giovedì 19 settembre 2013

In mare aperto


Oggi viviamo in un Paese ingessato: economia stagnante, scarsa innovazione, investimenti insufficienti, istruzione carente, informazione inadeguata, politica inconcludente.  Per uscire da questa situazione ci vuole una classe dirigente nuova, una classe dirigente che abbia il coraggio di innovare, rischiare,  immaginare percorsi nuovi, di avere una visione.
Mi viene in mente Colombo e la sua idea di trovare un’altra rotta per raggiungere le Indie. Senza la sua intuizione non avremmo scoperto un nuovo continente, almeno allora. Ma Colombo da solo non era sufficiente. Occorreva un impulso che solo la politica poteva dare e in quel momento il coraggio dei regnanti di Spagna è stato determinante per lanciarsi in questa avventura del tutto nuova. Penso a Colombo sulla riva del mare e ai pensieri  che attraversavano la sua mente.
Anche noi oggi siamo di fronte a una grande prova. O si prende coraggio e ci si butta in mare aperto oppure si resta nella calma tranquilla della rada, a curare i nostri piccoli interessi, a begare sulle nostre piccole meschinità.
Se si vuole affrontare il mare aperto occorre avere una nave robusta. Ma non basta. Pensare di affrontare questo viaggio con marinai logori nell’età e nei pensieri è del tutto insensato. I vecchi marinai, dispensino pure i loro grani di saggezza, ma rimangano in porto e lascino che ad affrontare il mare siano forze nuove e in grado di sostenere tempeste. Fuor di metafora, solo una rinnovata classe dirigente potrà creare un partito in grado di rinnovare il Paese. Questo vale a livello generale e anche a livello locale.


A Chiari tra poco andremo a nuove elezioni. La destra ha avuto dieci anni per dimostrare le sue capacità amministrative e politiche. I risultati sono del tutto deludenti per non dire fallimentari. Scuole, Polo della Cultura, Caserma dei Carabinieri, Polo del Produrre sono i fiaschi più eclatanti di una politica arrogante e inconcludente.
La cartina d tornasole per spiegare  il fallimento della politica di Mazzatorta e soci è data dalle condizioni della sua maggioranza ormai del tutto inesistente.

Ci attendono dieci anni difficilissimi. Molto sta cambiando nel mondo e molto dovrà cambiare anche a Chiari. I tempi della spesa facile sono finiti, come sono finiti i tempi del saccheggio del  territorio. Oggi è il tempo della ricostruzione, è il tempo  del risanamento delle ferite inferte al Paese da una politica dissennata. Ferite inferte al territorio, al lavoro, alle imprese, alla politica, all’etica, alla democrazia. 
Bisogna cominciare dallle realtà locali. Spero che il PD sia all’altezza delle sfide che ci attendono.

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