lunedì 29 aprile 2024

GIORGIA ZOTTI

“Le idee ci sono i progetti anche”. Questa la dichiarazione che Gabriele Zotti aveva fatto alla stampa una decina di giorni fa. L’appuntamento per presentare agli elettori idee e progetti era rimandato a sabato 27 aprile. In quella stessa occasione avrebbe ufficialmente reso nota la compagine di appoggio alla sua candidatura. 


Visto il numero delle liste indicate, ci si sarebbe aspettato un’affluenza massiccia di persone, curiose di conoscere programma e candidati. 

Le immagini dell’evento nulla o poco dicono del programma. Meno ancora dicono gli articoli a corredo.

Claudio Prandelli e Gabriele Zotti

Una cosa però l’abbiamo capita. Nonostante fosse un appuntamento conviviale, la presenza dei cittadini è stata abbastanza scarsa. Non solo non si sono visti bagni di folla o masse festanti, ma si può tranquillamente dire, guardando le immagini, che fossero più numerose le liste dei loro rappresentanti.

Con il tempo, Gabriele Zotti avrà la cortesia di farci conoscere le “idee e i progetti” che ha in mente. Richiesta sensata, visto che egli è accreditato come uno dei possibili vincitori della partita e quindi prossimo sindaco della città. I maggiori interessati dovrebbero essere i suoi elettori e i suoi alleati.


A proposito di alleati, conviene dire qualcosa. 

La Lega, quella che nel 2019 aveva realizzato un risultato sensazionale, si è ridotta a fare l’umile ancella del candidato Zotti. Roberto Campodonico, suo malgrado, ha dovuto chinare la testa e rispondere “obbedisco” agli ultimatum dei suoi Organi Centrali. Non so se questo farà piacere ai molti leghisti clarensi di cui riconosco passione politica e autonomia decisionale. Campodonico, che continua a fare campagna elettorale come nulla fosse successo, crede fermamente in una sua affermazione personale, affermazione che sarà utilizzata, in caso di vittoria, nella spartizione degli incarichi di potere. Resta da chiarire se il simbolo della Lega debba indicare Salvini Lombardia o Salvini Premier. Il secondo penso sia inopportuno visto che un premier l’abbiamo e si chiama Giorgia Meloni.


Quello che più fa impressione è vedere il simbolo di Forza Italia nel mucchio della “Civica con Zotti”. Che fine ha fatto il partito che fu di Silvio Berlusconi, il partito che da sempre ha rappresentato l’ala moderata della destra italiana? Messo nel mezzo, tra una Lombardia Ideale e una Unione di Centro, sembra esprimere il disagio di un partito che mal sopporta lo spostamento a destra dell’alleanza creata a suo tempo da Berlusconi, alleanza che vedeva nel cavaliere di Arcore il suo dominus e il suo garante a livello internazionale.


Oggi il garante è Giorgia Meloni, un personaggio che nello spazio di qualche anno ha fatto delle giravolte rocambolesche e ha cercato di accreditarsi come soggetto moderato, eliminando dal suo repertorio, le frasi incendiarie sull’Europa matrigna e sull’euro da cui bisognava uscire in quanto moneta dannosa. 

 

Si presenta alle Elezioni Europee, ben sapendo che non andrà in Europa. Un bluff clamoroso di cui devono essere coscienti gli elettori. Dubito però che questo abbia qualche effetto. Giorgia farà il pieno di voti, anche a scapito dei suoi alleati e Gabriele Zotti, che non ci dice niente sulle sue idee e sui suoi progetti, spera di beneficiare di questa pioggia d’oro che scenderà dal cielo. 


Sappia però che i cittadini hanno ben preciso l’obiettivo: il sindaco della Città deve essere una persona capace e in grado di esprimere idee e programmi che aiutino Chiari a crescere e diventare sempre più prospera. Nascondersi dietro Giorgia Meloni non è detto che l’aiuti.


venerdì 26 aprile 2024

PERCHÉ È UN BRAVO RAGAZZO

Molti di coloro che appoggiano la candidatura di Marco Salogni a Sindaco di Chiari, lo fanno perché convinti che egli sia “un bravo ragazzo”. Un ragazzo umile e disponibile che farà solo del bene alla nostra Città.

Ebbene, a costo di andare controcorrente, cercherò di contraddire questa narrazione, ritenendola fuorviante e alla fine dannosa.

Innanzitutto cosa vuol dire essere “un bravo ragazzo”?  In politica questa reputazione non ha alcun valore; anche perché, a ben vedere, quasi tutti i candidati alla carica di sindaco di Chiari sono bravi ragazzi. Essere un bravo ragazzo è una caratteristica pre politica, qualcosa che se esiste, non costituisce di per sé una condizione che fa di una persona un buon politico. Un buon politico deve avere autorevolezza, visione, competenza, capacità amministrativa.

Marco Salogni

Affermare che “è giovane e si farà” è come ammettere che tutte le caratteristiche di cui sopra non ci sono e che si acquisiranno nel tempo, governando? Ora io chiedo: “dovendo subire un operazione al cuore vi affidereste a un chirurgo inesperto, ma di cui si dice un gran bene in quanto umile e di buone maniere”? Io penso di no. Se dovete andare sotto i ferri, certamente vi affiderete a una persona esperta e capace. E se questo vale per un chirurgo perché mai non dovrebbe valere per coloro che devono governare le nostre città e il nostro Stato? L’assurda idea del “uno vale uno” ha creato in questi anni disastri epocali.


Dire “è un bravo ragazzo” significa anche che è corretto e irreprensibile nell’agire. A questo proposito io penso che su Marco Salogni ci sia qualcosa da dire. 

Innanzitutto il suo modo di presentare la sua candidatura. Egli è stato sempre un rappresentante del PD. Ne è stato segretario e in quanto membro di quel partito è stato eletto alla carica di Presidente di Chiari Servizi Srl. Quindi inventarsi oggi un Comitato Civico, in cui peraltro sono presenti personalità vicine al PD, che gli chiede di porsi al servizio della Città di Chiari candidandosi a Sindaco, sembra un modo di fare surrettizio e poco trasparente. 

Il Comitato a mio parere, è il mezzo che consente a molte persone di far parte dell’avventura senza doversi sentire politicamente legate a un partito di cui evidentemente non si condividono completamente politica e ideali.


Si dice che Chiari Servizi sotto la guida di Salogni ha realizzato importanti progetti tra cui la raccolta differenziata e la farmacia comunale.


Marco Salogni

Bene, la raccolta differenziata a Chiari è stata un progetto di grande successo. Politicamente il principale merito è da attribuire a Massimo Vizzardi e alla sua lista civica “Per una Chiari Virtuosa”. Sono loro che maggiormente hanno spinto perché si realizzasse a Chiari questa importante riforma. Dal punto di vista operativo il merito va dato all’attuale Presidente del Consiglio d’Amministrazione Gianluca Delbarba. Egli aveva le competenze tecniche e manageriali per far partire nel migliore dei modi il nuovo procedimento di raccolta dei rifiuti urbani. Salogni ha cercato di imparare da Del Barba, ma evidentemente con scarso profitto visto che il Sindaco ha revocato il suo mandato. I veri motivi di questa decisione sarà bene che emergano prima delle elezioni per dare la possibilità ai cittadini di valutare appieno le capacità di uno dei principali candidati. A me la narrazione che vuole Salogni eliminato perché avrebbe potuto fare ombra al Sindaco Vizzardi mi sembra, prima che improbabile, ridicola.


Raccolta differenziata porta a porta


Vero è che Salogni si è creato una certa fama raccogliendo le telefonate dei cittadini per rifiuti abbandonati per strada e altre esigenze, rispondendo sempre con premura e cortesia. Ma può un Presidente di una Municipalizzata ridursi al compito di centralino reclami?

Quanto alla Farmacia Comunale, non mi pare che il contenzioso aperto con ASST Franciacorta dimostri una gestione oculata della sua realizzazione. Dopo la revoca dell’incarico a Salogni, è stato possibile pervenire a una definizione del contenzioso attraverso un accordo bonario che però ha previsto l’esborso da parte di Chiari Servizi della somma di 60mila euro per adeguare la struttura alle richieste che si presumono legittime di ASST Franciacorta.


Un’altra cosa che fa pensare all’inadeguatezza di Salogni è il fatto che non menzioni mai o solo di sfuggita il lavoro realizzato negli ultimi 10 anni. Eppure di cose importanti in questi dieci anni ne sono state fatte e altre sono in corso di realizzazione. Salogni non ne parla, quasi che fossero cose scontate o di poca utilità. Eppure da un candidato che si definisce progressista, quelle realizzazioni dovrebbero essere esaltate, perché rispondono a bisogni reali della comunità quali: l’istruzione, la cultura e la sicurezza. In particolare trovo alquanto singolare che non parli dei soldi arrivati a Chiari tramite la Buona Scuola di Renzi. Se a Chiari abbiamo due scuole di livello europeo è perché il Governo Renzi ha investito, tramite fondi Bei e altri fondi inoperosi, più di 9 miliardi nell’edilizia scolastica. Renzi era, oltre che Presidente del Consiglio su indicazione del PD, anche Segretario Nazionale di quel Partito. Perché non fare di questo fatto un proprio merito? Forse perché lodare Renzi dispiace all’ala oltranzista del PD oggi maggioritaria?





Salogni vuole essere il campione degli ultimi, il difensore di chi non ce la fa, dimenticando che il Comune è già il principale presidio contro il disagio sociale. Negli ultimi dieci anni, pur in presenza di una ristrettezza di risorse, la spesa sociale è quasi triplicata, segno dell’aumentata difficoltà di una parte della popolazione, ma anche di una maggiore attenzione riservata a questi cittadini da parte dei Servizi Sociali Comunali. Oggi il “bravo ragazzo” chiede di fare di più, presentandosi come un “nuovo profeta” che chiede ai suoi compagni di missione “di consumare le scarpe per stare nelle strade, nei quartieri, tra le persone, per toccare con mano le sofferenze e le difficoltà di questa città”. Insomma una nuova ideologia pauperistica che tende ad affiancarsi alla decrescita felice di grillina memoria e che non tiene conto che per distribuire le risorse bisogna prima crearle. Solo se la città cresce e diventa più prospera sarà possibile l’allargamento del welfare e il sostegno a quelle persone di cui si fa paladino. 


In ultimo riporto due episodi che fanno capire qualcosa in più del personaggio. Mi riferisco a una sua proposta (marzo 2024) presa di sana pianta dal programma di mandato della Sindaca di Brescia Laura Castelletti. Un plagio clamoroso che è testimonianza di una preparazione affrettata e un po’ pasticciona. 



Alcuni parlano di colpa lieve, di ingenuità. Ma ingenuità non vuol dire genuinità. D’altra parte, a 40 giorni dal voto, rappresentanti del Comitato che ha preso il suo nome, sono ancora in giro a raccattare pareri. La parola magica è “ascolto”. L’ascolto va bene se tu hai qualcosa da dire. Allora l’ascolto diventa dialogo. Ma se ti affidi all’ascolto esclusivamente per mettere assieme un programma elettorale che abbia un senso, allora significa avere poche idee e pure confuse.


L’altro caso è il saluto al candidato Zotti. Io pensavo che Salogni si fosse trovato lì per caso e che quindi non avesse potuto fare a meno di fermarsi. Invece, a quanto narrato dal settimanale Chiari Week, Salogni è andato lì con una rappresentanza del suo Comitato. 


Gabriele Zotti e Marco Salogni

Un modo per legittimarsi reciprocamente di fronte alla popolazione di Chiari come i due principali protagonisti delle prossime elezioni comunali. Nulla di spontaneo quindi e nessun fair play. Solo convenienza politica.


Strano che Salogni non abbia sentito se non il dovere, almeno la premura di inviare un messaggio di vicinanza e solidarietà a Claudio Kulla per la vergognosa gazzarra razzista orchestrata nei suoi confronti dai curatori della pagina "Sei di Chiari se…", ma ha pensato che fosse bene, che fosse cosa giusta porgere il suo saluto e le congratulazioni sue personali e del suo Comitato a Gabriele Zotti.

Come si dice, ognuno è la somma delle scelte che fa.


martedì 23 aprile 2024

LEGA LEGATA

"Ho fatto un passo di lato sulla mia candidatura a Sindaco di Chiari per la Lega e l’impegno politico mio personale e del mio Partito è confluito nella coalizione di centrodestra a sostegno del candidato Sindaco Zotti, secondo le direttive della sede centrale della Lega".


Questo lo stringato comunicato pubblicato stamattina sulla sua pagina Facebook dall'ex candidato Sindaco Roberto Campodonico. Da esso si desume che il sacrificio di Campodonico è stato richiesto dalla sede centrale della Lega, attuando un vero e proprio commissariamento della sezione di Chiari. 


Roberto Campodonico



Gli elettori della Lega e tutti i cittadini, ora sanno  che i destini della nostra città non vengono decisi a Chiari, ma altrove, cioè nelle segrete stanze di organi centrali che poco o nulla sanno delle dinamiche clarensi, ma decidono tutto sulla base delle convenienze di potere e delle zone di influenza.

Più che un passo di lato sembra un passo indietro. Il partito che cinque anni fa alle Elezioni Europee aveva realizzato a Chiari un risultato impressionante, portando a casa il 36,6%, oggi è costretto a fare da ancella al partito della premier Meloni. 


Certamente in questa decisione ha pesato la debacle subita dalla Lega di Cugini, che sempre cinque anni fa aveva perso nella stessa giornata circa 2 mila voti. A Brescia devono aver pensato di non poter fare la stessa fine. Rischierebbero di consegnare la città al centrosinistra per altri dieci anni. Si punta tutto su Zotti, cercando di forzare la mano al primo turno.


Che l'azzardo riesca è tutto da vedere. Zotti è un vero e proprio corsaro della politica, uno che avendo fiutato la possibilità di vittoria, è salito in tutta fretta sul cavallo dato per vincente.

La scuderia meloniana se pur ha tentato di chiudere il  paddock, poco o nulla ha potuto fare di fronte a un personaggio che si è preso il partito portando in dote un centinaio di tessere.


Oggi la Lega di Chiari deve chinare la testa e fare buon viso a cattivo gioco. Campodonico, da buon soldato risponde, anche se a malincuore, “obbedisco!”.


In passato con Roberto Campodonico ho fatto polemiche anche pesanti. Siamo sicuramente su posizioni politiche opposte, eppure se avessi dovuto decidere io, lo avrei sicuramente preferito a Zotti. E non perché ritenga che sia un avversario più debole, anzi. Lo avrei scelto perché ritengo che egli abbia un'idea genuina della politica. Un'idea dove contano poco le furbizie e i trasformismi, ma dove conta molto di più il rapporto con la gente, il mettersi in gioco, il darsi da fare per il bene della città. Secondo me, questo passo di lato, è una decisione che gli fa onore. Non so se Gabriele Zotti meriti questo sacrificio.

lunedì 22 aprile 2024

Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo

Tra le proposte programmatiche di Zotti e Campodonico, ve ne sono due che vorrei sottoporre alla vostra attenzione. 

Gabriele Zotti afferma perentorio che uno dei suoi principali obiettivi nel caso venga eletto sindaco di Chiari, sarà quello di “evitare ulteriore consumo di suolo”, mentre Roberto Campodonico ribadisce la necessità di un “rafforzamento della Polizia Locale e la costituzione di un presidio fisso in zona Stazione/Borgo Marengo “.

Ora io mi chiedo: “Ma Zotti e Campodonico non sono gli stessi che hanno governato Chiari ai tempi di Mazzatorta? Se sì, perché allora fanno queste proposte che contraddicono in pieno quanto da loro operato in passato?

Dalle parti di via Sandella, vi sono ancora due voragini che gridano vendetta al cielo e sono il segno del plateale disprezzo del territorio degli “uomini del fare” disastri. Quei due sbreghi dovrebbero tappare la bocca a chi a ogni piè sospinto parla dell’importanza dell’agricoltura e degli agricoltori. 

Per capire cosa sia avvenuto sul nostro territorio, vi rimando al post pubblicato il 27 aprile 2011, giusto 13 anni fa (leggi qui). Più di 200mila mq di buona campagna tolta all’agricoltura per l’assurda decisione di realizzare in quella zona una Area Servizi per la Bre.Be.Mi. . Quanta produzione agricola è stata sottratta al nostro territorio in questi tredici anni, quanto prodotto interno lordo è stato perso, quanti agricoltori sono stati deprivati di quella ricchezza?


 Chiari - Aree di Servizio Bre.Be.Mi. 



Come si è capito subito, l’Area Servizi era solo un pretesto. Il pretesto di cavare ghiaia a tutto vantaggio di Bre.Be.Mi., senza i permessi previsti dal Piano Cave Regionale e senza gli adeguati indennizzi. Insomma un grande affare a tutto svantaggio del nostro territorio.

Le voragini sono ancora lì e noi ci troviamo ancora con coloro che le hanno autorizzate e che ci vengono a raccontare che bisogna “evitare ulteriore consumo di suolo”.


Quanto al “presidio fisso presso la stazione”, c’è da dire che esso è un déjà vu.

Alcuni di voi sicuramente ricorderanno le vicende che accompagnarono la realizzazione presso la Stazione di Chiari di un distaccamento della Polizia Locale. 

La stazione, luogo di spaccio, prostituzione e degrado, era diventata il cruccio dell’Amministrazione Mazzatorta. 

Per mettere una parola fine a una situazione ingovernabile, dalle parti del Municipio, si decise di realizzare presso la stazione un presidio della Polizia Locale, convinti che la semplice presenza di un’insegna di polizia, avrebbe allontanato le persone indesiderabili che la frequentavano di giorno e di notte per farne un luogo di ritrovo e riparo. Era il 2007.

Dopo un primo periodo di effettivo successo, con il Sindaco in prima fila a decantare con i giornali le meraviglie di un luogo divenuto ormai un salotto, la Stazione presidiata poco e male dalla Polizia Locale a causa della carenza di organico, tornò a essere quella di prima.

Piano piano, ripresero le polemiche e le proteste di tanti viaggiatori, costretti ad aspettare treni in ambienti sporchi e inagibili. Bisognava nuovamente correre ai ripari. 


Stazione Chiari 2010 - Degrado


A qualcuno venne in mente una genialata. Perché non dare in uso il distaccamento all’Acsu (Assistenti Civici Sicurezza Urbana), associazione di Osservatori Volontari meglio nota come Ronde Padane? Detto fatto. Il Sindaco dà l’ok, il capitano dei Vigili consegna la chiave, i vigilanti si insediano in una struttura di pubblica sicurezza come se fosse una qualsiasi sezione della Lega.

Naturalmente il tutto era contra legem, la stessa legge che avevano voluto fortissimamente gli stessi leghisti.

La cosa venne ampiamente documentata e resa di pubblico dominio. Seguirono polemiche infinite, esposti alla Magistratura, denunce e perfino interpellanze parlamentari. (leggi qui)

Alla fine, il distaccamento fu chiuso e lì rimase finché non divenne una biglietteria ferroviaria.

Nonostante questi precedenti non certo lusinghieri, la Lega pensa veramente di proporre “un presidio fisso in zona Stazione”?


giovedì 18 aprile 2024

CREDO ERGO SUM

Il maggior rappresentante del centrodestra clarense, Gabriele Zotti, forse perché pressato da amici e avversari, ha pensato bene che fosse venuto il tempo di dare alcuni “punti di condivisione” programmatica.


Gabriele Zotti

Speranzoso, apro la pagina del nostro candidato, e al posto di pillole di programma vi trovo una professione di fede, un decalogo tanto elevato quanto generico. 

Chi può dissentire dalle seguenti questioni di principio: 

  • La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri;
  • Nella disabilità vi sono abilità da liberare e sostenere;
  • Lo sport è salute, formazione e socialità?

Questo e altro ancora, enunciato in una specie di credo laico, in un manifesto filosofico degno di miglior sorte. Mancava solo di aggiungere che si crede nella fratellanza e la pace tra le nazioni.

Forse al nostro candidato sfugge un piccolo particolare: la politica inizia proprio quando dai principi si passa al concreto, dalla regola alla prassi. I principi sono la cornice entro la quale tutto deve svolgersi. Sono contenuti nella nostra Costituzione e un politico, un Amministratore, un Sindaco, devono conoscerli e applicarli nel lavoro quotidiano. 


Municipio di Chiari


I cittadini di Chiari penso che si aspettino non enunciazioni di principi, ma cosa farà la prossima Amministrazione Comunale per permettere ai loro figli di accedere all’asilo nido, di studiare in scuole moderne ed efficienti, di giocare in tutta sicurezza in parchi pubblici che siano luoghi di incontro e aggregazione, di usufruire di impianti sportivi adeguati. Vogliono sapere cosa si farà per rendere più sicura e fruibile la città, che manutenzioni si faranno a strade e marciapiedi,  e lo stesso per rendere l’illuminazione pubblica più efficiente. Come ci si prenderà cura del verde pubblico che non sia solo un contorno a parcheggi, che cosa si ha intenzione di fare con il traffico in centro storico, che idee si hanno sulla città del domani, su come si deve sviluppare in termini abitativi, economici, sociali, che idee mettiamo in campo per rendere il nostro centro, un centro vissuto e non un deserto. Così, tanto per accennare a qualcosa di concreto e meno fumoso.

Mi pare che alcuni candidati stiano presentando le loro proposte. Buone o cattive, condivisibili o meno, ma almeno un’indicazione ai cittadini mi pare la stiano dando. Il politico più accreditato si trastulla ancora dietro a principi generici che non fanno capire niente sulla sua reale capacità di ben governare la nostra bella Città. Se ci dobbiamo accontentare di quanto fatto in passato, beh allora meglio stendere un velo pietoso.

lunedì 15 aprile 2024

DOVE ARRIVA FA DISASTRI

Il “non candidato”, quello che ha rinunciato “con rammarico” all’alto seggio perché, in caso di vittoria che si presumeva certa, “nuove situazioni di famiglia e lavoro” gli avrebbero impedito di sostenere il delicato impegno di Sindaco di Chiari, per senso di responsabilità e altruismo, è rimasto in prima fila a dispensare consigli e aiuti non richiesti.

Peccato però che dove arriva fa disastri. L’altro giorno, per dirne una, ha pensato bene di pubblicare un post per dare una mano al candidato leghista Campodonico, fatto oggetto di una faida interna alla Lega che lo voleva fuori dai giochi. Il “non candidato” ha pensato bene di intervenire, convinto che il carisma acquisito negli ultimi anni avrebbe silenziato gli oppositori interni. 

Alessandro Cugini

Non l’avesse mai fatto. Sulla sua pagina si è riversato un torrente di commenti, tutti malevoli, tutti firmati, che lo hanno costretto a passare la santa domenica a cancellarli tutti uno per uno. Quasi tutti. Gli unici rimasti sono un cuore verde e un “mai mulà” di bossiana memoria.

Peccato! Fossero rimasti avremmo potuto verificare se gli autori di quei commenti fossero avversari o rappresentati della Lega in odore di eresia.

Che potessero essere leghisti un po’ arrabbiati, lo si è desunto da un articolo pubblicato il venerdì da un giornale locale che dava la notizia clamorosa di un’intera sezione della Lega, esattamente quella di Travagliato, che aveva inviato un ultimatum al Segretario Nazionale, dicendo senza mezzi termini “di farsi da parte”, perché la Lega di Salvini “rappresenta tutto quello che abbiamo combattuto, cioè un partito romanocentrico concentrato solo sulle poltrone e gli incarichi retribuiti, disposto a comprare il consenso nelle regioni del Sud strapagando imprese e dipendenti pubblici”. Parole come macigni, frasi che neppure il più acerrimo nemico ha mai pensato di usare, segno che all’interno della Lega il malcontento nei confronti di Salvini ha passato il segno.

Il “non candidato”, si è trovato in mezzo a questa buriana, travolto da una valanga che non accennava ad arrestarsi. Anzi, più tempo passava più i commenti diventavano sferzanti e incontrollati. Meglio fare piazza pulita, cancellare tutto, bloccare tutto, anche a costo di fare una figura di palta.

Com’è curiosa la vita! In passato avevo chiesto al nostro di cancellare dalla sua pagina (leggi qui) un commento infame scritto da un anonimo nei confronti di una persona che nulla aveva anche fare con la politica se per il fatto di essere moglie di un politico. Si rifiutò di farlo, adducendo di non essere responsabile dei commenti altrui. Ieri evidentemente si sentiva responsabile per quei commenti e se non responsabile sentiva sicuramente l’amarezza, l’avvilimento, la confusione di un quadro di partito che ha “perso la via” e non sa più bene se quello è il partito dell’orgoglio padano o una babilonia dilaniata da lotte intestine senza quartiere. Meglio lasciar perdere e dedicarsi ad altro. La politica spesso è una degenerazione, specie se pretendi i "pieni poteri" stando al Papeete con in mano un bicchiere di moijto.


Matteo Salvini al Pepeete


venerdì 12 aprile 2024

Ignorare non è mai un buon affare

Una cosa che mai si dovrebbe fare in politica è quella di ignorare l’avversario. L’avversario va guardato in faccia come fanno i pugili prima di iniziare l’incontro. Non averlo fatto è stato il motivo per cui Cugini nel 2019 ha perso una partita che avrebbe dovuto vincere a mani basse. Essere scappato dal confronto ha fatto capire agli elettori che non era in grado di reggerlo quel confronto. Insomma una dichiarazione di debolezza che i cittadini di Chiari hanno sanzionato severamente.

Se questo non lo deve fare un politico, ancor meno lo deve fare un blogger, un pubblicista o un giornalista. Ignorare chi potrebbe diventare sindaco della città, magari non per propri meriti, ma per la forza intrinseca della lista che rappresenta, non è mai un buon affare.

In queste elezioni comunali, mi pare evidente che se le cose rimangono così, la lotta sarà a tre: Zotti, Codoni, Salogni, con gli ultimi due a contendersi un posto per il ballottaggio. Sembra logico aspettarsi che con il passare dei giorni ci sia un aumento del livello di scontro.


Gabriele Zotti - Domenico Codoni - Marco Salogni


Determinanti saranno i confronti. In quella sede potremo saggiare la capacità politica di ciascun candidato, valutare la bontà del suo programma, apprezzare la qualità della sua squadra.

Zotti, essendo quasi certo di superare il primo turno, gioca a carte coperte. Non si sa se perché ha poco da dire oppure per una sopraffina tattica di gioco. Il suo slogan è: "il voto che unisce". Non si sa che cosa debba unire, visto che i suoi possibili alleati vanno per strade diverse. 

Campodonico, il rappresentante della Lega di Chiari che si è cercato in tutti i modi di disarcionare, è ancora in sella ed è più che mai pronto a vendere cara la pelle. Anzi, a onor del vero, è l’unico che a destra sta facendo campagna elettorale. Con toni eccessivi e in alcuni casi scomposti, ma pur sempre battagliero. Vedremo come andrà a finire, ma c’è da giurare che non farà sconti neppure a Zotti.


Roberto Campodonico


Codoni e Salogni stanno gradualmente illustrando i loro punti programmatici, ma si tengono abbottonati, quasi che entrambi abbiano paura di affondare i colpi. Eppure sanno benissimo che solo uno di loro passerà. Da quelle parti c’è una strana calma, ma prima che arrivi giugno qualcosa smuoverà le acque e forse le renderà agitate.

Gli altri, Alessandro Gozzini e Roberto Goffi, pur sapendo di non avere alcuna chance, si tengono pronti a far valere il loro pacchetto di voti al secondo turno, voti che potrebbero rivelarsi determinanti.


Alessandro Gozzini - Roberto Goffi


Questi sono i riti della democrazia e dovremmo essere grati di poterli usare. E se lo strumento principe della nostra democrazia è il libero voto, importanti e per alcuni versi determinanti sono l’informazione e la discussione che si esprimono con tutti i mezzi che il nostro tempo consente. Usiamoli!