venerdì 4 marzo 2011

Dal nostro Inviato a Morrumbene (Mozambico)

E’ veramente un piacere scrivere dell’esperienza che stanno vivendo in Africa  Mario Angeli e Laura Fiorini. La cosa è partita quasi per caso a seguito di una mia richiesta inoltrata a Laura qualche tempo fa.  La speranza di ricevere una risposta era molto tenue, a causa di difficoltà oggettive. La disponibilità invece a parlarne è stata immediata, segno che c’è un interesse a fare sì che questa esperienza non rimanga nell’ambito privato, ma diventi un fatto pubblico. Solo così si può creare un movimento di sostegno alle iniziative di Don Piero come sembra indicare il Prof. Angeli alla fine della sua corrispondenza. Noi preferiamo dare la parola a lui, come fosse un corrispondente da quel  paese lontano. Ecco il materiale che mi ha inviato:

"Caro Enzo, ti ringraziamo per la rilevanza che hai dato alla nostra esperienza africana e per l’articolo del Giornale di Brescia che ci hai inviato.
Ora siamo a Johannesburg a continuare gli incontri di formazione e sabato pomeriggio inizieremo la stessa attività anche a Pretoria.
Morrumbene- l'accoglienza
Io (Mario) sono rientrato martedì sera dal Mozambico, dopo aver soggiornato tre giorni a Morrumbene, la parrocchia dove opera don Piero Marchetti; è stata un’esperienza esaltante e dall’impatto emotivo fortissimo, sia per le bellezze naturali sia per il contatto con un’Africa molto diversa da quella conosciuta qui.
Il sottosviluppo è assolutamente prevalente e ti dà una grande angoscia, se lo vedi con i nostri occhi europei, ma in realtà nella gente del posto cogli una serenità e vorrei dire quasi un senso di soddisfazione per il poco che hanno (e che ti possono donare) che ti riempie di ammirazione e di sensi di colpa per quanto siamo peggiori e più complicati.
Morrumbene - l'accoglienza
Grazie alla disponibilità di don Piero e del suo fuoristrada abbiamo percorso decine e decine di chilometri nella foresta, raggiungendo piccoli nuclei abitati, fatti di poche capanne costruite con qualche palo e rivestite di foglie di palma da cocco, ma quasi tutte ordinate e, per quanto possibile, pulite, abitate da persone serene e sorridenti.
lezioni per terra
I bambini, a centinaia, che sbucano da ogni dove, sono uno spettacolo affascinante; vederli poi andare a scuola tutti puliti ed ordinati, con la camicina bianca o azzurra ed i pantaloncini o la gonna blu, perfettamente lindi (nonostante l’acqua, che per il vero non scarseggia, sia di faticoso approvvigionamento), magari dovendo percorrere chilometri e chilometri su sentieri anche difficili, persino nei giorni da diluvio universale (come era martedì 1 marzo), ti allarga il cuore, perché capisci che il seme del riscatto darà prima o poi i suoi frutti.
un'aula senza banchi
Scuole ce ne sono molte, anche nei punti più impensati della foresta; quelle del centro abitato sono a volte in muratura, senza imposte ed in buona parte senza banchi (quindi i bambini si siedono per terra), quelle decentrate sono costituite da capanne simili alle abitazioni, senza alcuna suppellettile, e per lo più senza libri, con la lavagna costituita da un pezzo di faesite sbrecciata; e gli insegnanti, in prevalenza giovani donne, sono tutti con un candido camice bianco.
la falegnameria
Dal cortile della missione di don Piero, che ha come dirimpettaia una scuola per bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni, in tutto quasi 2500) sia lunedì 28 che martedì 1 verso le 6 (la scuola inizia alle 6.30) ho cominciato a sentire una melodia che ho udito simile per oltre 45 anni, ossia le voci dei bambini che vanno a scuola, ma queste voci avevano un qualcosa di più autentico, di più gioioso, tanto che percepivi il sorriso dei bambini pur senza vederli: è stata una delle più intense beatitudini che ho provato qui.
banchi quasi finiti
Come sai, la mia visita a Morrumbene è coincisa con la consegna a questa scuola di una cinquantina di banchi (ognuno da tre posti con sedile incorporato), frutto della donazione effettuata in occasione del mio pensionamento; per la verità il destinatario era stato don Piero, ma, essendo le condizioni della missione, per quanto povere, migliori di quelle della scuola pubblica, lui ha preferito sostenerne le esigenze, nell’ottica di un delicato ma fruttuoso processo di mutuo sostegno tra la realtà statale e quella del volontariato.
consegna avvenuta
Quindi lunedì mattina c’è stata la cerimonia della consegna dei banchi, molto essenziale ma genuina, e martedì mattina, prima di partire, sono andato a vedere che effetto facevano i nuovi banchi nelle aule dove il giorno prima avevo visto i bambini seduti per terra; non ti dico la gioia mia e loro, che credo di aver condiviso intensamente con tutta la Toscanini e gli altri donatori, che ho percepito vicini a me.
Don Piero nella sua parrocchia-missione ha attivato una scuola materna, frequentata da oltre 350 bambini, che ricevono l’istruzione dell’infanzia e due pasti (colazione e pranzo): chi può paga qualcosa, gli altri no.
finalmente i banchi
Inoltre ci sono le iniziative di sostegno agli indigenti, che sono molti, quelle della catechesi (che non è invadente), quelle ricreative, un po’ come nel nostro Centro giovanile, la visita alle comunità disperse su un territorio vasto quasi quanto la provincia di Brescia, il funzionamento di una falegnameria con annesso corso di formazione per giovani, un corso di taglio e cucito per le donne, al termine del quale viene loro donata la macchina da cucire, un corso di informatica (che, sembra paradossale ma è vero, nell’organizzazione statale, tranne che nella scuola, è efficiente, se pensi che le elezioni si svolgono con il sistema elettronico), ecc.: per sostenere tutto ciò, soprattutto il funzionamento della scuola materna, la missione può contare in Italia sull’aiuto di molte persone ed organizzazioni; però don Piero ed i suoi collaboratori si danno molto da fare in proprio, curando una piccola azienda agricola, con qualche mucca, un discreto quantitativo di galline e conigli ed un po’ di verdura e piante da frutto (soprattutto manghi e palme da cocco).
è un'altra cosa
Con don Piero collabora un altro sacerdote bresciano, don Bruno Moreschi, che ora è in Italia per problemi di salute, e tre suore, una italiana, una brasiliana ed una mozambicana; ci sono poi altri laici, che ricevono un modesto compenso.
Ho visitato anche un’altra missione, gestita dagli Artigianelli di Brescia, che ha attivato una scuola professionale agraria, frequentata da oltre 400 giovani e ragazze, dove si insegna l’allevamento del bestiame, la lavorazione del latte, la trasformazione di altri prodotti naturali, lo sfruttamento ordinato e razionale del suolo, ecc. ; annesso alla scuola c’è anche un convitto per i ragazzi che non possono rientrare quotidianamente a casa ed è in costruzione una casa di riposo, considerato che spesso i vecchi vengono abbandonati, soprattutto le vedove, che sovente sono malviste perché sospettate di malocchio.
Il mio racconto potrebbe continuare; mi riservo altre occasioni, sia via mail, sia di persona, al rientro in Italia.
Sarebbe bello che riuscissimo a creare un movimento di sostegno a queste iniziative, affinchè quanto donato in occasione del mio pensionamento non resti un fatto isolato; ritengo che anche tu mi possa dare una mano molto efficace; se vuoi, ne parleremo.
Ti invio alcune delle tantissime foto scattate e saluto molto cordialmente te e Mirella, insieme a Laura.

Mario Angeli "

4 commenti:

Anonimo ha detto...

BRAVI e COMPLIMENTI
anche se non abbiamo le stesse idee "politiche" le cose buone vanno riconosciute.
Alice

Anonimo ha detto...

La bontà non ha colore politico.
Onore a chi si prodiga per l'istruzione e l'educazione dei più poveri e sfortunati.
Inoltre è ancora vivo in me quanto contenuto nel "testamento spirituale" che il prof. Angeli ha lasciato agli studenti delle scuole da Lui dirette e le Sue parole profonde e commoventi mi auguro siano guida per i Suoi ragazzi.
Per la festa del patrono dell'anno venturo spero che qualcuno si ricordi del buon esempio di clarensità e umanità di questa persona e di Sua moglie.
Grazie Sig. Preside.
Un genitore del "Turla".

Anonimo ha detto...

"""Per la festa del patrono dell'anno venturo spero che qualcuno si ricordi del buon esempio di clarensità e umanità di questa persona e di Sua moglie.
Grazie Sig. Preside.
Un genitore del "Turla"."""

egregio genitore del Turla, si faccia lei promotore e presenti all' URP (esiste un modulo apposito) entro il 31/12/2011 la domanda che verrà vagliata dalla commissione.

Anonimo ha detto...

All'anonimo di ieri mi sento di dire che, a parer mio, è talmente palese la cosa, pubblicata tra l'altro sui quotidiani locali, che la commissione non dovrebbe avere bisogno della presentazione di un modulo.
Han fatto Cavaliere della Repubblica anche il Sindaco ( per quali meriti?) e a confronto il prof. Angeli e Sua moglie meriterebbero certamente di più.