Uno schiaffo in faccia all’Amministrazione Comunale di Chiari.
Questo è il significato della sentenza emessa dal Tar della Lombardia sul Polo della Cultura.
Uno schiaffo che fa giustizia di tutte le fandonie raccontate in proposito da qualche anno a questa parte dalla Giunta e, in particolare, dal Sindaco Mazzatorta.
I primi a rallegrarsene sono naturalmente i residenti che hanno fatto opposizione alla pretesa del Comune di voler spacciare come naturale prosecuzione del progetto Caputo il progetto Eleca, un ecomostro che li avrebbe letteralmente sepolti vivi. Vi ricordate le parole del Sindaco a seguito delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che non avevano autorizzato la “sospensiva” del progetto? Eccole: “I tentativi pretestuosi dal contenuto politico messi in atto da alcuni cittadini non sono andati a buon fine”. Oggi quei “tentativi” sono andati a buon fine “nel merito” e i cittadini sono pronti a presentare il conto salato delle spese legali.
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ex cantiere del Polo della Cultura |
La sentenza dice che il progetto Eleca è tutt’altra cosa rispetto al progetto Caputo (quello per intendersi che aveva vinto il Progetto di Idee o Concorso di Progettazione), e che esso non è conforme al PRG, cioè al Piano Regolatore Generale del Comune di Chiari vigente al momento dell’approvazione da parte della Giunta del progetto definitivo-esecutivo di Eleca . Questo vuol dire che se i lavori fossero andati avanti, oggi ci troveremmo di fronte a un problema. A un grosso problema e a danni incalcolabili.
Ma c’è qualcun altro che oggi può sorridere, se sorridere è lecito per questo modo insensato di amministrare la cosa pubblica. E’ il Partito Democratico e in particolare i Consiglieri Lorini, Libretti e Goffi che in questi anni (all’inizio in plendida solitudine), hanno continuato a opporsi all’ operazione decantata dal Sindaco come opera rivoluzionaria.
E’ dalla loro penna che nel dicembre del 2007 è nato l’esposto presentato alla Procura della Corte dei Conti della Lombardia. Esposto che con minuziosità di dati andava a mettere l’accento su tutti i punti deboli del progetto, su tutte le sue difformità e sui danni che ne sarebbero derivati al Comune.
Basta andare a rileggersi i post pubblicati su questo Blog (leggi), il Dossier sul Polo della Cultura (leggi) e i numeri dell’Informachiari (leggi) dal dicembre 2007 in poi per trovare la cronistoria di questa vicenda con anticipazioni, queste sì straordinarie, di quello che hanno poi affermato rappresentanti della stessa maggioranza (Ghilardi) e ora i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale.
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Cartellone 4x2 sul Polo della Cultura |
La risposta a queste critiche da parte dell’Amministrazione Comunale è stata rabbiosa e portata avanti con una grancassa propagandistica degna di miglior sorte. Tutti ricorderanno i cartelloni 4 x 2 esposti in piazza Zanardelli prima delle elezioni politiche del 2008 e successivamente in Piazza Rocca durante le elezioni comunali del 2009. Tutti ricorderanno le pagine intere di giornale comprate con i nostri soldi per raccontare la bella favola del “contenitore culturale più importante e suggestivo degli ultimi 50 anni”, ma che alla fine si è rivelato come un “progetto morto”, un “cadavere” buono solo per essere tumulato.
Alla fine però, svanita la nebbia della propaganda, sono rimasti i danni costituiti da una montagna di soldi caricati sul groppone del contribuente clarense ed un lungo contenzioso dagli esiti preoccupanti.
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Il buco ideazione nikeros da Alberto Burri |
Oggi con la sentenza del TAR, si aggrava la posizione dell’Amministrazione nei confronti di Eleca, si evidenziano le pesanti responsabilità del Sindaco, della Giunta, del Dirigente Responsabile del Procedimento e degli stessi Consiglieri Comunali di maggioranza (vedasi a tal proposito le mozioni votate e respinte in C.C.).
Come più volte detto, non basta chiudere un cantiere e asfaltare un piazzale per far svanire i problemi. Il fantasma di questo “progetto morto” è destinato a turbare i sonni dei nostri Amministratori ancora per molto tempo e oggi ancor più di ieri.