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sabato 15 febbraio 2014

Beppe Bonetti - Metarazionalità


Questo blog è sempre molto critico nei confronti dell'Amministrazione Mazzatorta, ma questa volta vuole fare un'eccezione e parlare della bella mostra che è in allestimento presso il Nuovo Museo della Città. 
Espone  il pittore rovatese Beppe Bonetti.
La poetica di Bonetti  è la "Metarazionalità", un concetto dinamico che "consiste nel mettere il disordine nell'ordine, l'illogico nel logico, il caso nella regola, la distruzione nella costruzione, l'asimmetria nel simmetrico, l'aritmia nel ritmo, la disarmonia nell'armonia"
Bisogna vederla questa mostra, forse la più bella allestista nel Nuovo Museo della nostra Città. Bisogna vederla e, se possibile, parlare con l'autore, le cui opere - pitture e sculture -  sono state esposte un po' in tutto il mondo e fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.

venerdì 1 luglio 2011

Un coltello puntato alla gola

Era da un po’ di tempo che la notizia circolava. Il Comune ha ridotto il contributo alla Fondazione Morcelli Repossi da 26 mila a 16 euro. Insomma quei 26 mila euro che corrispondevano ai 50 milioni di lire dati dalla Giunta Facchetti, non solo non sono stati mai aumentati, ma addirittura oggi vengono decurtati.
Chiari - Nuovo Museo della Città
L’altra notizia, anch’essa a noi nota, è che il Vice Sindaco Seneci, con una lettera indirizzata alla Fondazione, propone di realizzare “un ciclo di mostre tematiche da tenersi presso il Museo della Città ...usufruendo della disponibilità dell’importante patrimonio in opere e documenti a disposizione della Fondazione”.  Così viene raggiunto il “duplice obiettivo di ampliare la conoscenza da parte della cittadinanza delle opere d’arte di proprietà dell’ente...e di permettere alla Fondazione, attraverso il finanziamento delle iniziative da parte del Comune, di disporre di un’ulteriore fonte di finanziamento per le proprie attività”.
Naturalmente la Presidente della Fondazione Ione Belotti ha accettato la proposta in quanto “il patrimonio della Fondazione appartiene a Chiari...e a noi interessa moltissimo mettere a disposizione dei clarensi le opere della Morcelli Repossi”.
Ripetiamo, eravamo a conoscenza di queste cose da un po’ di tempo e non siamo mai intervenuti per non creare imbarazzo a chi stava conducendo trattative riservate. Oggi però che la professoressa Belotti rende pubblica la questione con un’intervista al Giornale di Brescia, vogliamo esprimere chiaramente la nostra opinione.
Questa Giunta del fare sprechi, ha avuto sino ad oggi come linea di condotta quella di un uso a dir poco disinvolto del denaro pubblico. Non si tratta solo dei milioni impiegati per un Polo della Cultura mai nato o dei milioni spesi per progetti e consulenze che nulla hanno portato alla città, ma anche delle tantissime piccole somme utilizzate per feste, ricorrenze, cerimonie, celebrazioni, manifestazioni, inaugurazioni che molto spesso sono servite a  illustrare i nostri amministratori più che la città.  Tutti ci ricordiamo dei 117 mila euro spesi per la mostra elettorale “Futurismo anno 100 dal cielo” o dei 13 mila euro per lo spettacolo dei “Fichi d’India”, per parlare solo di quelli che vengono subito in mente.
Chiari - Fondazione Morcelli Repossi
Oggi invece i nostri Amministratori hanno imboccato la linea del rigore amministrativo e lesinano alla Fondazione Morcelli-Repossi, l’unica che a Chiari fa qualcosa di serio in campo culturale, quei quattro soldi finora dati.
Il vice Sindaco Seneci parla di un duplice obiettivo che così verrebbe raggiunto dalla Fondazione. A noi sembra che qui, se c’è un obiettivo che  viene raggiunto, è solo quello della Giunta Mazzatorta che non avendo uno straccio di politica culturale da spendere, si rivolge alla Fondazione Morcelli Repossi per avere un aiuto.  Un aiuto richiesto apparentemente con toni dimessi e disponibili, ma nella sostanza reclamato con l’arma del ricatto rappresentato dalla possibilità di revocare, in ogni momento, il pur piccolo contributo. Insomma una specie di coltello puntato alla gola.
Si badi bene che nel momento in cui nacque l’idea di realizzare il Nuovo Museo della Città, qualcuno ebbe a dire che a Chiari un museo c’era già ed era rappresentato appunto dalla Fondazione Morcelli-Repossi. Il Sindaco allora rispose piccato che si aveva intenzione di fare un “museo dinamico e non polveroso”, ammettendo indirettamente che la Fondazione fosse un museo statico e polveroso. Oggi, che ci si trova in brache di tela e in qualche modo bisogna giustificare il delirio di soldi spesi per riqualificare gli immobili dell’ex Comune, ci si rivolge a quella istituzione “statica e polverosa” per avere una mano.
In breve, si tolgono 10 mila euro alla Fondazione e la si costringe a realizzare parte delle proprie iniziative all’interno del Nuovo Museo della Città. Si tratta in sostanza di una politica ricattatoria, destinata a mettere in difficoltà l’antico ente. E infatti la professoressa Belotti, senza mezzi termini, dichiara  che mai come in questo periodo per noi è importante ricevere delle donazioni. Facciamo quindi appello a tutti i clarensi”.  

lunedì 21 febbraio 2011

L'emeroteca oltre lo show

Chiari - l'emeroteca in Biblioteca
L’emeroteca in piazza Zanardelli offre indiscutibilmente un bel servizio, del tutto simile a quello offerto nella precedente collocazione nella biblioteca comunale, sia dal punto vista degli spazi, che dell’arredo e del numero di testate presenti (ad occhio una quindicina di quotidiani ed almeno cinquanta periodici, perlopiù d’impronta culturale in materie varie con alcune riviste dedicate all’attualità).
Servizio del tutto simile dicevo, però almeno una diversità la si nota subito: gli utenti sono un po’ “in vetrina”, un effetto probabilmente molto cercato dai politici … un po’ meno dai lettori. Anche l’orario sembra uguale, apre negli stessi giorni, ma chiude un’ora prima, perciò vengono sottratte cinque ore settimanali all’utilizzo.
Chiari - l'emeroteca oggi
Le altre diversità stanno dietro la facciata e sono più tecniche, ad esempio vi si può trovare solo l’ultimo numero di ciascun periodico; per sfogliare gli arretrati bisogna ritornare in biblioteca. Un altro punto critico, forse meno avvertito da chi si limita a scorrere i quotidiani, può sorgere dalla necessità di ricorrere a dizionari, ad opere di consultazione, di approfondimento oppure alla rete Internet, di cui la nuova sede è priva. Senza contare il fatto che nelle sale della biblioteca era possibile utilizzare ulteriori postazioni per la lettura.
Vi sono poi degli aspetti di carattere gestionale, che non interessano direttamente gli utenti, ma dovrebbero occupare il pensiero di chi amministra i bilanci pubblici. In pratica, per offrire – forse - il medesimo servizio ai cittadini, si aumentano le spese di gestione; spese determinate dai seguenti fattori: consumo di superficie di nuova e costosa ristrutturazione, consumi energetici e manutenzione della stessa, sottrazione di personale della biblioteca con qualifica di concetto per svolgere mansioni inferiori, cioè a fare il sorvegliante tutte le mattine nella nuova emeroteca.
Obiettivamente da chi ha sempre fatto sfoggio di modelli come la gestione manageriale e di concetti come la “governance” ci si potrebbe aspettare qualcosa di meglio, specialmente in un periodo in cui tutti dichiarano guerra agli sprechi nei servizi pubblici. Invece nella pubblica amministrazione di Chiari s’impone un’altra filosofia, la sua “governance” prevede che gli uffici comunali vengano spalmati sul territorio (e questa non è che l’ultima delle manovre) attraverso un processo di decentramenti dispendiosi o di duplicazioni, come il superfluo Museo della Città, ma senza migliorie per questo microcosmo votato alle apparenze.

Beppe Vavassori

lunedì 14 febbraio 2011

San Faustino senza il becco d'un quattrino


Chiari quest’anno, per la Festa di S. Faustino, potrebbe avere un motivo in più di fare festa. Oltre alle giostre, le bancarelle e alla folla che come al solito si riverserà nelle vie e le piazze, ci sarebbe anche l’inaugurazione del Nuovo Museo della Città, nato dopo una lunga e laboriosa gestazione e costato ben 6milioni e mezzo di euro.
Purtroppo, nonostante la vagonata di soldi spesi e il tempo trascorso (ben 4 anni) l’ex Municipio non è alla fine del suo travagliato restauro. Alcuni lavori sono da completare e numerosi ambienti sono ancora da arredare.
Chi è passato da piazza Zanardelli in questi giorni ha notato un confuso andirivieni di operai e tecnici, tutti impegnati a rendere lo stabile almeno presentabile per l’inaugurazione di domani.
Abbiamo come l’impressione che la festa dell’inaugurazione avverrà in tono dimesso. Il Sindaco sembra non sia presente e a corredo della kermesse non ci saranno questa volta puzzles e carpets fotografici, brochures patinate ed eventi futuristici. Manca la pecunia, per cui questa volta ci si accontenterà di castagne e fichi secchi.
Il problema è che le casse comunali sono ridotte a così mal partito che mancano i soldi per fare perfino il necessario. Guardate le rotonde. Da mesi sono ridotte ai minimi termini e non si contano le denunce presentate da cittadini per i danni subiti a causa di buche e avvallamenti. Si era deciso di mettere a posto per i primi di febbraio il rondò posto fra i viali Mazzini e Mellini, ma inopinatamente i lavori sono stati rimandati a fine marzo con la risibile scusa del “gelo“. Le tiepide temperature degli ultimi giorni fanno però pensare a ben altri problemi.
Lo stesso dicasi per il muro di cinta delle scuole del Santellone. E’ crollato da mesi, e non ci sono i soldi non solo per metterlo a posto, ma neppure per metterlo in sicurezza.
Dove andremo a finire? Sicuramente non dove voleva portarci il “rivoluzionario” Mazzatorta. La politica scoppiettante dei primi anni di mandato, ha ceduto gradualmente il passo a una mesta pratica di piccolo cabotaggio che non crea alla città alcun valore aggiunto. In mezzo c’è stato: la rinuncia al Polo scolastico a nord di Chiari, il clamoroso fallimento del Polo della Cultura, il declino del progetto di riutilizzo della Cava di via Roccafranca con conseguente addio alla Caserma dei Carabinieri, per non parlare del Polo sportivo, del Caffè Letterario, del Polo del Benessere ecc. ecc. Insomma tutte bolle di sapone scoppiate una dietro l’altra.
Con il restauro dell’ex Municipio, almeno un’opera è stata portata a termine. Ci sarebbe di che rallegrarsi se dietro ci fosse una politica culturale degna di questo nome. L’impressione invece è quella di aver realizzato un contenitore senza avere la minima idea di cosa metterci dentro, se non le povere ossa trovate in piazza e l’emeroteca scippata alla Biblioteca e gestita da quegli Assistenti Civici alla Sicurezza Urbana (Acsu) che stanno facendo tutto meno quello per cui sono nati.

venerdì 21 gennaio 2011

Scusi, dov'è l'emeroteca?

Con una decisione del tutto stravagante l’Amministrazione Comunale ha deciso di spostare l’Emeroteca, cioè il sevizio di consultazione di giornali e riviste prestato dalla Biblioteca Comunale,  nei locali del cosiddetto Nuovo Museo della Città.
Non riusciamo a capire che senso abbia questa decisione. L’Emeroteca sta bene dove sta sia perchè è un servizio qualificante della Biblioteca, sia perchè dà la possibilità agli utenti di disporre della stessa per  eventuali approfondimenti attraverso la consultazione di libri o il servizio Internet.
Trasferire l’Emeroteca nella sede ristrutturata dell’ ex Comune, ha soltanto la funzione di permettere alla pretenziosa e inutile trovata della Giunta Mazzatorta di fregiarsi della presenza costante nei suoi locali di un certo numero di persone. Persone che altrimenti difficilmente varcherebbero con continuità quella soglia. Questo però crea un danno secco alla Biblioteca e ai suoi utenti e non risolve i problemi del Museo.
Insomma si sta realizzando quello che avevamo detto in tempi non sospetti. Cioè si è creato il contenitore ma per il contenuto non si sa dove sbattere la testa. L’idea del Nuovo Museo della Città,  non polveroso ma dinamico, come pretenziosamente affermato dal Sindaco, non ha mai poggiato su niente. Le parole sono concetti buttati al vento e alla fine non rimane che esporre i miseri resti trovati (a posteriori) in piazza, qualche moneta e un numero imprecisato di audiovisivi che dovrebbero illustrare i fulgori della Longobardia Fertilis.
Alla fine non rimarrà che una voragine di oltre 6 milioni e mezzo di euro e tanti locali vuoti che per riempirli ci dobbiamo mettere l’Emeroteca e qualche altra cosa che vedremo di inventarci. Come al solito, un lavoro perfettamente sci...sci...scientifico.