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lunedì 8 novembre 2010

Il Paese sta andando a puttane

Caravaggio - Giuditta e Oloferne
Il nostro Paese sta andando letteralmente a puttane.
I segni evidenti ci sono tutti.
Il dissesto idrogeologico, il deperimento dei beni culturali, lo scandalo dei rifiuti, l’inquinamento ambientale, le morti sul lavoro, la disoccupazione sempre più preoccupante.
Da quando però governa Berlusconi anche la credibilità del nostro Paese sta andando a puttane. Anzi le puttane sono assurte a vere e proprie protagoniste della nostra vita politica.
Considerate dagli uomini di potere come innocui passatempi da dimenticare dopo la “fruizione finale”, splendida tappezzeria per illuminare i loro festini, graziosi ninnoli da esporre nelle loro sfarzose residenze, confinate insomma in un ruolo subalterno e di contorno, oggi si prendono la rivincita emergendo dal buio in cui sono state cacciate con tutto il loro bagaglio di richieste, rancori e ricatti.
Ne avevamo avuto un anticipo al tempo della famosa telefonata fra Berlusconi ed Agostino Saccà. Silvio si preoccupava di tacitare le richieste petulanti di due veri talenti dello spettaculo: Elena Russo e Evelina Manna.
Poi arrivò Veronica Lario a dirci che suo marito era malato e che se la faceva con le minorenni. Letizia Noemi da Casoria era una di queste. Anche lei era  tutta vogliosa di lanciarsi nel mondo di Papi fatto di spettacolo e politica, tenuto conto che sia spettacolo che politica fanno ridere allo stesso modo.
Poi furono Barbara Montereale e Lucia Rossini a immeterci nelle segrete stanze di Palazzo Grazioli.
Oggi c’è Ruby, altra minorenne.
Quella però che ci ha permesso di penetrare nei recessi del Palazzo è stata Patrizia D’addario. Quando verrà scritta la storia di questo periodo, si dirà che il declino della stella di Berlusconi è iniziato proprio nel letto di Putin con la D’addario novella Giuditta.
Non si riesce perciò a capire l’atteggiamento dei simpatizzanti di Fini che hanno cacciato in malo modo la D’addario dalla loro convention. La bella Patrizia pare sia andata via mormorando fra le lacrime “irriconoscenti”.
E come darle torto. Se oggi Fini può permettersi il lusso di tenere sulla graticola Berlusconi, gran parte del merito va dato a Patrizia D’Addario. E’ lei che ci ha svelato che il re è nudo, è lei che ci ha portato le prove della sua vita dissipata e libertina, è lei che ha smontato l’impalcatura di ipocrito perbenismo che reggeva la figura del premier.
Certo, la presenza della D’Addario alla convention di Firenze le avrebbe dato la ribalta, togliendo un po’ di luce a Fini. Ma se io fossi in lui le manderei un mazzo di fiori, per scusarmi del trattamento ricevuto e per ringraziarla.

venerdì 5 novembre 2010

4 novembre

Giannelli
dal Corriere della Sera
Già alcuni commentatori politici incominciavano a interrogarsi sul contenuto del fitto dialogo avvenuto ieri fra Berlusconi e Fini all’Altare della Patria.
Molti parlavano di riapertura del dialogo dopo mesi di tensioni, di riavvicinamento fra nemici giurati, di colloquio decisivo per le sorti del nostro Paese.
L’illusione è durata il tempo di un baleno.
Berlusconi non parlava dei destini dell’Italia e dei tanti suoi gravosi problemi. No, parlava semplicemente della sua “troietta” creduta “maggiorenne” e “incensurata, come gliela avevano descritta Lele Mora e Emilio Fede, persone come noto del tutto affidabili.
Gianfranco Fini ascoltava imbarazzato, annuendo distratto come in genere si fa con le persone anziane e un po’ rimbambite.
Nel frattempo il Milite ignoto, che pure ne ha viste tante, si rivoltava sconsolato nella tomba.