non utilizzabili. La resina utilizzata, inoltre, si è rivelata determinante nei tempi di realizzazione delle rotonde: 24 ore dalla posa e sono subito praticabili, eliminando così i venti giorni di solito necessari per l'assestamento delle sabbie cementizie normalmente utilizzate. Sono stati pertanto dimezzati i tempi di realizzazione e ottimizzati i rendimenti”.
Se le problematiche riscontrate nelle rotonde “scassate” sono conseguenza dell’impiego di questa speciale resina, l’Arch. Maifreni ne porta piena responsabilità, perchè si tratta di tecnica da lui stesso approvata e perfino magnificata.
Forse per risolvere questa palese contraddizione, dagli Uffici Comunali sembra emergere un’altra teoria. I cedimenti non sarebbero dovuti alla resina utilizzata ma al solettone sottostante.
Nella risposta ad una interrogazione presentata dai Consiglieri del PD all’ultimo Consiglio Comunale, il vice Sindaco con delega alla viabilità, è stato costretto ad ammettere che nelle prossime settimane si interverrà sulle rotonde più disastrate, rimuovendo il porfido nella zona carrabile, verificando lo stato di fatto della soletta sottostante alla presenza dei Periti nominati dal Tribunale, per poi procedere alla asfaltatura della corona carrabile. Si, avete letto bene, “asfaltatura”.
Il Comune è costretto ad intervenire perché le cause vanno per le lunghe, la situazione è diventata insostenibile dal punto dei vista della incolumità pubblica e gli Uffici sono sommersi da denunce di incidenti causati dal fondo stradale “bombardato” .
Ma cosa succede se le solette sono da rifare? Cambierebbero i tempi di realizzazione e soprattutto cambierebbe la spesa. Certo si possono portare avanti le cause, ma non sarà facile dimostrare che è tutta colpa delle ditte appaltatrici dei lavori quando dietro c’era uno stuolo di progettisti profumatamente pagati, collaudatori di fiducia (sempre quelli), direttori lavori che hanno prodotto pagine e pagine di relazioni e hanno avvallato tutto. E poi i costi delle opere non fanno certo pensare a lavori fatti al risparmio!
Mah, con tanti “Soloni” attorno, vuoi vedere che tutta la colpa ricadrà sul “cinesino” che anche di sabato e domenica era lì che martellava sui cubetti?
Enzo Maragucci
Federico Lorini