Io “ho nostalgia dei manifesti colorati, mi manca il calore del velluto nuovo, la luce che accecava gli occhi e rapiva il cuore”, ma il mio sogno non è ancora finito.
Ho visto su Youtube “La fine del sogno” un corto di Bedogna, da cui ho tratto le parole virgolettate, che mi ha fatto venire la pelle d’oca e mi ha costretto a ricordare.
http://www.youtube.com/watch?v=sNtvEivOC5A&feature=channel_page
Due anni fa ho provato dolore e rabbia per la distruzione di quello che io ho sempre chiamato “Cinema Nuovo”, che consideravo quasi la mia terza casa ( la seconda è la mia scuola), il luogo dove con centinaia di altre persone vivevo emozioni, ridevo e piangevo, mi interrogavo su temi grandi e piccoli, su questioni sociali, politiche e morali, mi sentivo dentro altre vite, altre storie, altri tempi.
Ho contribuito per anni all’organizzazione del cineforum, centinaia di tessere documentavano l’interesse per il cinema, la voglia di uscire, di stare insieme. E’ crollato tutto, anzi...è stato fatto crollare tutto da gente che sicuramente non ama la cultura, il nostro paese e la nostra storia, anche se è solo povera storia di paese! E io non ho nessuna voglia di vedere lo strombazzato polo della cultura, con una risicatissima sala di trecento posti in mezzo a negozi di scarpe, cosmetici e articoli per la casa al posto di quello che era il nostro cinema.
Negli anni '50, in occasioni straordinarie, veniva organizzata la proiezione di un film nel teatrino di piazza Rocca, inferno e paradiso per noi che venivamo dal tranquillo istituto delle suore morcelliane: centinaia di bambini urlanti improvvisamente muti davanti alle immagini in bianco e nero…quasi magia. Ricordo Fabrizi, eroico sacerdote che riempiva davvero lo schermo, e non solo fisicamente, e Nazario Sauro, ma non chiedetemi chi fosse! Anche di quel teatro è rimasto solo il ricordo e mi sto ancora chiedendo perché non ci siamo incatenati alle poltrone, ai palchi, perché abbiamo permesso che finisse e non abbiamo opposto una più dura resistenza.
Negli anni '60 si andava al Cinema S. Orsola, in vicolo Pace, dove proiettavano film “per tutti” e non c’era rischio di cadere in peccato mortale. Lì a carnevale o in altre occasioni “si facevano le commedie”, piccoli e grandi clarensi si impadronivano del palco e mettevano in scena di tutto, impudicamente…ed io non ero immune da quella narcisistica mania.
Il S.Orsola c’è ancora, nascosto, dimenticato, cadente, ma c’è ancora…Vorrei solo sussurrarlo, dirlo solo a bassa voce prima che qualcuno se ne accorga e lo cancelli. Non voglio che anche questo ultimo sogno cada a pezzi, letteralmente.
Far rivivere almeno questo frammento delle nostre vite, per consegnarlo anche a chi non lo ha mai conosciuto e lo potrebbe utilizzare per rianimare la nostra città culturalmente addormentata e anemica, dovrebbe essere uno dei tanti obiettivi da raggiungere nei prossimi anni.
Il mio sogno non è ancora finito, e il vostro?
Ho visto su Youtube “La fine del sogno” un corto di Bedogna, da cui ho tratto le parole virgolettate, che mi ha fatto venire la pelle d’oca e mi ha costretto a ricordare.
http://www.youtube.com/watch?v=sNtvEivOC5A&feature=channel_page
Due anni fa ho provato dolore e rabbia per la distruzione di quello che io ho sempre chiamato “Cinema Nuovo”, che consideravo quasi la mia terza casa ( la seconda è la mia scuola), il luogo dove con centinaia di altre persone vivevo emozioni, ridevo e piangevo, mi interrogavo su temi grandi e piccoli, su questioni sociali, politiche e morali, mi sentivo dentro altre vite, altre storie, altri tempi.
Ho contribuito per anni all’organizzazione del cineforum, centinaia di tessere documentavano l’interesse per il cinema, la voglia di uscire, di stare insieme. E’ crollato tutto, anzi...è stato fatto crollare tutto da gente che sicuramente non ama la cultura, il nostro paese e la nostra storia, anche se è solo povera storia di paese! E io non ho nessuna voglia di vedere lo strombazzato polo della cultura, con una risicatissima sala di trecento posti in mezzo a negozi di scarpe, cosmetici e articoli per la casa al posto di quello che era il nostro cinema.
Negli anni '50, in occasioni straordinarie, veniva organizzata la proiezione di un film nel teatrino di piazza Rocca, inferno e paradiso per noi che venivamo dal tranquillo istituto delle suore morcelliane: centinaia di bambini urlanti improvvisamente muti davanti alle immagini in bianco e nero…quasi magia. Ricordo Fabrizi, eroico sacerdote che riempiva davvero lo schermo, e non solo fisicamente, e Nazario Sauro, ma non chiedetemi chi fosse! Anche di quel teatro è rimasto solo il ricordo e mi sto ancora chiedendo perché non ci siamo incatenati alle poltrone, ai palchi, perché abbiamo permesso che finisse e non abbiamo opposto una più dura resistenza.
Negli anni '60 si andava al Cinema S. Orsola, in vicolo Pace, dove proiettavano film “per tutti” e non c’era rischio di cadere in peccato mortale. Lì a carnevale o in altre occasioni “si facevano le commedie”, piccoli e grandi clarensi si impadronivano del palco e mettevano in scena di tutto, impudicamente…ed io non ero immune da quella narcisistica mania.
Il S.Orsola c’è ancora, nascosto, dimenticato, cadente, ma c’è ancora…Vorrei solo sussurrarlo, dirlo solo a bassa voce prima che qualcuno se ne accorga e lo cancelli. Non voglio che anche questo ultimo sogno cada a pezzi, letteralmente.
Far rivivere almeno questo frammento delle nostre vite, per consegnarlo anche a chi non lo ha mai conosciuto e lo potrebbe utilizzare per rianimare la nostra città culturalmente addormentata e anemica, dovrebbe essere uno dei tanti obiettivi da raggiungere nei prossimi anni.
Il mio sogno non è ancora finito, e il vostro?