Visualizzazione post con etichetta Massimo Ghilardi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Massimo Ghilardi. Mostra tutti i post

sabato 12 agosto 2017

POLO DELLA CULTURA

Goodbye e amen

Ieri ho letto con vivo interesse la lettera indirizzata a Chiariweek dai Consiglieri Comunali Gabriele Zotti e Roberto Campodonico. L’argomento è, tanto per cambiare, il famigerato Polo della Cultura di Chiari.
Evidentemente questo fallimentare progetto, costato alla città una montagna di soldi, grava come un macigno sulla coscienza dei nostri ex amministratori, tanto da diventare ormai un peso insopportabile. L’unico modo per liberarsene è convincersi che se il progetto è fallito miseramente la responsabilità non è loro, ma di altri. Cose già viste e sentite, ma che aggiungono alla narrazione mazzatortiana ulteriori bugie.


Tutto quello che è rimasto del Polo della Cultura
L’ex Sindaco Mazzatorta, asseriva che il suo grandioso progetto era fallito sia per l’opposizione di una sinistra incapace di comprendere la portata della sua rivoluzione amministrativa, sia per il fallimento della Società Eleca. Oggi, i suoi epigoni, riprendendo quel discorso, affermano che il fallimento della Società Eleca è avvenuto 7 anni fa.
Sette anni fa? Sette anni fa si era nel 2010 e in quell’anno fu del tutto evidente che quel progetto non avrebbe mai visto la luce. Anzi, Massimo Ghilardi, in pieno Consiglio Comunale affermò che si era andati alle elezioni (primavera 2009) “consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere” in quanto quello del Polo della Cultura era un “progetto morto”. 
Affermare che la Società Eleca fosse già fallita nell’estate del 2010, mette le cose a posto, perché rimuove ogni responsabilità dalle spalle dei nostri ex Amministratori. Ma la Società Eleca è fallita il 4 novembre del 2013, quindi più di tre anni dopo quegli avvenimenti e ben quattro dalle elezioni del 2009. Eppure all’inizio del 2009 Ghilardi era consapevole che il Polo della Cultura era un progetto morto. Lo era Ghilardi e non lo era il Sindaco? Lo era Ghilardi e non lo erano gli altri Amministratori Comunali? Faccio fatica a credere che Ghilardi avesse qualità divinatorie. 
In verità Ghilardi, dopo essere stato muto per tutti i mesi precedenti se ne uscì con quella sparata quando ormai le cose erano evidenti anche ai ciechi. 
I primi articoli scritti sull’InformaChiari relativamente al Polo della Cultura risalgono al 2007. L’esposto alla Corte dei Conti inviato dai Consiglieri comunali del PD risale al 27 dicembre del 2007. Fra il 2008, e il 2009, vennero pubblicati sull’InformaChiari altri articoli. Nelle varie sedi istituzionali e non, il PD avversò sempre la sciagurata scelta della Giunta Mazzatorta. Furono presentate in Consiglio Comunale almeno due mozioni, fatte decine di interpellanze, rilasciate ai giornali locali innumerevoli interviste. Della questione inoltre si polemizzò sia sul Sito che sul Blog del PD ed infine ci si adoperò fattivamente per la raccolta delle firme contro l’ecomostro. Per non parlare infine delle manifestazioni organizzate dal Pd il 6 febbraio e il 26 giugno 2010.


Il naufragio del Polo della Cultura - Elaborazione grafica di Enzo Maragucci

Venire oggi a parlare di “tesoretto” e di “progettualità seria ed efficiente” è veramente insopportabile. Dopo tutti i danni che avete causato, dopo tutti i soldi sprecati, l’unica cosa che vi resta da fare è mettervi in ginocchio e chiedere sommessamente perdono a tutti i cittadini di Chiari. Altro che pretendere scuse come fa il Consigliere Campodonico, altro che conciare di “benefit da usare a vantaggio della città”!  Quei soldi non rappresentano né un tesoretto né un risarcimento. Erano soldi nostri. 1 milione di euro che avete colpevolmente dato alla Eleca senza la garanzia di stati avanzamento lavori. Per non parlare del Cinema che non c’è più e di tutti i soldi spesi per abbatterlo, i soldi per spostare i tigli, per asfaltare il piazzale, per spese legali, per interessi su tutte le somme spese, per mancati introiti, per studi di progettazione, e chi ne più ne metta. Altro che “positiva e trasparente operazione finanziaria”! 
È sperabile solo che su questa sciagurata vicenda scenda il silenzio e la si consegni agli annali della nostra storia cittadina che la inscriveranno sicuramente fra le cose peggiori fatte dal dopoguerra a oggi.

mercoledì 26 luglio 2017

POLO DELLA CULTURA -

Game over - 

Pensavo che sull’argomento Polo della Cultura non ci fosse ormai più nulla da scrivere. I fiumi di parole spesi per raccontare, quasi in cronaca diretta,  quella disastrosa e fallimentare operazione potevano essere sufficienti per inchiodare alle loro responsabilità i protagonisti della vicenda (leggi qui). 


E invece no. Gli ex Amministratori Comunali affermano che qualcuno deve chiedere scusa a Mazzatorta. Motivo? I 468mila euro recuperati rappresentano un “tesoretto”, frutto dell’ottimo lavoro della precedente Amministrazione, mentre la differenza fra il milione di euro a suo tempo versato alla Eleca e la somma recuperata rappresentano il valore dei lavori eseguiti per alcuni sottoservizi. Peccato però che i 468mila euro se ne siano andati per pagare avvocati e periti, mentre i sottoservizi resteranno inutilizzati sotto terra a futura memoria di questo capolavoro amministrativo.
Il danno effettivo subito dalla città si avvicina ai 2 milioni e mezzo di euro. Altro che tesoretto!
Il Consigliere Campodonico, incurante di tutto, perfino del ridicolo, pretende scuse e incalza indignato affermando che contro questa “brillante operazione” furono gettate accuse infamanti. Vero, tutto vero. Non solo sull’operazione, ma anche su coloro che l’hanno ideata e portata avanti. Mi ricordo infatti le parole, pesanti come pietre, pronunciate in pieno Consiglio Comunale da Massimo Ghilardi, autorevole rappresentante della maggioranza di allora. Le riporto testualmente a beneficio del Consigliere Campodonico: “Andammo alle elezioni con un progetto morto, consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere… Mi sarei aspettato che il responsabile, cioè il Sindaco, facesse un passo avanti e si assumesse la responsabilità di quello che è a tutti gli effetti un fallimento politico. Se non lo farà, lascerà a noi il peso di questa testardaggine. Io non posso accettare di vedermi addossare la stessa identica responsabilità che ha il Sindaco. Io non accetto questa chiamata di correità”.

Ha ragione Campodonico, sono parole infamanti. Parole che però non hanno avuto seguito, forse perché rappresentano l’incontrovertibile verità su questa sciagurata operazione: il più grande fallimento politico-amministrativo della storia recente della città di Chiari.


sabato 28 agosto 2010

Danza macabra



Dal film "Fantasia"
"Una notte sul monte Calvo"
La narrazione che si sta svolgendo sotto i nostri occhi e che ha come protagonisti i pubblici amministratori di Chiari, sta assumendo risvolti da  romanzo gotico di fine settecento, dove i cadaveri  si rincorrono coi fantasmi e i morti pensano di essere vivi.
Quella che doveva essere la saga della “politica del fare” in un caleidoscopio di stupefacenti e straordinari effetti speciali, si sta risolvendo in una danza macabra dove la realtà del “fare” è sostituita da lugubri sogni, da fantasie sepolcrali,  da cupe immaginazioni oniriche.
Cantore di questo rinnovato genere è il consigliere Massimo Ghilardi che in una memorabile seduta del Consiglio Comunale ebbe a dire a proposito del Polo della Cultura “Andammo alle elezioni con un progetto morto, consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere”.   Neppure Horace Walpole sarebbe riuscito a essere più raccapricciante.   Anche perché subito dopo aggiunse   “il sindaco assegnò a Seneci il compito di tumulare il cadavere, perchè era appunto un progetto morto”. Brrr ragazzi, che immagini orrorifiche!  
manifesto del film
"la notte dei morti viventi"
Sollecitato da una prosa tanto evocativa,  il Sindaco cercò di dire la sua invocando con parole accorate la realizzazione di quel fuoco fatuo rappresentato dalla Caserma dei Carabinieri, l’ennesimo paramento funebre dietro cui  nascondere una gigantesca speculazione edilizia, proposta manco a dirlo, da quell’azienda che più di ogni altra ha assecondato il sogno immobiliare di questa giunta.  Ma la crisi impietosa ha freddato sul nascere questo disegno che oggi si vorrebbe farlo rivivere come in un film degli anni 70 sui morti viventi.  Ha voglia il Sindaco a dire che da parte sua non esiste alcuna obiezione a portare avanti questo progetto. La sua realizzazione non è nella sua disponibilità in quanto dipende solo ed esclusivamente dalle possibilità e dalla convenienza della Fin Beton.  Per cui, vista la crisi che interessa il settore immobiliare, i Carabinieri temo aspetteranno qualche tempo prima di avere la tanto promessa e decantata nuova caserma.
locandina del film "L'esorcista"
Dal canto suo, Luca Seneci,  a tutti gli effetti “Sindaco facente funzioni”, approfittando degli impegni parlamentari del Senatore e della canicola agostana, ha pensato bene di tumulare in quattro e quattr’otto il cadavere del Polo della Cultura. Quando fa un caldo da morire i cadaveri vanno messi sottoterra alla svelta e il nostro vice sindaco non è tipo che perde tempo.  Anzi visto che c’era ha suggerito di dare una soluzione finale alla richiesta della cittadinanza di avere un auditorium.  Evocando il fantasma del Teatrino Comunale, atterrato come qualcuno ricorderà dai suoi vecchi amici della Democrazia Cristiana, oggi egli propone di riportarlo in vita forse con l’ennesimo “progetto di idee” e qualche messa cantata.
Dato che il genere è diventato ormai di moda, questa Giunta ha pensato bene di lanciare un’asta pubblica per la vendita di cappelle mortuarie di varia grandezza, nella convinzione che per il caro estinto  non si badi a spese.  Non era una proposta per risolvere il problema della capienza cimiteriale che pure esiste, ma solo un mezzo per racimolare un po’ di soldi per fare qualcosa. Poiché, nel caso specifico,  la gente ha  badato più al portafoglio che alle onoranze,  il risultato è stato quanto mai deludente, costringendo i nostri addolorati amministratori a cospargersi il capo di cenere.        
Qui mi sa che fra cadaveri da tumulare, progetti morti  e fantasmi evocati, per mandare avanti la baracca non ci sia più bisogno di un sindaco, ma di un impresario di onoranze funebri o, meglio ancora, di un esorcista.  Requiescant in pace!





mercoledì 14 luglio 2010

Polo della Cultura: un cadavere da tumulare

Il Consigliere Comunale
Massimo Ghilardi
“Andammo alle elezioni con un progetto morto, consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere” . Queste parole, pronunciate dal Consigliere Comunale del Pdl Massimo Ghilardi in relazione al Polo della Cultura, fanno giustizia di tutta la montagna di falsità che si è costruita attorno a questo progetto. Fiore all’occhiello della Giunta Mazzatorta, sintesi più alta della sua sedicente capacità progettuale, punto focale del programma elettorale del Sindaco, alla fine si rivela per quello che è: un vero e proprio cadavere da tumulare.
L’avesse pronunciata un rappresentante della minoranza, sarebbe stato tacciato di faziosità e indicato al pubblico disprezzo. Esposta da un rappresentante autorevole della maggioranza, rappresenta una dichiarazione di fallimento di tutta una politica.
La requisitoria del Consigliere Ghilardi (che avrebbe potuto essere detta da un rappresentante della minoranza, in quanto ne ricalca in modo puntuale tutti i temi sin qui esposti su questo progetto), viene pronunciata in una seduta di Consiglio Comunale, riunito per discutere su una richiesta dell’opposizione di costituire una Commissione Consiliare d’indagine sul Polo della Cultura.
Il sen.Sindaco
Avv. Sandro Mazzatorta
Essa, oltre a indicare precise responsabilità politiche nella figura del Senatore Sindaco, cerca di marcare precise distanze da questo progetto: “Mi sarei aspettato che il responsabile, cioè il Sindaco, facesse un passo avanti e si assumesse la responsabilità di quello che è, a tutti gli effetti, un fallimento politico. Se non lo farà, lascerà a noi il peso di questa testardaggine. Io non posso accettare di vedermi addossare la stessa identica responsabilità che ha il Sindaco. Io non accetto questa chiamata di correità”.
Parole pesanti, che fanno capire come all’interno dell’Amministrazione Comunale si sia aperta una vera e propria “redde rationem”, una resa dei conti finale il cui esito non è per nulla scontato.
Ormai siamo alla lotta feroce anche all’interno degli stessi partiti. E se la Lega per bocca dei suoi rappresentanti fa muro attorno al Sindaco, all’interno del Pdl si scatena la bagarre fra Ghilardi e Seneci, accusato quest’ultimo di essere caduto nell’astuta rete tesa dal Sindaco che ha affidato proprio al Pdl la delega per la realizzazione del Polo della Cultura: “il sindaco assegnò a Seneci il compito di tumulare il cadavere, perchè era appunto un progetto morto”.
Ma il tentativo di marcare le distanze risulta abbastanza difficile da realizzare. Se il primo responsabile è il Sindaco, nessuno può chiamarsi fuori, perchè come dice Moretti “su questo argomento se mancava un assessore non si decideva nulla. Si aspettava di essere al completo e si decideva all’interno di un assise plenaria” .
Come si uscirà da questo “cul de sac”? Nessuno lo sa di preciso, anche se il rischio è quello che sul cadavere del Polo della Cultura si giochi la solita sporca partita delle poltrone. Il Pdl è consapevole della debolezza attuale del sindaco. Oggi egli non si può più permettere il bel gesto fatto nel 2007. La retorica dell’uomo del fare che non si piega ai bizantinismi dei politicanti questa volta ci sarà risparmiata. Egli oggi è Senatore della Repubblica e sa benissimo che eventuali sue dimissioni costituirebbero un grosso problema per la sua carriera politica. Il Pdl quindi, forzando un po’ la mano, potrebbe riuscire a imporgli un rimpasto di giunta, per portare a casa qualche assessorato che, ne siamo sicuri, farebbe di colpo passare il mal di pancia a molti soggetti.
Il cantiere del Polo della Cultura
Questo è uno dei motivi per cui i rappresentanti del Pdl non hanno votato per la costituzione della Commissione Consiliare d’inchiesta, dichiarando nei fatti che il pronunciamento aveva altri scopi che non quello di mettere il Sindaco di fronte alle sue responsabilità.
Questi è abbastanza scaltro da capire il gioco e accettare un simile ricatto. Un male minore, un salvacondotto per uscire dall’angolo in cui si è ficcato. Per il resto, non mancherà certo la capacità retorica di addossare al “nemico” (il Pd, Lorini, la Marella, il Lupo Mannaro) la responsabilità di questo suo clamoroso fallimento. D’altra parte il Sindaco stesso, in pieno Consiglio, ne ha dato un ampio assaggio quando ha inveito in modo violento e disgustoso, non contro Ghilardi che lo aveva attaccato e accusato pesantemente, ma contro Lorini, reo su questo argomento, di averlo tenuto costantemente sulla corda e di aver sistematicamente messo in evidenza le innumerevoli contraddizioni di questo progetto, finalmente riconosciute ufficialmente anche dalla maggioranza.
Egli ha ribadito il concetto che la politica è sangue e merda. E dove c’è sangue e merda la morale si lascia da parte e per andare avanti e per tenere stretta la “cadrega”, si possono tranquillamente utilizzare in modo sistematico menzogne e falsità, come quella di raccontare la bella favola di un grandioso progetto che doveva dare a Chiari il più importante e suggestivo contenitore degli ultimi 50 anni e che era invece semplicemente un cadavere, buono solo per essere tumulato.