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giovedì 8 gennaio 2009

Cinema S.Orsola, un sogno non ancora finito


Io “ho nostalgia dei manifesti colorati, mi manca il calore del velluto nuovo, la luce che accecava gli occhi e rapiva il cuore”, ma il mio sogno non è ancora finito.
Ho visto su Youtube “La fine del sogno” un corto di Bedogna, da cui ho tratto le parole virgolettate, che mi ha fatto venire la pelle d’oca e mi ha costretto a ricordare.
http://www.youtube.com/watch?v=sNtvEivOC5A&feature=channel_page
Due anni fa ho provato dolore e rabbia per la distruzione di quello che io ho sempre chiamato “Cinema Nuovo”, che consideravo quasi la mia terza casa ( la seconda è la mia scuola), il luogo dove con centinaia di altre persone vivevo emozioni, ridevo e piangevo, mi interrogavo su temi grandi e piccoli, su questioni sociali, politiche e morali, mi sentivo dentro altre vite, altre storie, altri tempi.
Ho contribuito per anni all’organizzazione del cineforum, centinaia di tessere documentavano l’interesse per il cinema, la voglia di uscire, di stare insieme. E’ crollato tutto, anzi...è stato fatto crollare tutto da gente che sicuramente non ama la cultura, il nostro paese e la nostra storia, anche se è solo povera storia di paese! E io non ho nessuna voglia di vedere lo strombazzato polo della cultura, con una risicatissima sala di trecento posti in mezzo a negozi di scarpe, cosmetici e articoli per la casa al posto di quello che era il nostro cinema.
Negli anni '50, in occasioni straordinarie, veniva organizzata la proiezione di un film nel teatrino di piazza Rocca, inferno e paradiso per noi che venivamo dal tranquillo istituto delle suore morcelliane: centinaia di bambini urlanti improvvisamente muti davanti alle immagini in bianco e nero…quasi magia. Ricordo Fabrizi, eroico sacerdote che riempiva davvero lo schermo, e non solo fisicamente, e Nazario Sauro, ma non chiedetemi chi fosse! Anche di quel teatro è rimasto solo il ricordo e mi sto ancora chiedendo perché non ci siamo incatenati alle poltrone, ai palchi, perché abbiamo permesso che finisse e non abbiamo opposto una più dura resistenza.
Negli anni '60 si andava al Cinema S. Orsola, in vicolo Pace, dove proiettavano film “per tutti” e non c’era rischio di cadere in peccato mortale. Lì a carnevale o in altre occasioni “si facevano le commedie”, piccoli e grandi clarensi si impadronivano del palco e mettevano in scena di tutto, impudicamente…ed io non ero immune da quella narcisistica mania.
Il S.Orsola c’è ancora, nascosto, dimenticato, cadente, ma c’è ancora…Vorrei solo sussurrarlo, dirlo solo a bassa voce prima che qualcuno se ne accorga e lo cancelli. Non voglio che anche questo ultimo sogno cada a pezzi, letteralmente.
Far rivivere almeno questo frammento delle nostre vite, per consegnarlo anche a chi non lo ha mai conosciuto e lo potrebbe utilizzare per rianimare la nostra città culturalmente addormentata e anemica, dovrebbe essere uno dei tanti obiettivi da raggiungere nei prossimi anni.
Il mio sogno non è ancora finito, e il vostro?

lunedì 22 dicembre 2008

Chiari pulita: benemerenze e orecchie d'asino


A sei cittadini clarensi sono state consegnate pubbliche benemerenze per il loro esemplare comportamento civico. La prima edizione del premio “Chiari pulita” è stata ideata dalla Comunità di zona e dal Comune, partendo dall’assunto che se tutti spazzano davanti all’uscio di casa la città risulta automaticamente più pulita. Parole sagge e giusto riconoscimento ai sei titolari di attività commerciali che con la loro condotta hanno contribuito al miglioramento del decoro della città. Chi scrive ha raccolto comunque qualche lamentela. “E noi chi siamo degli zozzoni?” ha commentato lapidario un esercente, “ noi forse non teniamo pulito davanti al nostro negozio?” Un po’ di calma prego. Siamo solo alla prima edizione e negli anni futuri ci saranno benemerenze per tutti, questo è certo.
Ma al Comune e alla Comunità di Zona che benemerenza consegniamo? Per quest’anno niente benemerenze ma solo un bel paio di orecchie d’asino. Guardando ai dati rassegnati dal presidente Pietta, il Comune di Chiari, dispiace dirlo, non fa parte dei Comuni virtuosi. Infatti, a fronte di una percentuale minima del 40% necessaria per entrare nella speciale classifica dei comuni cosiddetti “ricicloni”, il nostro Comune produce solo il 39% di raccolta differenziata (RD). Troppo poco.
In Lombardia, i Comuni ricicloni sono 364 su un totale di 1546. La provincia di Brescia e quella messa peggio. Tanto per dire, nei primi 234 comuni ricicloni dell’Area Nord non ce n’è uno bresciano. Segno che i rifiuti dalle nostre parti si preferisce portarli all’inceneritore o buttarli in discarica, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Se a Chiari, come dice il presidente Pietta, si differenziano pochi rifiuti, la responsabilità è principalmente dell’ente locale che su questo specifico servizio ha investito poco o niente. La prossima amministrazione, di qualunque colore essa sia, deve avere come obiettivo prioritario quello di aumentare significativamente la percentuale di raccolta differenziata. La buona gestione di un Comune passa anche da queste cose.