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sabato 24 aprile 2021

FORNO CREMATORIO - OVVERO RISPETTO E RESPONSABILITÀ

Il Sindaco Vizzardi, in un commento a un post sul Forno Crematorio, ha scritto che bisogna vincere la cultura della paura. Io penso invece che bisogna affermare la cultura della responsabilità e del rispetto. Responsabilità degli Amministratori e rispetto dei cittadini.

A meno che sia stato del tutto distratto, non mi pare di aver letto da alcuna parte che il Forno Crematorio fosse un punto programmatico di questa Giunta. Se ho ragione, responsabilità avrebbe voluto che la questione venisse sottoposta al vaglio dei cittadini o con una approfondita analisi conoscitiva o, meglio, con un referendum consultivo. E questo perché si tratta di scelta che impatterà sulla vita della Città per i prossimi decenni. Quindi cosa giusta sarebbe stato far decidere i cittadini. 
Questo non è stato e nonostante le forti perplessità per non dire contrarietà delle associazioni ambientali, l’Amministrazione ha tirato dritto, presentando alla Regione Lombardia il suo progetto. 
L’altro ieri notte, con un comunicato incredibilmente entusiasta, i nostri Amministratori ci hanno comunicato che l’unica proposta accettata su 19 candidature era la nostra. Forse si aspettavano applausi, ma c’è poco da festeggiare. Questo progetto avrà una valenza sovra comunale in quanto, non solo prenderemo in carico i morti dell’Ovest e della Bassa Bresciana, ma anche quelli che arriveranno dalla Franciacorta e dal Lago d’Iseo. A regine saranno 2400 salme che praticamente terranno in funzione l’impianto per tutto l’anno. E siccome quando si comincia non si sa mai come va a finire, c’è da scommettere che col tempo le salme arriveranno anche da fuori provincia. In Italia c’è sempre qualche emergenza a cui far fronte. 
Rimane assolutamente poco chiaro il perché. Perché proporsi per un progetto del genere sapendo che la qualità dell’aria a Chiari è già pessima. A parte i normali inquinanti derivanti da riscaldamento domestico e combustione di autoveicoli, a Chiari abbiamo una grossa fabbrica incastonata nel tessuto urbano della città, che da sempre crea gravi problemi di inquinamento, nonostante i numerosi interventi fatti per mitigarne l’impatto. Ognuno di noi può constatare, magari la sera quando chiude le imposte, che odore acre di fonderia si avverte, odore che mescolato a quello delle porcilaie e del letame e altri prodotti chimici sparsi sui terreni, rende la nostra aria quasi irrespirabile. Per non parlare poi delle polveri sottili quasi mai sotto la norma. 
E in questo contesto, gravemente compromesso ci andiamo ad accollare, non si sa per quale motivo, un ulteriore peso di pericolosi inquinanti, quali il mercurio? Nelle settimane scorse era affisso sui muri di Chiari un manifesto che indicava la nostra Città come esempio virtuoso di territorio ecosostenibile. “Chiari sempre più verde” diceva. 



Perché non renderla allora sempre più azzurra? Che senso ha avuto aver speso un mucchio di soldi per fare piste ciclo pedonali per invogliare le persone a utilizzare la bicicletta o fare una passeggiata, allo scopo anche di togliere dalla strada un certo numero di macchine, oppure piantare degli alberi, o fare la centrale fotovoltaica sulle scuole, se poi, in modo del tutto contraddittorio, mettiamo su un Forno Crematorio che crea inquinamento al di là di ogni possibile rispetto delle norme? 
Ultima cosa. L’attuale pandemia dovrebbe averci insegnato che i danni più gravi il virus li ha creati dove l’ambiente era maggiormente compromesso. La nostra Regione e la nostra Provincia sono quelle che stanno pagando il più grande tributo di morti. Vi sembra ragionevole caricare su questo martoriato territorio un ulteriore apporto di inquinamento?

giovedì 18 febbraio 2021

FORNO CREMATORIO

Ricevo e pubblico volentieri:


PERCHÈ OCCORRE DIRE NO AL FORNO CREMATORIO


Perché a Chiari è INACCETTABILE una nuova fonte di inquinamento CERTA di sostanze pericolose per la salute.

Perché in relazione all'inquinamento ambientale, sul territorio Clarense, la misura è già colma

e non sono più tollerabili altre aggiunte di inquinanti “permanenti” nel tempo e molto

pericolosi per la salute.




Il Forno Crematorio in progetto, oltre ad avere una infelice localizzazione, troppo prossimo  all'abitato, non avendo alle spalle una consolidata normativa né regionale, né nazionale, nonoffre nessuna garanzia sulla qualità e quantità delle emissioni.

Non bastano le buone intenzioni di applicazione delle migliori tecniche disponibili.

Non ha senso un impianto di cremazione a Chiari, a 25 Km da quello di Brescia, quando, ad

esempio, la Regione Veneto ha una legge che impone una distanza minima di 50 Km tra due

impianti.

Ci sono tutte le premesse per diventare il centro di cremazione di altre Province.

Non possiamo pensare di aggravare oltre una situazione ambientale senza prima essere

intervenuti su situazioni di seguito elencate, (elenco non esaustivo) :

• Analisi effettuate agli inizi degli anni 2000 hanno certificato l'inserimento di diverse aree

di verde pubblico clarense nel Registro Nazionale dei Siti Inquinati (es. Parco Villa

Mazzotti);

• Analisi effettuate tra il 2005 e il 2009 su 28 punti di terreni agricoli, oltre a certificare la

presenza diversificata di inquinanti pericolosi e cancerogeni, ha evidenziato per il 100%

dei punti analizzati, la presenza di Stagno da due a tre volte il limite di legge;

• Quotidianamente, a norma di legge , le attività industriali presenti sul territorio,

immettono nell'atmosfera chilogrammi di polveri contenenti diossine, metalli pesanti ed

altri composti pericolosi;

• Il nostro territorio agricolo è sufficiente per smaltire, a norma di legge, la metà dei reflui

zootecnici degli allevamenti intensivi esistenti:

• Due dei sei acquedotti clarensi hanno costantemente la concentrazione di nitrati

nell'acqua erogata, al limite della potabilità;

• Tutti i sovrappassi alla nuova SS11 sono stati realizzati utilizzando abusivamente scorie

e polveri di fonderia asportando anche parecchia ghiaia sottostante;

• Nella cava Betongamma, ora cessata, ARPA ha certificato la presenza di rifiuti pericolosi

in falda;

• L'area limitrofa a quella del progettato forno crematorio ha subito dal 1989 al 1993 lo

scempio di un micidiale inquinamento da mercurio prodotto dall'inceneritore di rifiuti

ospedalieri, definitivamente chiuso nel 1994 dopo che le analisi al camino, insistentemente volute da un Comitato Cittadino, hanno certificato la fuoriuscita del pericolosissimo metallo con una concentrazione 10 volte superiore al limite di legge, in condizioni ideali di prova;


• Le cosiddette “Compensazioni ambientali” che avrebbe dovuto realizzare la Società

BreBeMi sono l'ennesimo esempio della mortificazione delle “belle intenzioni” in fase di

approvazione progetto e della desolazione della realtà del realizzato;

• Le analisi del PM10 nell'aria, condotte da ARPA in diversi anni ed in diversi periodi

dell'anno, hanno certificato che Chiari ha la situazione di inquinamento atmosferico

peggiore della Lombardia tra l'Adda ed il Mincio sia in termini di valori assoluti di

concentrazione che del numero di giorni/anno di supero della concentrazione limite di

norma.

Se la volontà è quella di rafforzare il Patrimonio della Municipalizzata Chiari Servizi o di fare assumere a Chiari il ruolo di Comune trainante e centrale dell'Ovest bresciano, allora invece di pensare al Forno Crematorio, sarebbero di gran lunga da preferire altri progetti di vera

valenza ambientale, quali:

• creazione di Comunità energetiche

• Realizzazione di una rete di “teleriscaldamento freddo” per il condizionamento invernale ed estivo di edifici pubblici, sfruttando il calore di risulta di impianti industriali energivori e di importanti impianti di condizionamento.


Ing. Federico Lorini