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venerdì 12 novembre 2010

Bau bau!

Trafilerie C.Gnutti di Chiari
La Provincia di Brescia con Ordinanza del 13 luglio 2010,  nel dichiarare  la Gnutti direttamente responsabile dell'inquinamento rilevato nel terreno privato di proprietà Goffi, le ingiungeva  di prendere ogni misura per prevenire l’inquinamento e la propagazione della “contaminazione”  e   “di presentare entro 30 giorni all’Arpa, al Comune e alla Provincia  il Piano di Caratterizzazione… cioè uno studio preliminare per la bonifica vera e propria e la messa in sicurezza permanente.
Nel frattempo, cosa faceva  il mitico Assessore Davide Piantoni?
Inviava una  lettera al Dott. Enrico Gnutti in cui chiedeva un incontro presso la sede della Società. Voi direte “per discutere seriamente e approfonditamente della faccenda”. Niente di tutto questo.
Assessore Davide Piantoni
La missiva di Piantoni chiedeva la disponibilità a un incontro per discutere “in merito alla richiesta formulata da un gruppo di cittadini che intendono fondare un’Associazione ONLUS a difesa dell’animale abbandonato”.
Cioè nel momento in cui la Provincia emette un’Ordinanza in cui, per la prima volta nella storia della nostra città, si attesta che la Gnutti ha veramente inquinato e che deve provvedere alla riparazione del danno e alla messa in sicurezza permanente, la nostra Amministrazione, attraverso un suo importante rappresentate, si presenta alla portineria della società col cappello in mano, per chiedere un contributo. Soldi. Che altro significato può avere la sommessa richiesta dell’Assessore Piantoni?
Cioè, nel momento in cui si apre un contenzioso, fra azienda e comunità, quest’ultima rappresentata da un’Assemblea elettiva qual’è la Provincia, il Comune, invece di tenere un atteggiamento severo e preoccupato, si genuflette davanti al Capo dell’azienda per piatire un po’ di soldi.
Contro l'abbandono degli animali
Dov’è l’autonomia che deve sempre contraddistinguere i comportamenti dei nostri Pubblici Amministratori?
Qui non stiamo parlando di quisquilie. Qui stiamo parlando di un grave inquinamento che riguarda il nostro paese e mette in pericolo la salute di tutti i cittadini. Assumere atteggiamenti di sufficienza o, peggio, di fastidio nei confronti di chi solleva il problema (che è, sono pazzi pure alla Provincia retta da Molgora?), è veramente da irresponsabili.

P.S. – Per essere proprietario di un cane e di un gatto, posso immaginare quale sofferenza debba costituire per un animale essere abbandonato. Per tale motivo ritengo più che meritevole l’interesse e la premura di privati cittadini verso questo problema.

mercoledì 10 novembre 2010

Chiari: territorio sotto assedio - 1

cantiere Bre.Be.Mi.
Cosa sta succedendo al territorio di Chiari?
Non mi riferisco solo allo sconquasso in atto nella nostra campagna, sconquasso che nel prossimo futuro diventerà devastante: mucchi di terra dappertutto, scavi, strade, controstrade, deviazioni, allargamenti, bretelle, tangenziali ecc. Mi riferisco ai problemi connessi con l’inquinamento dell’aria e del territorio che stanno diventando sempre più insostenibili.

1) I TERRENI INQUINATI DI CHIARI


Nel novembre di tre anni fa , l’ARPA Brescia, a seguito di un esposto circostanziato alla magistratura sulla situazione ambientale di Chiari inoltrato dall’associazione Chiariambiente, ha effettuato l’analisi del terreno prelevato in 22 punti del territorio clarense (Aree verde pubblico di via Caravaggi, di via don Comini, del villaggio Elettra, di via Sala, di via S. Pellico, di via S. Angela Merici , scuole S. Giovanni, Toscanini incluso distaccamento, Istituto S. Bernardino, Turla, pozzo S. Pietro, Cascina Breda, terreno via Pontoglio, via Cattarello, terreno privato Goffi).
Per tutti e 22 i punti è stato rilevato il superamento della Soglia di Contaminazione prevista dalla normativa ultima (D.Lgs 152 del 2006) , da 6 a 30 volte, per il parametro Stagno.
La questione è stata risolta affermando che questa concentrazione  “ anomala” dello stagno è una caratteristica geologica dei terreni clarensi.
Ciò risulta in contrasto con diversi dati analitici di terreni prelevati più in profondità (oltre il metro) dai quali risulta che il parametro stagno è abbondantemente sotto il limite di contaminazione di norma. Se fosse un problema geologico non dovremmo trovare differenze tra il terreno dello strato superficiale e quello a maggiore profondità.
Oltre al parametro Stagno, per due siti (scuola elementare Turla e terreno privato Goffi) sono stati rilevati forti superi della Soglia di Contaminazione di legge per i parametri Piombo, Rame e Zinco (componenti della lega di ottone). Per il terreno privato Goffi in aggiunta si è riscontrato il superamento di quasi 3 volte del limite di legge per quanto riguarda le Diossine.
Per questi due siti , visti i dati analitici, è sorto l’obbligo di legge di bonifica in capo al causante l’inquinamento: se il causante non si trova, il compito spetta al proprietario del terreno.
Trafilerie C. Gnutti
Per l’area verde della scuola elementare Turla non si è fatto neanche il tentativo di cercare la causa della contaminazione, oggettivamente difficile da dimostrare. Il Comune ha dovuto dunque procedere alla bonifica spendendo qualche centinaio di migliaia di euro e coprendo quasi tutto il verde con asfalto.
Per l’altro sito privato invece la Provincia di Brescia ha messo in atto un approfondito lavoro di correlazione con altri dati analitici e con i risultati di altre indagini ambientali con il quale è giunta alla conclusione, dopo ca. due anni e mezzo (nov.2007–luglio 2010), che il responsabile dell’inquinamento individuato in tale terreno privato è la società Trafilerie C. Gnutti S.p.A.
Con ordinanza del 13 luglio ha ingiunto quindi all’azienda di “ porre in essere ogni misura di prevenzione e di messa in sicurezza di emergenza atta ad impedire la propagazione della contaminazione” nonché “di presentare entro 30 giorni agli enti ARPA, Comune e Provincia il Piano di caratterizzazione…", vale a dire uno studio preliminare alla progettazione della bonifica vera e propria e alla messa in sicurezza permanente.
Il cammino dunque è ancora lungo.
La Ditta recaltrita, si dichiara non responsabile e pur tuttavia inoltra entro i termini prescritti il Piano di Caratterizzazione, salvo poi ricorrere al TAR contro l’ingiunzione delle Provincia come abbiamo appreso dalla stampa locale.
Quello che più sorprende ed indigna in questa vicenda è l’atteggiamento pilatesco della Giunta Mazzatorta che si limita a comunicare “...che la suddetta Amministrazione Comunale prende atto del procedimento che codesta Provincia intende avviare e che non formula alcuna osservazione né comunica ulteriori elementi…".

Chiari Polo Logistico
Prima, a più riprese, nega l’esistenza del problema (il Sindaco in una intervista ha definito la questione “baggianate”), poi davanti all’evidenza dei fatti, si gira dall’altra parte per non vedere, non collabora, si limita a prendere “stancamente” atto di quanto dice e fa la Provincia.
E’ gravissimo questo atteggiamento da parte di chi, nelle vesti di Sindaco, è responsabile primo della salute pubblica .
Davanti ai dati di quei 22 punti indagati, - pochi , troppo pochi, - bisognerebbe approfondire, ricercare, capire cosa sta succedendo, intensificare l’indagine, informare la popolazione (è un obbligo previsto dalla normativa europea e obbligatoriamente recepito dalla legislazione italiana), avere il quadro complessivo della situazione.
Niente di tutto questo.
Però in giro si dice che il terreno di Chiari, laddove necessita di essere asportato per lavori di urbanizzazione, non può essere portato via dai confini comunali e riutilizzato tal quale, perché considerato “rifiuto” per il suo livello di contaminazione (stagno?).
C’è da rimanere esterrefatti!

Federico Lorini

martedì 10 agosto 2010

Segnali di fumo 2

Queste sono le foto che ci ha inviato un nostro lettore.
Sono la testimonianza di quanto accaduto ieri a Chiari fra le 21 e le 21.40.

Dallo stabilimento delle Trafilerie Carlo Gnutti, si è levata una densa colonna di fumo diretta verso sud sud-est.
Aspettiamo di sapere se anche questa volta si è trattato dell'incendio accidentale di una ruspa.

venerdì 11 giugno 2010

Danni collaterali inevitabili?


La Gnutti inquina per la sua parte nel rispetto della legge e con le tecnologie adeguate”? Mi fa piacere: significa che morirò di cancro nel rispetto della legge e sapendo che le tecnologie usate per mandarmi all’altro mondo erano adeguate. Dite che faccio terrorismo? Bene, meglio un po’ di "sano terrorismo" che un atteggiamento supino, aquiescente e in definitiva irresponsabile. A lasciar fare coloro che difendono acriticamente “la produzione” comunque essa si realizzi, saremmo già al disastro. Se questo mondo ha ancora qualche possibilità di salvarsi lo si deve a quei “visionari” che giornalmente si battono contro l’abuso delle risorse e dell’ambiente che ne fanno le multinazionali predatorie, il cui unico interesse è fare soldi.
la Union Carbide a Bhopal (India)
E' di questi giorni la notizia che otto dirigenti della Union Carbide, tutti indiani (nessuno americano), sono stati condannati a una pena massima di due anni di detenzione per l'incidente che nel 1984 causò la morte di oltre diecimila persone a Bhopal.
Due anni per la morte di 10mila persone e l’avvelenamento di oltre 500mila! Vi rendete conto? Qualcuno potrebbe parlare di “danni collaterali inevitabili” connessi intrinsecamente al progresso tecnologico, mentre per i nostri “pelosi” cultori di processi e sentenze l’esito di questo giudizio metterebbe i dirigenti della Union Carbide di fronte a una responsabilità irrisoria. Se sei recidivo, due anni te li danno per il furto di una mela in un supermercato. Ma un conto è la verità processuale e un conto è la verità storica, quella che avvertono al di là dei processi e delle sentenze le persone che hanno subito un torto. Le grandi multinazionali col loro esercito di legali e le montagne di soldi a disposizione, possono tranquillamente piegare le ragioni dell’uomo comune, spesso solo di fronte a questi colossi. Anche a Chiari come a Bhopal, due persone si sono viste negare giustizia perchè la verità processuale o delle perizie non è riuscita a stabilire un colpevole. Ma c’è qualcuno a Chiari che in cuor suo crede veramente che quei materiali bituminosi siano arrivati dal nulla?
La verità processuale e la verità storica. Certo, un Sindaco deve tener conto della verità processuale, ma farebbe un cattivo servizio ai suoi cittadini se di fronte a una grande industria come la Gnutti, incuneata nel cuore stesso della sua città, si ponesse con un atteggiamento acritico.
Può anche essere che quelli di ChiariAmbiente siano a volte un po’ eccessivi nei loro atteggiamenti e dicano cose per nulla accettabili. Ma una cosa è certa, bisogna riconoscere loro il merito di aver sollevato con forza questo problema. Se oggi il Sindaco può dire di aver imposto alla Gnutti più severi controlli fra cui: “lo stoccaggio liquidi su supporti dotati di bacini di contenimento, la separazione degli scarichi civili da quelli industriali, l'installazione sullo scarico industriale S1 di misuratori in continuo di PH e conducibilità, lo studio di fattibilità per ridurre emissioni diffuse, il progetto di riorganizzazione degli stoccaggi del rottame, l'installazione del misuratore in continuo di polveri su quattro camini critici, e del misuratore di monossido di carbonio su altri due camini”, ciò lo si deve innanzitutto all’azione di ChiariAmbiente e fanno bene i suoi rappresentanti a vantarne merito.
Ma aver imposto questo, basta? No, il controllo deve essere continuo e l’adeguamento tecnologico deve essere costante, per far sì che l’inquinamento si riduca sempre di più. Qui non è questione di rosso o nero, verde o azzurro. Qui c’è di mezzo la salute delle persone, cosa a cui i pubblici amministratori dovrebbero tenere più di ogni altra cosa. Per cui se io fossi in loro mi terrei caro un “cane da guardia” come ChiariAmbiente che farà anche casino, ma tiene alto il livello di attenzione sul problema inquinamento.
Quanto al servizio di Striscia la notizia e alle lamentele di Sindaci e giornalisti “obiettivi”, mi viene da rispondere con una battuta “E’ la televisione, bellezza!”.