Resistone fa rima con bidone
Questo è quanto affermava l’Arch. Aldo Maifreni nel luglio
del 2006 a proposito delle rotonde in corso di costruzione a Chiari:
“Una resina particolarmente tenace (il Resistone),
unica novità rispetto alla tecnica tradizionale, stabilizza i giunti tra concio
e concio e permette una facile pulizia con mezzi meccanici altrimenti non
utilizzabili. La resina utilizzata, inoltre, si è rivelata determinante nei
tempi di realizzazione delle rotonde: 24 ore dalla posa e sono subito
praticabili, eliminando così i venti giorni di solito necessari per
l'assestamento delle sabbie cementizie normalmente utilizzate. Sono stati
pertanto dimezzati i tempi di realizzazione e ottimizzati i rendimenti”.
Ecco quanto riportato da ChiariNewsletter il 16 agosto 2010:
“Si ribadisce che le
problematiche riscontrate nelle sei rotatorie indicate sono conseguenza
dell’impiego di uno speciale sigillante denominato “Resistone”, brevettato e posto in commercio dai competenti
organismi e non certo dal Comune...Per rimediare dunque ai difetti oggi
evidenti e per evitarne in futuro, si è deciso di chiedere alla ditta Origini,
detentrice del brevetto, la sostituzione di tutto il sigillante impiegato nella
città di Chiari, sia con vizi evidenti o ancora occulti. L’intervento di
ripristino, perciò, non riguarda le sole parti oggi ammalorate, ma tutte quelle in cui è stato impiegato il prodotto
resinoso "Resistone”.
Una rotonda "ammalorata" |
Come si può vedere, mentre nel 2006 l’Arch. Maifreni esaltava questa “resina particolarmente tenace”,
nel 2010 le addossa tutta la responsabilità del dissesto delle rotonde
di Chiari, cercando di allontanare da sè ogni responsabilità.
Come ho avuto modo di dimostrare in numerosi e circostanziati
articoli su questo blog (leggi qui), il Dirigente del Settore Territorio del
Comune di Chiari ha primarie e precise respondabilità al riguardo e con lui ce l’hanno il Sindaco e
l’Assessore ai Lavori Pubblici.
Com’è noto, il dissesto di alcune rotonde ha comportato il
loro completo rifacimento a spese del Comune; il porfido è stato sostituito con
l’asfalto, ad eccezione della rotonda posta in fondo a via Cavalli, per la
quale si è mantenuto il “materiale lapideo”, usando però malte cementizie per
assemblarlo.
Ora, asserito che questa resina tanto tenace non è, perchè la
si continua a usare?
In questi giorni si stanno eseguendo lavori di sistemazione
di quell’opera inutile e costosa rappresentata dal pavè di viale Bonatelli.
Come viene documentato da queste foto, per rendere subito
praticabile la strada, si sta insistendo a usare una resina: non più il vituperato “Resistone”, ma il “Mapestone” della Mapei, società del
Presidente di Confindustria.
Chiari - lavori in corso |
Lavori in corso in viale Bonatelli |
La nuova resina Mapestone |
Forse la nuova resina sarà più tenace della precedente, ma
fossi nell’Arch. Maifreni mi asterrei dal fare panegirici sulle caratteristiche
miracolose del prodotto.
2 commenti:
E oltre all'arch. comunale (che ricordo tanto caro anche alla giunta del sig. Facchetti), tutti quei sapientoni di ing, arch, impresaroni edili che siedono in consiglio (oppure con "cariche" particolari) che dicono in merito?
Massimiliano Battoni
Parlare di "resina" in riferimento a Mapestone è improprio..si tratta di una malta cementizia con particolari additivi che la rendono adeguata sia all'allettamento (con il prodotto da lei fotografato) sia alla fugatura (PFS2). Il prodotto classificato XF4 ha la capacità di resistere all'aggressione chimica dei sali disgelanti: per questo motivo è corretto il suo impiego, soprattutto in opere pubbliche che subiscono carichi elevati di traffico. Nulla da dire, quindi, sul prodotto..gli aspetti politici della questione non riguardano il mio parere.
buona giornata
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