Quello che sta avvenendo a Chiari è qualcosa di inaudito.
Qui non c’è solo un’associazione di cittadini (l’Acsu) che per troppo zelo e impegno civico va al di là dei compiti che la legge, magari poco conosciuta, gli assegna. Qui c’è un Sindaco-Senatore che, in spregio della legge che giusto qualche giorno prima ha votato in Parlamento, autorizza (leggi qui) l’uso di un distaccamento della Polizia Locale a un’associazione di privati cittadini che nulla ha a che vedere con la tutela dell’ordine pubblico e la pubblica sicurezza. Queste due funzioni, come indicato in modo preciso dalla legge, come ribadito più volte da esponenti politici di entrambi gli schieramenti e come ormai anche le pietre sanno, spettano ai Corpi dello Stato a ciò preposti (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Locale). Le associazione di “osservatori volontari” come li chiama il Decreto Maroni, hanno solo una funzione “di mera osservazione in specifiche aree del territorio comunale e... segnalano alla Polizia Locale e alle Forze di Polizia dello Stato eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale”. Quindi le funzioni di queste associazioni, comunemente chiamate “Ronde”, sono quelle di osservare e segnalare. Niente altro.
Se questo non bastasse a capire la necessità di evitare una confusione di ruoli fra Corpi dello Stato e Ronde, la stessa legge si incarica di ribadirlo sottolineando che “è fatto divieto di utilizzare uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni riconducibili, anche indirettamente, ai corpi di polizia, anche locali, alle forze armate, ai corpi forestali regionali, agli organi della protezione civile o ad altri Corpi dello Stato...”
Ora, il nostro Senatore che qualche giorno prima aveva votato in Parlamento questa normativa fortissimamente voluta dal suo stesso Partito, a Chiari dove è Sindaco fa finta di dimenticarla e concede, in modo del tutto incomprensibile e con la supina acquiescenza del Comandante dei Vigili, un distaccamento di Polizia Locale come sede provvisoria di una Associazione privata di Assistenti Civici alla Sicurezza Urbana.
Altro che divise, altro che emblemi, qui per confondere i ruoli si cede addirittura una sede della Polizia, evidenziando in modo plateale il retropensiero sotteso a questa decisione: la volontà di fare della difesa dell’ordine pubblico un affare privato. Portare a propria scusante il desiderio di “combattere il degrado della stazione ferroviaria, sostenere un’associazione di tutto rispetto” e in definitiva “offrire un luogo di ritrovo all’Acsu”, non fa che aggravare la sua posizione anche dal punto di vista politico oltre che legale, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che la stazione ferroviaria è in uno stato di degrado, che il distaccamento di Polizia non funziona, che sono stati spesi un mucchio di soldi inutilmente, che tutte le belle parole non bastano a coprire i fallimenti politici.
Un’ultima cosa. Il Senatore Mazzatorta non perde occasione per ribadire che non è razzismo volere applicare la legge e pretendere che tutti la osservino. Bene, siccome la legge vale per tutti i cittadini, siano essi immigrati o Senatori, lo invitiamo ad appuntare questa massima nel suo studio, magari in una gigantografia, accanto al manifesto della Cgil. Forse la prossima volta che prenderà una decisione valuterà prima se sia conforme alla legge.
Qui non c’è solo un’associazione di cittadini (l’Acsu) che per troppo zelo e impegno civico va al di là dei compiti che la legge, magari poco conosciuta, gli assegna. Qui c’è un Sindaco-Senatore che, in spregio della legge che giusto qualche giorno prima ha votato in Parlamento, autorizza (leggi qui) l’uso di un distaccamento della Polizia Locale a un’associazione di privati cittadini che nulla ha a che vedere con la tutela dell’ordine pubblico e la pubblica sicurezza. Queste due funzioni, come indicato in modo preciso dalla legge, come ribadito più volte da esponenti politici di entrambi gli schieramenti e come ormai anche le pietre sanno, spettano ai Corpi dello Stato a ciò preposti (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Locale). Le associazione di “osservatori volontari” come li chiama il Decreto Maroni, hanno solo una funzione “di mera osservazione in specifiche aree del territorio comunale e... segnalano alla Polizia Locale e alle Forze di Polizia dello Stato eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale”. Quindi le funzioni di queste associazioni, comunemente chiamate “Ronde”, sono quelle di osservare e segnalare. Niente altro.
Se questo non bastasse a capire la necessità di evitare una confusione di ruoli fra Corpi dello Stato e Ronde, la stessa legge si incarica di ribadirlo sottolineando che “è fatto divieto di utilizzare uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni riconducibili, anche indirettamente, ai corpi di polizia, anche locali, alle forze armate, ai corpi forestali regionali, agli organi della protezione civile o ad altri Corpi dello Stato...”
Ora, il nostro Senatore che qualche giorno prima aveva votato in Parlamento questa normativa fortissimamente voluta dal suo stesso Partito, a Chiari dove è Sindaco fa finta di dimenticarla e concede, in modo del tutto incomprensibile e con la supina acquiescenza del Comandante dei Vigili, un distaccamento di Polizia Locale come sede provvisoria di una Associazione privata di Assistenti Civici alla Sicurezza Urbana.
Altro che divise, altro che emblemi, qui per confondere i ruoli si cede addirittura una sede della Polizia, evidenziando in modo plateale il retropensiero sotteso a questa decisione: la volontà di fare della difesa dell’ordine pubblico un affare privato. Portare a propria scusante il desiderio di “combattere il degrado della stazione ferroviaria, sostenere un’associazione di tutto rispetto” e in definitiva “offrire un luogo di ritrovo all’Acsu”, non fa che aggravare la sua posizione anche dal punto di vista politico oltre che legale, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che la stazione ferroviaria è in uno stato di degrado, che il distaccamento di Polizia non funziona, che sono stati spesi un mucchio di soldi inutilmente, che tutte le belle parole non bastano a coprire i fallimenti politici.
Un’ultima cosa. Il Senatore Mazzatorta non perde occasione per ribadire che non è razzismo volere applicare la legge e pretendere che tutti la osservino. Bene, siccome la legge vale per tutti i cittadini, siano essi immigrati o Senatori, lo invitiamo ad appuntare questa massima nel suo studio, magari in una gigantografia, accanto al manifesto della Cgil. Forse la prossima volta che prenderà una decisione valuterà prima se sia conforme alla legge.
9 commenti:
Cari autori,
ad un vostro nuovo pezzo sull'"affaire Acsu", in cui non si trovano contenuti qualitativamente nuovi rispetto a quanto già scritto, mi permetto di replicare allo stesso modo un commento già espresso nel post precedente.
Se ora scrivete "[...] Il Senatore Mazzatorta non perde occasione per ribadire che non è razzismo volere applicare la legge e pretendere che tutti la osservino", chiedo - sperando che la risposta possa provenire dal segretario Fogliata, come possiamo chiamare l'introduzione della condizione giuridica di clandestinità da parte dei governi di centrosinistra sostenute in ambito interno con l'istituzione dei CPT (Legge Turco-Napolitano, 6 marzo 1998, governo Prodi) e della pratica di respingimento dei "non regolari", in ambito europeo con l'appoggio incondizionato alla politica di controllo delle frontiere (Agenzia Frontex fortemente voluta da Prodi, presidente della Commissione Europea fino al 2004), con la ratifica (2007) degli accordi segreti bilaterali sottoscritti dal governo di centro destra con la Libia (2004-2005), eccetera.
Le parole "diritti" e "umanità", "razzismo" e "fascismo" sono facilmente disponibili sulla bocca di chi parla di "civiltà giuridica" senza interrogarsi sulla civiltà del diritto che sostiene. In quest'ottica possedere un capro espiatorio (Mazzatorta, Berlusconi) è la massima fortuna ai fini del proprio totale auto-assolvimento.
Andrea Mihaiu
“I contenuti qualitativamente nuovi rispetto a quanto già scritto sull’affaire Acsu” sono che oggi sappiamo con certezza che l’autorizzazione a utilizzare il distaccamento di Polizia Locale presso la stazione ferroviaria è venuta direttamente dal Sindaco Mazzatorta con lettera del 24 settembre 2009 indirizzata ad Acsu e per conoscenza al Comandante dei Vigili Urbani e al Comandante della Polfer. Qui è il problema.
Voler parlare d’altro questo sì è un tentativo di distogliere l’attenzione da un fatto grave in sè, ma che riveste un particolare significato in quanto proviene da un Sindaco che è anche Senatore della Repubblica e che dovrebbe avere ben chiari i limiti entro cui i cosiddetti “osservatori volontari” possono agire. Mihaiu non scrive una parola su questo, continua a elucubrare, com’è suo costume, su tutto e il contrario di tutto, arrivando a definire Mazzatorta un capro espiatorio. Beh...!
Caro Maragucci,
credevo di aver detto con sufficiente chiarezza, in precedenza, che il fatto da voi documentato fosse certamente grave. E persino devo aver in parte concordato con il segretario Fogliata laddove questi ha saputo individuare non tanto nella legge in sé quanto nella pratica del Sindaco-Senatore la specifica illegalità (l'inottemperanza alle disposizioni della norma) e più genericamente l'inclinazione alla dissoluzione di ciò che egli ha chiamato "terzietà" della legge e dello stato (con una trasformazione della giustizia e dell'ordine pubblico non tanto in un "affare privato", ma pubblico semmai, laddove tutti divengono legittimi autori di cotale giustizia).
Qui è il problema, scrive lei. Perfetto. E sottoscrivo il ricorso! Il fatto è che non si vuol proprio andare oltre a questo. E caro Maragucci, non la prenda troppo sul personale.
Supponiamo che il leghismo, la Lega, Mazzatorta, Maroni non esistessero e dunque nemmeno le ronde, e quindi nemmeno Sindaci-Senatori che commettono questi reati-abusi. Supponiamo di sbarazzarci di costoro una volta per tutte e supponiamo infine di trovarci in un governo di larga, larghissima maggioranza partitodemocratica. Ci troveremmo in mani migliori? O le premesse teoriche e pratiche che ho già descritto (riconoscimento della cittadinanza soltanto in subordine allo status economicista di lavoro - e non di diritto della persona in sé -, politica di respingimento alle frontiere, detenzione temporanea in sottocarceri che puniscono l'irregolarità, applicazione rigorosa e trasparente, legale dunque, legalissima, di queste ed altre norme) potrebbero essere esse stesse passibili di severe critiche e persino additate come intrinsecamente razziste?
Qui ovviamente si tratta di mettere in discussione non gli altrui ma i propri parametri di giustizia, e ovviamente l'operazione risulta più difficile, me ne rendo conto. Ma le faccio un esempio. L'istituzione del precariato, foriero di profondissima diseguaglianza sociale, è stato "legalizzato" sempre da governi di centrosinistra. Ovviamente questi non provano senso di responsabilità o colpa per i profondi costi sociali, e nemmeno ne provano per aver sottoscritto per primi tutte le liberalizzazioni, le privatizzazioni, gli accordi internazionali di libero commercio che hanno ridisegnato il mondo in cui viviamo unicamente in funzione del mercato e non dei diritti degli uomini. Tutto accade in modo perfettamente "legale" e "legittimo". Che ciò sia "giusto" è ben altra cosa. E' che i paladini del centrosinistra sono moralisti in termini meno arcaici ma ugualmente dogmatici e viscerali, e quindi non sanno fare altro che i poliziotti, rimuovendo le proprie responsabilità (ecco ripetuto che senso ha parlare di Mazzatorta come un paravento). Ad esempio, caro Maragucci, è da chiedersi quanta responsabilità abbiano proprio le suddette politiche di centrosinistra nell'alimentare i sentimenti di appartenenza/difesa identitaria dei leghisti.
Grazie comunque per lo spazio concesso. Perché non creare un post apposito in cui approfondire seriamente la questione e allargarla ad altri contributi?
Andrea M.
Mi dispiace, ma nonostante il tema proposto sia molto interessante, preferisco tenere il punto.
E il punto è che la questione del distaccamento della Polizia Locale presso la Stazione ferroviaria è il paradigma della politica della Lega.
Esiste un problema. Lo si enfatizza. Si propongono soluzioni mirabolanti. Si spendono soldi pubblici. Si alimenta un battage pubblicitario per esaltarne la soluzione. Poi, a distanza di tempo, quando ci si accorge che il problema non è stato risolto, si cercano altre soluzioni per strade tortuose e del tutto stravaganti. Questo sta avvenendo nel caso specifico, questo avverrà su altre questioni che presto torneranno all’attenzione dell’opinione pubblica e su cui non mancherà la nostra voce critica, nonostante i moniti di Giuliano Tonelli.
Sul distaccamento di Polizia presso la stazione c’è da dire questo:
Chiari ha diritto di avere una stazione ferroviaria che non sia un porto franco per delinquenza e microcriminalità. I cittadini di Chiari devono essere liberi di prendere il treno a tutte le ore del giorno e della notte e perciò la sicurezza in quella zona va assicurata. Pertanto va ripristinato al più presto il presidio di Vigilanza Urbana, per il quale sono stati e si stanno spendendo bei soldi dei contribuenti. Il presidio deve vedere la presenza giornaliera degli agenti della Polizia Locale. Il Presidio non può in alcun modo essere la sede dell’Acsu, perchè lo vieta la legge. Il Sindaco farebbe bene a revocare la sua precedente autorizzazione, per evitare accuse di abuso di potere e violazione della legge. Per evitare confusione di ruoli, deve essere trovata una sede più adeguata per l’Acsu. I volontari di questa associazione possono svolgere i loro compiti di “osservazione e segnalazione” fuori dalla stazione ferroviaria.
Sono cose queste che dovrebbero riguardare i cittadini di Chiari? Io penso proprio di sì.
Mi piacerebbe ricevere una risposta da Carlo Fogliata, è possibile?
Grazie.
Andrea
citazione di Nick:
“I contenuti qualitativamente nuovi rispetto a quanto già scritto sull’affaire Acsu” sono che oggi sappiamo con certezza che l’autorizzazione a utilizzare il distaccamento di Polizia Locale presso la stazione ferroviaria è venuta direttamente dal Sindaco Mazzatorta con lettera del 24 settembre 2009 indirizzata ad Acsu e per conoscenza al Comandante dei Vigili Urbani e al Comandante della Polfer. Qui è il problema.
....ah!.. quindi l'autorizzazione non è stata rilasciata dal comandante dei vigili, come avete scritto inizialmente?
Interessante...
Scusi e chi ha mai detto questo?
Forse dovrebbe rileggersi meglio i post pubblicati prima di scrivere poco "interessanti" corbellerie.
Scusi ma lei quando risponde agli interlocutori è sempre così agitato? oppure ha la coda di paglia?
Questo lo ha scritto lei:
"Ciò che invece è intollerabile è che chi, - Sindaco e Comandante dei Vigili –ha autorizzato l’utilizzo di una sede della Polizia Municipale lo ha fatto in totale contrasto con la legge".
Allora?...... chi scrive corbellerie?
Lei pretende di criticare e denunciare tutto e tutti e poi..... alla prima critica o constatazione sul suo operato si inalbera dicendo agli altri che scrivono corbellerie?
Lei ne deve ancora mangiare di pagnotte prima di ergersi a paladino della giustizia!!
"Ciò che invece è intollerabile è che chi, - Sindaco e Comandante dei Vigili – ha autorizzato l’utilizzo di una sede della Polizia Municipale lo ha fatto in totale contrasto con la legge".
Questa frase non è assolutamente in contraddizione con quanto detto successivamente, come lei vorrebbe far credere. Se lei avesse letto bene tutto il post avrebbe notato poco più sopra queste frasi: “ il 29 settembre parte dal Comune una risposta che verosimilmente...dà il consenso all’utilizzo della struttura...Da quanto dichiarato dai componenti dell’associazione l’autorizzazione è arrivata direttamente dal Sindaco, mentre la chiave...è stata fornita direttamente dal Comandante Garofalo". Tutte frasi ipotetiche, basate sull’analisi dei fatti e sulle parole dette da alcune persone. La certezza di quanto realmente accaduto è arrivata il 15 ottobre quando abbiamo potuto esaminare l’autorizzazione data dal Sindaco.
Per come si sono svolti i fatti quella frase è del tutto conseguente con quanto accertato successivamente. E cioè che il Sindaco ha dato la sua autorizzazione, il Comandante dei Vigili ha fornito la chiave.
Quindi c’è una responsabilità del Capitano Garofalo che ha consegnato il distaccamento di un suo comando a dei privati senza sollevare alcuna obiezione, c’è una più grave responsabilità del Sindaco che ha dato la sua autorizzazione in dispregio della legge.
Affermare come fa lei “....ah!.. quindi l'autorizzazione non è stata rilasciata dal comandante dei vigili, come avete scritto inizialmente? Interessante...”, non è corretto.
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