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giovedì 16 gennaio 2014
lunedì 6 febbraio 2012
Derelitte
Come era stato chiesto da questo blog, il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Bertinotti Formenti ha avuto due incontri con le competenti Commissioni consiliari per discutere in merito alla ristrutturazione dello stabile delle Derelitte e alle relative politiche socio-assistenziali.
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lo stabile delle Derelitte |
Questo di per sè è stato un fatto positivo perchè ha portato all’attenzione del Consiglio Comunale, organo rappresentativo di tutta la cittadinanza, un problema di rilevante portata. Forse sarebbe stato meglio tenere questo incontro prima di rilasciare dichiarazioni agli organi di stampa, ma sempre meglio che niente.
Rimangono alcune forti perplessità:
1) è stato affermato che l’ex “Conventino” non verrà venduto. Ottima notizia. Resta però da capire da dove sia uscita l’indiscrezione che sarebbe stato destinato “al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali”. La fonte giornalista di solito riporta dichiarazioni di prima mano assunte in ambienti molto vicini al sindaco e ai suoi collaboratori. Se è stato scritto questo, sicuramente qualcuno quella frase la deve aver pronunciata e se l’ha pronunciata significa che ha allungato gli occhi sulla pregiata struttura. La notizia della “non vendita” è buona, ma i dubbi restano;
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il cortile delle Derelitte |
2) il Presidente della Fondazione ha spiegato che la riqualificazione dell’immobile era necessaria in quanto la struttura era ormai pericolante. Non facciamo fatica a crederlo visto che di questa ristrutturazione si parla da almeno 30 anni. E' bene recuperare all'uso della Comunità clarense un importante complesso edilizio di pregevole valenza storica e monumentale La copertura finanziaria dell’operazione è data dai proventi degli espropri BreBeMi e TAV e quindi non ci dovrebbe essere bisogno di ulteriori alienazioni di patrimonio. Bene.
Facciamo un inciso. Lo stabile delle Derelitte ha grosso modo una superficie utile pari a quella dell’ex Comune-Anagrafe-Carceri. Il costo preventivato per il suo recupero, pur aggiungendo un ragionevole incremento dovuto a qualche imprevisto, è meno della metà di di quello del Nuovo Museo della Città. A costo di essere noiosi, riaffermiamo che la ristrutturazione dell’ex Comune è costata una follia, anzi un treno di “ampolle di sangue”.
3) il Presidente Franzoglio è stato abbastanza chiaro nell’esporre i dati riguardanti gli aspetti immobiliari dell’operazione, ma è stato molto vago sugli aspetti di politica socio-assistenziale. Le perplessità espresse nel mio precedente post rimangono tutte. Affermare di essere disponibili a valutare eventuali suggerimenti, non toglie dalla testa i dubbi che si sta portando avanti un’operazione, pur necessaria, senza aver bene in mente cosa fare una volta recuperato lo stabile;
4) a questo punto sarebbe utile sapere quale sia la posizione del Comune e in particolare dell’Assessorato alle Politiche sociali e servizi alla persona. Pur facendo salva l’autonomia gestionale del Consiglio della Fondazione, occorre che l’Assessore faccia da tramite fra il Comune e la Fondazione (e le Fondazioni sarebbe meglio dire) per sviluppare assieme un piano integrato di politiche socio-assistenziali nei confronti di giovani, anziani e persone in difficoltà. Occorre vincere le tendenze a rinchiudersi nei propri cortili, a pensare che la Fondazione di cui si è amministratore pro-tempore, sia il luogo da salvaguardare da ingerenze esterne. Questa sembra essere la volontà manifestata dalla Fondazione Bertinotti Formenti e si può auspicare che si perseveri in questa direzione. Le Fondazioni sono un patrimonio della città, beni che ci sono stati tramandati dai nostri padri, beni che devono servire a dare sostegno ai bisognosi, non fortilizi in cui rinchiudersi, non mezzi per fare affari.
sabato 14 gennaio 2012
Terra bruciata
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Il centro storico di Chiari |
Bene. Ora che tutto quello che c’era da vendere del patrimonio comunale è stato venduto, ora che i tanto sbandierati soldi piovuti da Stato, Regione e Provincia sono stati spesi, cos’è che rimane in tasca a questa Giunta per fare qualcosa di decente e far vedere di esistere nel suo secondo mandato?
I tanti progetti che avrebbero dovuto svegliare la sonnolenta Chiari dal suo lungo torpore, sono rimasti, ahimè, sulla carta. I Poli scolastici, la Caserma dei Carabinieri, la riqualificazione di viale Mazzini, per non parlare di quel capolavoro mai nato del Polo della Cultura, sono lì a testimoniare il fallimento di una politica fatta di tanti annunci, molte parole e pochi fatti.
Ora è giunto il tempo per il Sindaco Mazzatorta di rompere gli indugi e sfilarci dalle tasche, applicando l’Addizionale Irpef, la bella somma di 1 milione di euro. Ma capite bene che una cosa è mettere una tassa e un’altra cosa è avere la disponibilità immediata di quei soldi. E’ un bel problema!
Come un problema è quello della impossibilità di indebitare ulteriormente il Comune o di incassare, causa la crisi, quegli oneri di urbanizzazione che in passato si sono utilizzati a piene mani.
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Le Fondazioni di Chiari |
Cosa rimane allora di già pronto nella nostra “carte du jour”? Beh, c’è la grande portata delle Fondazioni, ripiena di euro inoperosi, farcita di cespiti pregiati che possono alimentare lucrose provvigini e begli affari se si sa come collocarli sul mercato. Per non parlare poi dei lavori che si avviano e dei guadagni che si realizzano. In un mercato immobiliare fermo, si tratta di una bella manna. Tanto non si spende e non si rischia "di proprio".
Si è incominciato con la Fondazione Saturno-Corradini, il cui patrimonio, dopo il suo azzeramento, è passato nelle disponibilità del Comune (660 mila euro).
Si è proseguito con l’Istituto Morcelliano. Qui il patrimonio “non è poco”: si parla di oltre 10 milioni di euro, che nelle intenzioni avrebbero dovuto essere divisi a metà fra il Comune e la Parrocchia, “metà di qua e metà di là”, secondo le illuminanti parole del nostro Sindaco. L’affare per il momento si è arenato e il Presidente don Alberto Boscaglia è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni e a riporre nel cassetto il grandioso progetto del golf a nove buche contornato da meravigliose ville di lusso.
L’Opera Pia Bettolini invece il suo progetto l’ha avviato. Raso al suolo il Centro Diurno costruito all’inizio degli anni ’80 con i soldi derivanti dalla vendita di parte del proprio patrimonio immobiliare, ha intenzione di realizzare degli immobili che dovrebbero essere destinati, in parte a uso commerciale, in parte ad uso abitativo.
Altrettanto sembra voler fare la Fondazione Bertinotti Formenti con la sistemazione del grande edificio delle ex Derelitte. Qui la spesa dell’operazione ammonta a quasi tre milioni di euro e sembra comportare un codicillo, almeno stando a quanto riportato da giornali di solito ben informati su quello che avviene nei palazzi della politica.
Il codicillo riguarda l’ex Conventino che nella ipotesi dovrebbe essere destinato “al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali”.
In tale contesto, quello che rimane non detto è l’aspetto socio-assistenziale. In tutti gli articoli apparsi sui giornali locali, sui resoconti delle varie agenzie di informazione del Comune e sulle interviste rilasciate dai nostri pubblici amministratori , ci si dilunga molto sugli aspetti immobiliari, ma poco o nulla si dice sugli aspetti che dovrebbero più interessare e che sono quelli che attengono alle politiche socio-assistenziali delle Fondazioni e di conseguenza anche del Comune.
Che ne faremo oltre che incamerarlo del patrimonio della Saturno-Corradini?
Qual’è la necessità che spinge l’Istituto Morcelliano a modificare il proprio Statuto al solo scopo di regalare al Comune la metà del proprio patrimonio?
Perchè si è raso al suolo il Centro Diurno creato non più di trenta anni fa, sperperando così il patrimonio dell’Opera Pia Bettolini che è patrimonio della città di Chiari? Quali e quanti cespiti immobiliari sono stati venduti per realizzare le nuove opere. Chi ne ha promosso la vendita?
Quali cespiti ha intenzione di vendere la Fondazione Bertinotti-Formenti per restaurare l’edificio delle ex Derelitte? Chi ne curerà la vendita? Qual’è nel dettaglio il piano socio-assistenziale che sta alla base di questo restauro?
Quale necessità ha la Fondazione Bertinotti-Formenti di vendere l’edificio dell’ex Conventino, immobile di pregio che sorge nel cuore di Chiari e che è stato restaurato e portato all’antico splendore pochi anni fa, con soluzioni esplicitamente calibrate sul progetto di "Casa Famiglia"?
Penso che di fronte a questa inaudita decisione ci dovrebbe essere la decisa e vibrata ribellione di tutta la cittadinanza oltre che della politica. Qui non è tanto in ballo la sorte di una Fondazione, ma il destino stesso della nostra città che rischia di diventare, dopo il passaggio dei “barbari”, terra bruciata.
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