Visualizzazione post con etichetta Luca Gorlani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Luca Gorlani. Mostra tutti i post

domenica 10 novembre 2013

Una città senza memoria è una città senza futuro

Ricevo e pubblico volentieri il seguente post:

"Il bastimento del comandante Mazzatorta si è incagliato. 10 anni di governo intriso di una visione dirigista, autoreferenziale, che si è agitata fra volontà di potenza e incapacità concreta, ha perso la bussola fra le nebbie degli interessi personali, pensando a viaggi fantastici irrealizzabili e costosi, buttando a mare quei carichi che invece poteva portare comodamente in porto.  
In che altro modo chiamare le vicende legate al polo della cultura-Eleca e delle risorse economiche buttate via per quell’opera (si abbatté pure un cinema storico senza nessuna discussione in merito!); come possiamo chiamare gli esuberanti costi delle ristrutturazioni del museo della città, del vecchio comune di piazza Zanardelli attualmente inutilizzati e di cui questa maggioranza non ha indicato nessun convincente modo di utilizzo? Delle rotonde più belle d’Europa esposte a costi stratosferici e a rifacimenti fra buche e cause civili. Chi rivendica le magnifiche sorti e progressive di questa giunta, dovrà pure avere un rapporto con la realtà ricordando i fallimenti riguardanti il progetto dei poli scolastici, della caserma dei carabinieri, del “fisiologico travaso” mai avvenuto dei lavoratori della NK nel polo logistico Auchan (altra ferita nella nostra campagna). Di un PGT che si poneva una prospettiva costruttiva esorbitante e che non è mai stato realizzato. La ciurma, non è stata in grado di ricompattarsi attorno a quel fare che ha così tanto evocato il suo assente capitano, perché lui stesso non è stato in grado di tenerla unita e solo un senso di preoccupante sudditanza l’ha aggregata. In mezzo a questo disastro, oggi, tre rappresentati della maggioranza, ci avvertono, tramite un manifesto, che la è colpa soprattutto del male che alberga nel PDL, e ovviamente, nella minoranza. Responsabilità delle umane debolezze che l’imminente campagna elettorale mette ancor più in evidenza.  I dissidi invece non sono personalistici, lo divengono pure, ma nascono dal modo con cui si è gestita la cosa pubblica e che prima ricordavamo, del come si sono realizzate modalità di rapporto e di confronto, anche umane, all’interno di quella maggioranza che oggi non c’è più. Era troppo chiedere che questi iniziassero facendo un bilancio serio, almeno di questo mandato? Un consuntivo, come si sa, non è solo  rappresentato dai guadagni, ma anche costi. No…, le responsabilità in questo documento sono attribuite esclusivamente ai cattivi, tra l’altro nominati in modo incomprensibile ai più, con le forme esoteriche della politica politicante, sintomo di chi non vuole trasparenza, ma agitare le acque per intorpidire ulteriormente. Si lamenta di una mancata coesione politica che non darebbe così riscontro positivo agli investitori, esponendo la cittadinanza, “la clarensità” ad esserne così una vittima sacrificale. Anche qui un minimo di autocritica, un pizzico di ragionamento dovrebbe essere il filo conduttore di chi fa politica: non hanno nulla da rimproverarsi i tre che sostengono la maggioranza? Non hanno niente da rimproverarsi il sindaco e la Lega? I tre ci avvertono che la presunta candidatura alle prossime elezioni amministrative, di uno dei migliori esponenti della società clarense pesa di più, nel ragionamento che stiamo facendo, rispetto alle notizie di arresto di esponenti di primo piano della Lega? Pesa di più la presunta mancanza di propositività della minoranza rispetto alla querelle, che ha coinvolto esponenti della maggioranza riguardo a conflitti di interessi interni alla giunta e alla maggioranza? Questi fatti non danneggiano la nostra comunità rispetto a chi esternamente vorrebbe procedere a fare investimenti nel nostro comune? Queste stesse modalità non mettono in stato di coma quella clarensità, quel modo di vivere la città che era denominata come una Atene della bassa?
Così lo scontro per la gestione della polis, non si alza dal fango in cui anche questa l’ha ficcata, in quella mota, ci sguazza, nel buio del marasma in cui si dibatte, aggiungendo fango su fango. Se i tre volevano dire: prima viene la cittadinanza, prima viene il bene comune di tutti, ebbene questa loro evocazione si perde in una prosa scomposta, vittima di una chiacchiericcio che fa leva su un male tutto italiano e che non possiamo fare si che si estenda oltre: la perdita di memoria e di storia, primo bene comune che invece dobbiamo risvegliare per il bene della città e di tutti i suoi cittadini."

Luca Gorlani

mercoledì 8 febbraio 2012

Per una svolta radicale

Ricevo e volentieri pubblico lo scritto inviatomi da Luca Gorlani.
E’ un ragionamento, peraltro già pubblicato su  Facebook, che apre al grande dibattito che presto sarà avviato in vista delle prossime elezioni amministrative del 2014. Molti sono i temi sollevati e molti gli spunti di approfondimento. Penso sia il caso di cominciare quella riflessione che deve vedere coinvolti nei prossimi mesi, partiti, forze sociali e società civile.

Che fare?
Le elezioni amministrative a Chiari si terranno nella primavera del 2014. Ai
più questa potrà sembrare come una non notizia. Per chi ha invece a cuore le
sorti della comunità clarense dovrebbe suonare come un campanello di sveglia!
Mi riferisco ovviamente a tutti coloro che pensano che l’attuale maggioranza
politica che governa la città debba divenire minoranza. Si dirà: i tempi sono
prematuri, come si fa a preconizzare un progetto vista la sdrucciolevole e
precaria condizione della politica locale e no? Penso più prosaicamente invece
che i tempi di tutto ciò siano non solo maturi, ma se si vuole realizzare un
progetto politico che abbia una qualche radice si sia già in ritardo. E si è in
ritardo rispetto a queste tematiche che a me paiono fondanti:
1. Non si da un progetto e un programma politico da anteporre al centro destra
all’interno di uno schieramento canonico di centro sinistra come quello
costituito nelle due ultime tornate amministrative. Le esperienze locali che si
sono espresse con chiarezza e anche radicalità di contenuti, abbassando il tono
dell’identità politica sono state premiate, ciò deve essere preso a modello.
2. Sarà una sconfitta costruire un programma politico, per quanto si voglia
bellissimo, intelligentissimo, colto e lungimirante se questo non è sostenuto
da un moto popolare più profondo e che va oltre le cucinerie dei partiti, delle
associazioni, dei cani sciolti che pesano.
3. Non si costruisce un progetto e un programma politico se non si esprime un
chiaro messaggio realmente alternativo al centro destra. Questo dovrà
realizzarsi in modo da essere articolato con chiarezza anche simbolica e non
fare il verso a quello leghista sulla sicurezza intesa come ordine pubblico. Ma
non deve essere un proclama amministrativo ma pienamente politico. Dire: “la
nostra politica è amministrare” è un grave errore che concede ad un tecnicismo
che svuota il termine politica della sua essenza.
4. Un programma e un progetto politico deve indicare una strada municipale per
affrontare la crisi attuale. Deve produrre risposte credibili riguardo al come,
al cosa e al come produrre in questo territorio non da qui a cinque anni, ma da
qui a dieci, vent’anni. E in particolare riguardo alle energie, alla qualità
dell’acqua, dell’agricoltura e della mobilità del comprensorio di Chiari.
5. Deve essere data credibile risposta a questi temi: Trafilerie Gnutti e suo
rapporto con la municipalità; la questione immigrazione: è necessaria una
diversa prospettiva di governo e relazione con questa realtà. Mettere al centro
il tema della ricostruzione della comunità clarense attraverso azioni
culturali, sociali e urbanistiche atte a ricomporre un territorio lacerato sia
in termini ambientali, ma ancor di più sotto quelli sociali e relazionali. Non
può, non deve essere la paura l’unico minimo comun denominatore partecipativo,
non può esserlo solo la merce comprata e scambiata. Quale chiara disposizione
urbanistica attorno alle ferite arrecate al territorio clarense dalle grandi
opere. Le politiche sociali e culturali intese nella prospettiva di una piena
partecipazione delle persone portatrici di risorse personali e non di
problemi.
6. Chiari ha bisogno di realizzare un progetto scolastico adeguato non solo ai
tempi attuali, ma di quelli a venire. Un progetto politico deve indirizzare i
suoi sforzi in maniera prioritaria su questo tema specifico.
7. Aprire al mondo giovanile favorendo la partecipazione politica. Ai giovani
dobbiamo guardare per fare in modo che siano testimoni attivi di questo
progetto che non si interrompa con questa tornata elettorale.
Una svolta radicale, uso questo termine non a sproposito, per realizzarlo
dovremmo avere la forza di partire sin da oggi a discuterlo con tutti quelli
che hanno la voglia e la determinazione di realizzare davvero un'altra
municipalità.

Luca Gorlani