Oggi viviamo in un Paese
ingessato: economia stagnante, scarsa innovazione, investimenti insufficienti, istruzione
carente, informazione inadeguata, politica inconcludente. Per uscire da questa situazione ci vuole una
classe dirigente nuova, una classe dirigente che abbia il coraggio di innovare,
rischiare, immaginare percorsi nuovi, di
avere una visione.
Mi viene in mente Colombo e la
sua idea di trovare un’altra rotta per raggiungere le Indie. Senza la sua intuizione
non avremmo scoperto un nuovo continente, almeno allora. Ma Colombo da solo non
era sufficiente. Occorreva un impulso che solo la politica poteva dare e in
quel momento il coraggio dei regnanti di Spagna è stato determinante per
lanciarsi in questa avventura del tutto nuova. Penso a Colombo sulla riva del
mare e ai pensieri che attraversavano la sua mente.
Anche noi oggi siamo di fronte a
una grande prova. O si prende coraggio e ci si butta in mare aperto oppure si resta nella calma tranquilla della rada, a curare
i nostri piccoli interessi, a begare sulle nostre piccole meschinità.
Se si vuole affrontare il mare
aperto occorre avere una nave robusta. Ma non basta. Pensare di affrontare
questo viaggio con marinai logori nell’età e nei pensieri è del tutto
insensato. I vecchi marinai, dispensino pure i loro grani di saggezza, ma
rimangano in porto e lascino che ad affrontare il mare siano forze nuove e in
grado di sostenere tempeste. Fuor di metafora, solo una rinnovata classe
dirigente potrà creare un partito in grado di rinnovare il Paese. Questo vale a
livello generale e anche a livello locale.
A Chiari tra poco andremo a nuove
elezioni. La destra ha avuto dieci anni per dimostrare le sue capacità
amministrative e politiche. I risultati sono del tutto deludenti per non dire
fallimentari. Scuole, Polo della Cultura, Caserma dei Carabinieri, Polo del
Produrre sono i fiaschi più eclatanti di una politica arrogante e inconcludente.
La cartina d tornasole per
spiegare il fallimento della politica di
Mazzatorta e soci è data dalle condizioni della sua maggioranza ormai del tutto
inesistente.
Ci attendono dieci anni
difficilissimi. Molto sta cambiando nel mondo e molto dovrà cambiare anche a
Chiari. I tempi della spesa facile sono finiti, come sono finiti i tempi del saccheggio
del territorio. Oggi è il tempo della
ricostruzione, è il tempo del
risanamento delle ferite inferte al Paese da una politica dissennata. Ferite
inferte al territorio, al lavoro, alle imprese, alla politica, all’etica, alla
democrazia.
Bisogna cominciare dallle realtà locali. Spero che il PD sia all’altezza
delle sfide che ci attendono.
Nessun commento:
Posta un commento