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sabato 25 maggio 2024

IL GUASTATORE

Curato dai giornalisti Andreolassi e Facchi si è tenuto giovedì presso gli studi di Teletutto il terzo incontro tra i candidati a sindaco di Chiari. 

Per buona parte della trasmissione sembrava di assistere a una discussione tra gentiluomini in un caffè letterario. Toni pacati, sostanziale fair play, rispetto di tempi e avversari.


Confronto tra candidati a Teletutto


A un certo punto però qualcosa è cambiato. Gabriele Zotti ha cominciato a dare segni di nervosismo, a strizzare gli occhi come se fosse in preda a un disagio fisico, e  abbandonando il bon ton tenuto fino a quel momento, si è lasciato andare in alcune delle sue ormai famose ed estemporanee filippiche. 

La prima vittima della sua polemica è stato Massimo Vizzardi, accusato di essere un turbo capitalista. Il livore che nutre nei confronti di Vizzardi non è spiegabile con la semplice ostilità che si può avere verso un avversario politico. È qualcosa di più profondo, qualcosa che rasenta la paranoia ossessiva. 

A Codoni ha rimproverato di tenere al suo posto il consulente della mobilità urbana, visto che la mattina davanti alla scuola delle primarie e davanti all’ospedale si creano ingorghi stradali. Per la cronaca quel consulente è lo stesso che c'era ai tempi in cui governava Zotti.

Il massimo della sua verve polemica è stato tuttavia raggiunto con l’ultima domanda. Guardando la camera e alzando il suo programma elettorale ha detto rivolto ai telespettatori: “Io ci metto il cuore voi mettete una croce su uno di questi quattro simboli, per evitare che portiamo quella croce che abbiamo visto fino adesso”.  La croce secondo Zotti è il caos in cui si trova Chiari per effetto del governo della città da parte del centro sinistra.



Gabriele Zotti


Per finire si è alzato e ha lasciato lo studio mentre i giornalisti attoniti stavano ancora ringraziando i partecipanti e salutando i telespettatori. 

D’altra parte questo è Zotti, il guastatore della politica clarense.

Per parlare del merito, aggiungo che si sopporta volentieri la croce di una Giunta che in dieci anni di amministrazione realizza due scuole di livello europeo, un cinema teatro in pieno centro, una nuova caserma dei Carabinieri. Oltre a due grandi parcheggi a ridosso del Centro Storico, nuovi parchi giochi per i bambini, numerose piste ciclabili, la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Solo per parlare delle cose più rilevanti.

Zotti e le Giunte Mazzatorta di cui faceva parte cosa ci hanno lasciato? Ci hanno lasciato le rotonde più sfasciate del mondo costate un pozzo di soldi (leggi qui), il cadavere del Polo della Cultura (leggi qui), le Scuole e la Caserma dei Carabinieri mai realizzate, il distaccamento della Polizia Locale presso la stazione chiuso ancor prima di aprire (leggi qui). Per non  parlare dell’airpol, il mitico aereo poliziotto che avrebbe dovuto proteggerci dai malviventi, ma servito solo per fare uno spot elettorale (leggi qui). Il progetto della Cava di via Roccafranca è rimasto solo nei sogni di Mazzatorta, mentre cose molto più tangibili sono state: la discarica abusiva del cimitero (leggi qui) e altre piccole sparse sul territorio della città, le voragini di via Sandella (leggi qui), il consumo sconsiderato di suolo.

Potrei continuare fino a domani mattina, ma forse è del tutto inutile. I clarensi sanno bene cosa hanno fatto Zotti e Campodonico quando erano al governo della Città, tant’è che hanno dato fiducia a Massimo Vizzardi e alle sue giunte per ben due volte. 

Cambiare, per riconsegnare la città a chi in passato ha governato malissimo, non è una cosa buona e i clarensi non sono certo dei gonzi per permetterlo. Per cui Zotti faccia pure le sue filippiche e sceneggiate televisive, è un modo come un altro per abbaiare alla luna.


sabato 11 maggio 2024

KO TECNICO ALLA SESTA RIPRESA

Non me ne vogliano gli altri candidati, ma dopo il primo confronto organizzato dalle Acli presso il Centro Giovanile 2000 di Chiari, il vincitore assoluto è stato Domenico Codoni. Chiaro, deciso, credibile convincente, è stato l’unico che ha fatto capire cosa effettivamente vuole fare in caso venga eletto Sindaco.


Chiari - Confronto tra candidati

Roberto Goffi, il bravo presentatore delle Quadre, ha dimostrato tutti i suoi limiti politici. A suo agio quando si parla di sport, quando si avventura fuori dal suo campo d’elezione, deve necessariamente fare un po’ di melina, tenere l’avversario per la braccia. Gli riconosco in ogni caso coraggio e correttezza.

 

Alessandro Gozzini fa dei suoi interventi dei buoni sermoni. Come avviene in questi casi, nell’ ascoltarlo la mente vaga e si perde in altri pensieri, ma quando ritorna è certa che il buon Sandro saprà far valere i suoi voti chiunque vinca in campo progressista. Mai sottovalutarlo. Ha la sottile intelligenza di un giurista e la capacità negoziale di un politico navigato.


Marco Salogni è per me un’ispirazione. Tutte le volte che lo ascolto mi sembra di tornare ai miei anni giovanili, quando nei collettivi si discuteva dei massimi sistemi senza mai arrivare a niente. Allora si diceva che bisognava portare il discorso oltre e non si capiva mai quale fosse il discorso e dove fosse quel benedetto oltre. Quando sento parlare di assemblee di quartiere, di consulta giovanile, di  tavoli di confronto, mi vengono le lacrime agli occhi, perché penso che in fin dei conti non è tanto importante che gli anni passino. L’importante è che le idee restino immutate, così che noi si possa restare prigionieri di un passato che non passa mai.


Gabriele Zotti è una conferma. Mi ero illuso che si sarebbe presentato con un programma e un piglio da sindaco in pectore. Invece niente. Il vuoto assoluto. Discorsi astrusi e persino imbarazzanti. Luoghi comuni a mazzi. Linea politica balbettante. E lui dovrebbe essere il nostro possibile sindaco? Dio ci salvi!

venerdì 12 aprile 2024

Ignorare non è mai un buon affare

Una cosa che mai si dovrebbe fare in politica è quella di ignorare l’avversario. L’avversario va guardato in faccia come fanno i pugili prima di iniziare l’incontro. Non averlo fatto è stato il motivo per cui Cugini nel 2019 ha perso una partita che avrebbe dovuto vincere a mani basse. Essere scappato dal confronto ha fatto capire agli elettori che non era in grado di reggerlo quel confronto. Insomma una dichiarazione di debolezza che i cittadini di Chiari hanno sanzionato severamente.

Se questo non lo deve fare un politico, ancor meno lo deve fare un blogger, un pubblicista o un giornalista. Ignorare chi potrebbe diventare sindaco della città, magari non per propri meriti, ma per la forza intrinseca della lista che rappresenta, non è mai un buon affare.

In queste elezioni comunali, mi pare evidente che se le cose rimangono così, la lotta sarà a tre: Zotti, Codoni, Salogni, con gli ultimi due a contendersi un posto per il ballottaggio. Sembra logico aspettarsi che con il passare dei giorni ci sia un aumento del livello di scontro.


Gabriele Zotti - Domenico Codoni - Marco Salogni


Determinanti saranno i confronti. In quella sede potremo saggiare la capacità politica di ciascun candidato, valutare la bontà del suo programma, apprezzare la qualità della sua squadra.

Zotti, essendo quasi certo di superare il primo turno, gioca a carte coperte. Non si sa se perché ha poco da dire oppure per una sopraffina tattica di gioco. Il suo slogan è: "il voto che unisce". Non si sa che cosa debba unire, visto che i suoi possibili alleati vanno per strade diverse. 

Campodonico, il rappresentante della Lega di Chiari che si è cercato in tutti i modi di disarcionare, è ancora in sella ed è più che mai pronto a vendere cara la pelle. Anzi, a onor del vero, è l’unico che a destra sta facendo campagna elettorale. Con toni eccessivi e in alcuni casi scomposti, ma pur sempre battagliero. Vedremo come andrà a finire, ma c’è da giurare che non farà sconti neppure a Zotti.


Roberto Campodonico


Codoni e Salogni stanno gradualmente illustrando i loro punti programmatici, ma si tengono abbottonati, quasi che entrambi abbiano paura di affondare i colpi. Eppure sanno benissimo che solo uno di loro passerà. Da quelle parti c’è una strana calma, ma prima che arrivi giugno qualcosa smuoverà le acque e forse le renderà agitate.

Gli altri, Alessandro Gozzini e Roberto Goffi, pur sapendo di non avere alcuna chance, si tengono pronti a far valere il loro pacchetto di voti al secondo turno, voti che potrebbero rivelarsi determinanti.


Alessandro Gozzini - Roberto Goffi


Questi sono i riti della democrazia e dovremmo essere grati di poterli usare. E se lo strumento principe della nostra democrazia è il libero voto, importanti e per alcuni versi determinanti sono l’informazione e la discussione che si esprimono con tutti i mezzi che il nostro tempo consente. Usiamoli!