SIAMO IN SILENZIO PERCHE’
Il silenzio, in un’epoca in cui tutto deve essere consumato in fretta, vuol dire fermarsi, pensare, cercare di comprendere, tentare di dare un senso al nostro agire.
Il silenzio ci permette di richiamare l’attenzione su un problema drammatico in modo positivo.
Il silenzio ci aiuta a riflettere e a comunicare riportandoci all’ascolto di noi stessi e degli altri.
Il silenzio non è passivo; è ascolto, apertura e condivisione ma anche denuncia, protesta e assunzione di responsabilità.
SIAMO IN CERCHIO PERCHE’
Il cerchio ci avvicina e ci unisce.
Il cerchio è aperto: tutti possono entrare.
Il cerchio permette a tutti di leggere i cartelli che portiamo e che parlano per noi.
CONDIVIDI CON NOI QUESTA ESPERIENZA
Una società che si chiude sempre di più in se stessa, che cede alla paura degli stranieri e delle differenze, è una società meno libera, meno democratica e senza futuro.
Non si possono difendere i nostri diritti senza affermare i diritti di ogni individuo, a cominciare da chi è debole e spesso straniero.
Il benessere e la dignità di ognuno di noi sono strettamente legati a quelli di chi ci vive accanto, chiunque esso sia.
CHIARI 31 gennaio 2010
Piazza Zanardelli dalle 10,30 alle 11,30
TAVOLO DELLA PACE FRANCIACORTA MONTE ORFANO
venerdì 29 gennaio 2010
Paladini delle cause perse
Il Comune di Chiari ha presentato reclamo avverso l’ordinanza del Tribunale di Brescia che gli aveva imposto di eliminare il requisito della cittadinanza italiana dal bando di concessione dei “premi all’eccellenza scolastica”.
Ci sembra un’iniziativa, quella del Comune, dettata solo da cocciutaggine ideologica che non recede neppure davanti all’evidenza.
Il Sindaco Mazzatorta oltre che essere Senatore è anche avvocato e sa benissimo che su una questione del genere difficilmente la potrà spuntare. In materia esiste una larga e consolidata giurisprudenza che non lascia molti spazi all’iniziativa dell’Amministrazione Comunale. Se si insiste su questa strada è soltanto per scopi propagandistici, per sollevare polveroni che hanno il solo scopo di fare un po’ di demagogia d’accatto.
Una cosa però la vogliamo chiedere. Pensa il nostro Sindaco che il Bilancio Comunale sia cosa di cui disporre a proprio piacimento, ritenendo forse che i soldi pubblici cadano dal cielo e non vengano invece dalle nostre tasche, dalle tasche dei contribuenti?
Non si capisce per quale motivo i cittadini di Chiari debbano ancora accollarsi di 1.248 euro di spese legali, oltre i 2.500 già pagati, per le “stramberie giudiziarie” di questa Amministrazione Comunale. Perchè dobbiamo fare i paladini della cause perse? Non ci sono cose più importanti a cui pensare?
Ci sembra un’iniziativa, quella del Comune, dettata solo da cocciutaggine ideologica che non recede neppure davanti all’evidenza.
Il Sindaco Mazzatorta oltre che essere Senatore è anche avvocato e sa benissimo che su una questione del genere difficilmente la potrà spuntare. In materia esiste una larga e consolidata giurisprudenza che non lascia molti spazi all’iniziativa dell’Amministrazione Comunale. Se si insiste su questa strada è soltanto per scopi propagandistici, per sollevare polveroni che hanno il solo scopo di fare un po’ di demagogia d’accatto.
Una cosa però la vogliamo chiedere. Pensa il nostro Sindaco che il Bilancio Comunale sia cosa di cui disporre a proprio piacimento, ritenendo forse che i soldi pubblici cadano dal cielo e non vengano invece dalle nostre tasche, dalle tasche dei contribuenti?
Non si capisce per quale motivo i cittadini di Chiari debbano ancora accollarsi di 1.248 euro di spese legali, oltre i 2.500 già pagati, per le “stramberie giudiziarie” di questa Amministrazione Comunale. Perchè dobbiamo fare i paladini della cause perse? Non ci sono cose più importanti a cui pensare?
giovedì 28 gennaio 2010
Risposta all'Assessore Bruno Zerbini
L’assessore alla Attività Produttive, Bruno Zerbini, in un commento al nostro post “Crisi NK – Lavoratori a rischio”, contesta quanto da noi scritto in merito all’assenza del Sindaco, del Vice Sindaco, dell’Assessore alle Attività Produttive e di qualsiasi altro membro dell’Amministrazione Comunale dalla manifestazione organizzata dai lavoratori. Precisa che il Vice Sindaco, Luca Seneci e lui personalmente hanno incontrato presso la sede comunale i lavoratori e i rappresentanti sindacali della ditta clarense NK. Si rammarica che venga “travisata la realtà dei fatti con notizie inesatte e tendenziose”, essendo “l’interessamento dell’Amministrazione Comunale per le vertenze dei lavoratori NK prioritario e continuativo, specialmente in questo periodo di congiuntura economica che presenta serie ripercussioni anche a Chiari”
Da quanto scrive lo stesso Assessore Zerbini appare chiaro che i rappresentati dell’Amministrazione Comunale non fossero presenti alla manifestazione indetta dai lavoratori della NK, mentre erano presenti, a quanto riferito dai giornali, i sindaci di Capodiponte, Ono San Pietro, Cerveno, Niardo, Ceto, Paspardo e Saviore e i rappresentanti del PD di Chiari Consiglieri Lorini e Libretti.
L’Assessore Zerbini vorrebbe far credere che i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale non fossero presenti alla manifestazione in quanto aspettavano i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali presso la casa comunale per un incontro previsto e organizzato. Ora, secondo le informazioni in nostro possesso in Comune non era stato organizzato nè previsto alcun incontro e nè i sindacati nè tanto meno i lavoratori erano al corrente di un'eventuale riunione.
La verità è che i lavoratori, alla fine della manifestazione, conclusasi all’altezza del mercato di viale Cadeo, hanno ritenuto opportuno recarsi presso la Sede Comunale per rappresentare la loro situazione ai pubblici Amministratori. A quel punto gli Amministratori presenti non hanno potuto sottrarsi al confronto.
Da quanto scrive lo stesso Assessore Zerbini appare chiaro che i rappresentati dell’Amministrazione Comunale non fossero presenti alla manifestazione indetta dai lavoratori della NK, mentre erano presenti, a quanto riferito dai giornali, i sindaci di Capodiponte, Ono San Pietro, Cerveno, Niardo, Ceto, Paspardo e Saviore e i rappresentanti del PD di Chiari Consiglieri Lorini e Libretti.
L’Assessore Zerbini vorrebbe far credere che i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale non fossero presenti alla manifestazione in quanto aspettavano i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali presso la casa comunale per un incontro previsto e organizzato. Ora, secondo le informazioni in nostro possesso in Comune non era stato organizzato nè previsto alcun incontro e nè i sindacati nè tanto meno i lavoratori erano al corrente di un'eventuale riunione.
La verità è che i lavoratori, alla fine della manifestazione, conclusasi all’altezza del mercato di viale Cadeo, hanno ritenuto opportuno recarsi presso la Sede Comunale per rappresentare la loro situazione ai pubblici Amministratori. A quel punto gli Amministratori presenti non hanno potuto sottrarsi al confronto.
martedì 26 gennaio 2010
sabato 23 gennaio 2010
Crisi NK - lavoratori a rischio
Centotrenta lavoratori a rischio solo a Chiari, 250 in tutta la provincia. Sono questi i numeri della crisi che ha investito la NK e che porterà alla probabile dismissione di settanta dei cento telai installati.
Numeri drammatici che fanno vedere nero in fondo al tunnel. La cassa integrazione si concluderà a fine 2010 e dopo, nessuno sa dire cosa succederà ai 130 dipendenti della storica tessitura.
Questi sono i motivi che hanno indotto lavoratori e sindacati a proclamare per martedì 19 gennaio due ore di sciopero a fine turno e a organizzare un corteo che ha percorso le strade di Chiari fino al mercato di viale Cadeo. «Abbiamo dato a questa azienda i migliori anni della nostra vita e loro ci ripagano con una prospettiva di chiusura» recitava uno dei tanti cartelli esposti dai lavoratori durante il presidio organizzato davanti allo stabilimento di via Buffoli.
La Cgil e la Cisl con l’appoggio dell'Ugl hanno fatto appello al senso di responsabilità delle istituzioni verso un territorio minacciato da un grave problema occupazionale. E infatti davanti ai cancelli della NK eran presenti, come riportato dai giornali, i sindaci di Capodiponte, Ono San Pietro, Cerveno, Niardo, Ceto, Paspardo e Saviore. Mancava il Sindaco di Chiari che evidentemente ha ritenuto più importante essere presente in Senato a votare la legge vergogna sul cosiddetto “processo breve”. L’importante è risolvere i problemi giudiziari del premier, i problemi dei cittadini possono aspettare. Naturalmente non mancava solo il Sindaco, impegnato in più alti uffici, mancava anche il Vice Sindaco tutto preso a sbrogliare il pasticcio del Polo della Cultura, mancava l’Assessore alle attività produttive e alle politiche per il lavoro e per lo sviluppo economico ed occupazionale, forse ancora intento a chiedere a se stesso un contributo per la Società Consortile di promozione del Centro Storico, mancavano i rappresentanti di questa Amministrazione che non hanno ritenuto importante portare il loro sostegno a lavoratori che vivono il dramma della perdita del lavoro.
Gli unici a rappresentare le Istituzioni della nostra città e a manifestare un segno di solidarietà verso i lavoratori sono stati i Consiglieri Comunali del PD Maurizio Libretti e Federico Lorini.
Numeri drammatici che fanno vedere nero in fondo al tunnel. La cassa integrazione si concluderà a fine 2010 e dopo, nessuno sa dire cosa succederà ai 130 dipendenti della storica tessitura.
Questi sono i motivi che hanno indotto lavoratori e sindacati a proclamare per martedì 19 gennaio due ore di sciopero a fine turno e a organizzare un corteo che ha percorso le strade di Chiari fino al mercato di viale Cadeo. «Abbiamo dato a questa azienda i migliori anni della nostra vita e loro ci ripagano con una prospettiva di chiusura» recitava uno dei tanti cartelli esposti dai lavoratori durante il presidio organizzato davanti allo stabilimento di via Buffoli.
La Cgil e la Cisl con l’appoggio dell'Ugl hanno fatto appello al senso di responsabilità delle istituzioni verso un territorio minacciato da un grave problema occupazionale. E infatti davanti ai cancelli della NK eran presenti, come riportato dai giornali, i sindaci di Capodiponte, Ono San Pietro, Cerveno, Niardo, Ceto, Paspardo e Saviore. Mancava il Sindaco di Chiari che evidentemente ha ritenuto più importante essere presente in Senato a votare la legge vergogna sul cosiddetto “processo breve”. L’importante è risolvere i problemi giudiziari del premier, i problemi dei cittadini possono aspettare. Naturalmente non mancava solo il Sindaco, impegnato in più alti uffici, mancava anche il Vice Sindaco tutto preso a sbrogliare il pasticcio del Polo della Cultura, mancava l’Assessore alle attività produttive e alle politiche per il lavoro e per lo sviluppo economico ed occupazionale, forse ancora intento a chiedere a se stesso un contributo per la Società Consortile di promozione del Centro Storico, mancavano i rappresentanti di questa Amministrazione che non hanno ritenuto importante portare il loro sostegno a lavoratori che vivono il dramma della perdita del lavoro.
Gli unici a rappresentare le Istituzioni della nostra città e a manifestare un segno di solidarietà verso i lavoratori sono stati i Consiglieri Comunali del PD Maurizio Libretti e Federico Lorini.
venerdì 22 gennaio 2010
Doverosi ringraziamenti
Comunque sia andata l'elezione a coordinatore di circolo, mi sento in dovere di ringraziare i nostri pochi sostenitori, mi ha fatto piacere ricevere i complimenti, nonostante tutto, di alcuni di voi; mi permetto di pubblicarne una per me molto significativa.
"Mi hanno gentilmente informato dei risultati del voto del coordinatore del PD a Chiari. Ci tenevo, nonostante la distanza, a fare gli auguri di buon lavoro a Carlo. Ma anche a complimentarmi con Angelo, la cui candidatura è espressione di una vivacità d'opinione e di una sensibilità per i temi della società civile senza la quale non si va lontano. Vivacità premiata (e responsabilizzata) da quasi il 27% dei voti. Buon lavoro a tutti, quindi !
A presto, Alessandro"
Penso di non sbagliare se chiedo, a chi crede che il PD possa essere nonostante tutto qualcosa di nuovo, di farsi sentire e vedere, in modo da rimpinguare questo "quasi 27%".
Significativo è stato anche il risultato di Riccardo Frati, per la provincia, teoricamente sembrerebbe che abbia preso più voti dai non iscritti. Non vi sembra significativo????
Ciao a tutti e di nuovo grazie
Angelo
"Mi hanno gentilmente informato dei risultati del voto del coordinatore del PD a Chiari. Ci tenevo, nonostante la distanza, a fare gli auguri di buon lavoro a Carlo. Ma anche a complimentarmi con Angelo, la cui candidatura è espressione di una vivacità d'opinione e di una sensibilità per i temi della società civile senza la quale non si va lontano. Vivacità premiata (e responsabilizzata) da quasi il 27% dei voti. Buon lavoro a tutti, quindi !
A presto, Alessandro"
Penso di non sbagliare se chiedo, a chi crede che il PD possa essere nonostante tutto qualcosa di nuovo, di farsi sentire e vedere, in modo da rimpinguare questo "quasi 27%".
Significativo è stato anche il risultato di Riccardo Frati, per la provincia, teoricamente sembrerebbe che abbia preso più voti dai non iscritti. Non vi sembra significativo????
Ciao a tutti e di nuovo grazie
Angelo
giovedì 21 gennaio 2010
ICI: il Comune sperpera i cittadini pagano
Tra Natale e Capodanno, il Sindaco Mazzatorta ha fatto recapitare a 162 cittadini clarensi, avvisi di pagamento (da effettuarsi entro il 31 gennaio 2010) di nuovi “ salati” importi ICI relativi ad aree agricole in proprietà che il nuovo PGT ha indicato come “potenzialmente edificabili” nel prossimo decennio.
Non a caso uso il termine “potenzialmente “ in quanto si è sempre detto che il nuovo strumento urbanistico, il Piano di Governo del Territorio ( PGT) , che sostituisce il vecchio Piano Regolatore Generale (PRG), non “conforma” le aree di espansione edilizia, cioè non le trasforma immediatamente da agricole ad edificabili, ma ne dà semplicemente una indicazione programmatica.
La edificabilità vera e propria di tali aree si avrà solo se approvata ed assentita dall’ Amministrazione Comunale, a seguito di bandi pubblici biennali o quinquennali.
Trascurando le aree a ridosso dell’abitato di fatto immediatamente edificabili ( aree di superficie comunque non trascurabile), le aree agricole esterne, interessate dal provvedimento comunale di ricalcolo, hanno la consistenza di circa “un milione di metri quadri” pari a 100 ettari (300 piò bresciani).
Per queste aree, a seconda della posizione e della destinazione futura, il valore stabilito dalla Giunta Comunale ai fini del calcolo ICI, va da 35 Euro al mq a 118 Euro al mq.
L’introito annuo prevedibile si aggira attorno ai 450- 500mila Euro.
Negli avvisi di pagamento si precisa che sono esonerati i proprietari Coltivatori Diretti, avvalorando con ciò la tesi che le aree interessate non sono conformate e quindi non immediatamente trasformate da agricole ad edificabili.
Perché allora il piccolo proprietario pensionato che lavora ancora la sua terra, ma non ha i requisiti di Coltivatore Diretto perché non effettua più i versamenti INPS, deve essere penalizzato a pagare un’ICI proibitiva?
Lo stesso dicasi per il Coltivatore che ha l’area in usufrutto dai genitori pensionati.
L’aspetto più grave sotteso a questa politica fiscale dell’Amministrazione Mazzatorta è che il piccolo proprietario, che trova difficoltà ad sborsare migliaia di Euro all’anno di ICI, viene in un certo qual modo costretto a “svendere” la sua terra a qualche mercante di aree.
Non mi sembra che questa sia una politica equa ed equilibrata.
Nessuno obbliga il Comune a una scelta che di fatto penalizza pesantemente alcune centinaia di cittadini clarensi.
Se le Casse Comunali , dopo gli sperperi di questi ultimi anni hanno bisogno di essere rimpinguate, forse sarebbe meglio che il Senatore Sindaco chiedesse la restituzione del milione di Euro che è stato versato ad Elecachiari per il fantasma del Polo della Cultura (ex Cinema Comunale).
Ing. Federico Lorini
Consigliere Comunale PD
Non a caso uso il termine “potenzialmente “ in quanto si è sempre detto che il nuovo strumento urbanistico, il Piano di Governo del Territorio ( PGT) , che sostituisce il vecchio Piano Regolatore Generale (PRG), non “conforma” le aree di espansione edilizia, cioè non le trasforma immediatamente da agricole ad edificabili, ma ne dà semplicemente una indicazione programmatica.
La edificabilità vera e propria di tali aree si avrà solo se approvata ed assentita dall’ Amministrazione Comunale, a seguito di bandi pubblici biennali o quinquennali.
Trascurando le aree a ridosso dell’abitato di fatto immediatamente edificabili ( aree di superficie comunque non trascurabile), le aree agricole esterne, interessate dal provvedimento comunale di ricalcolo, hanno la consistenza di circa “un milione di metri quadri” pari a 100 ettari (300 piò bresciani).
Per queste aree, a seconda della posizione e della destinazione futura, il valore stabilito dalla Giunta Comunale ai fini del calcolo ICI, va da 35 Euro al mq a 118 Euro al mq.
L’introito annuo prevedibile si aggira attorno ai 450- 500mila Euro.
Negli avvisi di pagamento si precisa che sono esonerati i proprietari Coltivatori Diretti, avvalorando con ciò la tesi che le aree interessate non sono conformate e quindi non immediatamente trasformate da agricole ad edificabili.
Perché allora il piccolo proprietario pensionato che lavora ancora la sua terra, ma non ha i requisiti di Coltivatore Diretto perché non effettua più i versamenti INPS, deve essere penalizzato a pagare un’ICI proibitiva?
Lo stesso dicasi per il Coltivatore che ha l’area in usufrutto dai genitori pensionati.
L’aspetto più grave sotteso a questa politica fiscale dell’Amministrazione Mazzatorta è che il piccolo proprietario, che trova difficoltà ad sborsare migliaia di Euro all’anno di ICI, viene in un certo qual modo costretto a “svendere” la sua terra a qualche mercante di aree.
Non mi sembra che questa sia una politica equa ed equilibrata.
Nessuno obbliga il Comune a una scelta che di fatto penalizza pesantemente alcune centinaia di cittadini clarensi.
Se le Casse Comunali , dopo gli sperperi di questi ultimi anni hanno bisogno di essere rimpinguate, forse sarebbe meglio che il Senatore Sindaco chiedesse la restituzione del milione di Euro che è stato versato ad Elecachiari per il fantasma del Polo della Cultura (ex Cinema Comunale).
Ing. Federico Lorini
Consigliere Comunale PD
mercoledì 20 gennaio 2010
Sempre in prima fila
Pubblichiamo l'articolo apparso su quiBrescia.it dal quale risulta evidente che l'Amministrazione Comunale di Chiari è sempre in prima fila quando si tratta di deliberare provvedimenti, come dire, "illuminati".
Sono quasi certo che il Sindaco Mazzatorta possa sentirsi fiero di questa condanna. Essa lo fa apparire, agli occhi dei suoi fans, come un eroe. L'eroe indomito che lotta contro le "orde barbariche" che pretendono, pensate un po', di partecipare a un concorso riguardante i "premi di eccellenza scolastica".
"Una doppia sconfitta quella ricevuta dai comuni di Castel Mella e di Chiari da parte del Tribunale di Brescia che ha definito “discriminatorie” due delibere delle amministrazioni municipali bresciane riguardanti l’assegnazione di borse di studio riservate ad alunni nati sul territorio italiano.
Il ricorso contro le due delibere comunali è stato presentato al tribunale da Fondazione Piccini, Associazione studi giuridici sull’immigrazione e Cgil.
I fatti: l’amministrazione di Castel Mella aveva stabilito, con un atto pubblico, il riconoscimento di borse di studio per studenti di scuole medie i quali fossero nati sul suolo italiano.
Un altro casus belli è stato quello riguardante un’iniziativa simile promossa, questa volta, dall’amministrazione di Chiari e riguardante i “Premi di eccellenza scolastica” che assegnano in omaggio computer portatili a studenti meritevoli italiani.
Il comune di Castel Mella, guidato dal sindaco leghista Ettore Aliprandi, appena avuta notizia del ricorso, ha ritirato l’ordinanza discriminatoria, riaprendo i termini per l’ottenimento delle borse di studio ed eliminando il requisito legato alla nazionalità. Tutto ciò, però, non è servito ad evitare la condanna al pagamento delle spese processuali (600 euro).
A Chiari, il Comune non ha ritirato la delibera ed è stato costretto a pagare 2.500 euro per le spese processuali oltre all’obbligo di modificare l’atto, fissando una nuova scadenza e togliendo gli elementi ed i riferimenti ritenuti discriminatori. Oltre a ciò l’amministrazione, guidata dal sindaco leghista Sandro Mazzatorta, dovrà rendere pubblico sui quotidiani, pagando di tasca propria, il provvedimento del tribunale.
Nella sentenza emessa nella giornata di martedì, si legge che il giudice “accerta e dichiara discriminatorio il comportamento posto in essere dal comune di Chiari”, e che “il comportamento del comune di Chiari, consistente nell’aver previsto e richiesto la cittadinanza italiana quale requisito per la partecipazione al concorso a premi, costituisca una illegittima disparità di trattamento e rientri pertanto nella nozione di discriminazione vietata dal nostro ordinamento”.
Intanto resta il fatto che se una borsa di studio prevede fra i requisiti minimi la cittadinanza italiana è discriminatoria e va modificata. Infatti l’articolo 43 (comma 1) del Testo Unico sull’immigrazione individua come discriminatorio «ogni comportamento che direttamente o indirettamente comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata su razza, colore, ascendenza, origine nazionale o etnica, convinzioni e pratiche religiose»".
Il ricorso contro le due delibere comunali è stato presentato al tribunale da Fondazione Piccini, Associazione studi giuridici sull’immigrazione e Cgil.
I fatti: l’amministrazione di Castel Mella aveva stabilito, con un atto pubblico, il riconoscimento di borse di studio per studenti di scuole medie i quali fossero nati sul suolo italiano.
Un altro casus belli è stato quello riguardante un’iniziativa simile promossa, questa volta, dall’amministrazione di Chiari e riguardante i “Premi di eccellenza scolastica” che assegnano in omaggio computer portatili a studenti meritevoli italiani.
Il comune di Castel Mella, guidato dal sindaco leghista Ettore Aliprandi, appena avuta notizia del ricorso, ha ritirato l’ordinanza discriminatoria, riaprendo i termini per l’ottenimento delle borse di studio ed eliminando il requisito legato alla nazionalità. Tutto ciò, però, non è servito ad evitare la condanna al pagamento delle spese processuali (600 euro).
A Chiari, il Comune non ha ritirato la delibera ed è stato costretto a pagare 2.500 euro per le spese processuali oltre all’obbligo di modificare l’atto, fissando una nuova scadenza e togliendo gli elementi ed i riferimenti ritenuti discriminatori. Oltre a ciò l’amministrazione, guidata dal sindaco leghista Sandro Mazzatorta, dovrà rendere pubblico sui quotidiani, pagando di tasca propria, il provvedimento del tribunale.
Nella sentenza emessa nella giornata di martedì, si legge che il giudice “accerta e dichiara discriminatorio il comportamento posto in essere dal comune di Chiari”, e che “il comportamento del comune di Chiari, consistente nell’aver previsto e richiesto la cittadinanza italiana quale requisito per la partecipazione al concorso a premi, costituisca una illegittima disparità di trattamento e rientri pertanto nella nozione di discriminazione vietata dal nostro ordinamento”.
Intanto resta il fatto che se una borsa di studio prevede fra i requisiti minimi la cittadinanza italiana è discriminatoria e va modificata. Infatti l’articolo 43 (comma 1) del Testo Unico sull’immigrazione individua come discriminatorio «ogni comportamento che direttamente o indirettamente comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata su razza, colore, ascendenza, origine nazionale o etnica, convinzioni e pratiche religiose»".
martedì 19 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
Primarie
PARTITO DEMOCRATICO
Circolo di Chiari
PARTITO DEMOCRATICO DI CHIARI – 17 GENNAIO 2010
PRIMARIE CANDIDATO SEGRETARIO PROVINCIALE E COMUNALE
SEGRETARIO PROVINCIALE:
PIETRO BISINELLA VOTI 60 55,55%
RICCARDO FRATI VOTI 31 28,70%
G.BATTISTA FERRARI VOTI 17 15,70%
SEGRETARIO CIRCOLO DI CHIARI :
CARLO FOGLIATA VOTI 52 73,24%
ANGELO BOCCALI VOTI 19 26,76%
mercoledì 13 gennaio 2010
Polo Logistico
Per vedere l'intervista integrale
http://chiaritube.blogspot.com/
domenica 10 gennaio 2010
Amnesia
Poichè è già stata pubblicata sotto il titolo "Il Senatore e la sede della Fiamme Gialle", riporto una mia lettera indirizzata al Giornale di Chiari :
Caro Direttore,
voglio ringraziarla per aver pubblicato l’interrogazione parlamentare presentata dal Sen. Sandro Mazzatorta in ordine alla nota questione della caserma della Guardia di Finanza di Chiari.
Il fatto ci fa capire, al di là di ogni ragionevole dubbio, quanto importante sia avere un Sindaco Senatore che rappresenta per la nostra realtà un vero e proprio “valore aggiunto”. Egli, nonostante gli impegni di un gravoso lavoro parlamentare che l’ha visto protagonista di una “illuminata” legislazione in materia di immigrazione, ha sentito come suo preciso dovere quello di difendere gli interessi della nostra cittadina dalle “oscure trame” della pretenziosa Rovato.
Per far capire quanto fosse assurda e improponibile una diversa localizzazione del Comando della Guardia di Finanza, forse sarebbe bastato affermare semplicemente che esso è a Chiari da sempre e che spostarlo a Rovato significherebbe solo spreco di tempo e di denari pubblici.
Il nostro Sindaco Senatore invece non si è accontentato di questo e ha pensato giusto evidenziare un fatto che ha a che vedere con la morale e con l’alta missione istituzionale affidata alla Guardia di Finanza. Egli chiede al Ministro su per giù questo: come fa un Corpo dello Stato, che ha come missione il controllo fiscale, a occupare una caserma costruita a Rovato da una società detenuta in passato al 95% da una “Limited Liability Company” del Delaware, poi da una società – la Real Estate Inc - del Wyoming, entrambi Stati degli USA dove società di questo tipo sono esenti da imposte sugli utili, ma soprattutto sono “opache, ossia il nome dei soci non viene mai reso pubblico?”
Caspita, che interrogativo!
Forse nel momento in cui redigeva la sua interrogazione il nostro Sen. Sindaco ha avuto un momento di amnesia. Forse si è dimenticato che la stessa cosa, se non peggio, sta avvenendo a Chiari con la Eleca, la società che 8 mesi fa ha aperto un cantiere per la costruzione del cosiddetto Polo della Cultura e che ancora non ha messo su un mattone, sebbene le abbiamo già dato la bella sommetta di 1milione di euro e gli introiti dei parcheggi a pagamento a partire dal dicembre 2007.
Per chi ancora non conoscesse la questione, la riassumo brevemente.
Per la costruzione del cosiddetto Polo della Cultura (ex Cinema Comunale) il Comune di Chiari stipula una convenzione con Eleca Spa di Cantù. A distanza di qualche mese si istituisce una nuova società la Eleca Chiari Srl che diventa il nuovo contraente del Comune. Passano pochi mesi e il 60% del capitale di Eleca Chiari Srl viene ceduto alla Jolly Immobiliare Spa di Milano. Questa è detenuta all’88,40% da Sole Alto S.A. con sede in Svizzera.
La società Sole Alto S.A. che è di fatto la vera contraente del Comune nell’affare Polo della Cultura è una società anonima, una società “opaca”, una società di cui non conosceremo mai i soci perchè nascosti dietro un discreto velo fiduciario. Questi soci occulti hanno di fatto incassato e incasseranno i nostri soldi: il milione di cui ho parlato prima, il corrispettivo dei parcheggi a pagamento per i prossimi 30 anni e tutte le facilitazioni offerte a piene mani dal Comune.
Al Sindaco è stato più volte chiesto di chiarire chi sta dietro la Sole Alto, ma le risposte sono state sempre evasive. Anzi ambienti a lui vicini hanno chiarito che “ai cittadini di Chiari non deve interessare dove vanno i soldi dei parcheggi... perchè un sindaco non è tenuto a sapere cosa fa un’azienda privata... perchè questo è il mercato”.
Ora siccome il mercato è lo stesso a Chiari come a Rovato, in Svizzera come nel Wyoming, non riesco a capire perchè il Sen. Sindaco si scandalizzi per i fatti di Rovato, ma nulla ha da eccepire sui fatti ben più gravi di Chiari. Perchè sollevi una questione di opportunità per il fatto che l’edificazione della Caserma a Rovato sia proposta dalla Real Estate Int. Srl, società di diritto italiano di cui è nota la proprietà, mentre nulla obietta allorchè la maggioranza del capitale della Eleca Chiari Srl passa in mano a una società anonima di diritto svizzero il cui capitale è in mano a soci il cui nome non verrà mai reso pubblico.
Abbiamo come l’impressione che l’andare avanti e indietro da Roma stia creando nel nostro Sindaco uno sdoppiamento di personalità. Cioè combatte a Roma esattamente quello che fa lui a Chiari.
Ora, piuttosto che muovere guerra a Rovato con argomentazioni poco sostenibili e per una questione che in campagna elettorale davanti a un vasto uditorio ha definito un’emerita “bufala”, forse sarebbe meglio adoperarsi per rassicurare il Comando Provinciale in ordine alla sistemazione della Caserma di Chiari per renderla più adeguata alle esigenze della Guardia di Finanza.
Grazie per la cortesia.
Enzo Maragucci
voglio ringraziarla per aver pubblicato l’interrogazione parlamentare presentata dal Sen. Sandro Mazzatorta in ordine alla nota questione della caserma della Guardia di Finanza di Chiari.
Il fatto ci fa capire, al di là di ogni ragionevole dubbio, quanto importante sia avere un Sindaco Senatore che rappresenta per la nostra realtà un vero e proprio “valore aggiunto”. Egli, nonostante gli impegni di un gravoso lavoro parlamentare che l’ha visto protagonista di una “illuminata” legislazione in materia di immigrazione, ha sentito come suo preciso dovere quello di difendere gli interessi della nostra cittadina dalle “oscure trame” della pretenziosa Rovato.
Per far capire quanto fosse assurda e improponibile una diversa localizzazione del Comando della Guardia di Finanza, forse sarebbe bastato affermare semplicemente che esso è a Chiari da sempre e che spostarlo a Rovato significherebbe solo spreco di tempo e di denari pubblici.
Il nostro Sindaco Senatore invece non si è accontentato di questo e ha pensato giusto evidenziare un fatto che ha a che vedere con la morale e con l’alta missione istituzionale affidata alla Guardia di Finanza. Egli chiede al Ministro su per giù questo: come fa un Corpo dello Stato, che ha come missione il controllo fiscale, a occupare una caserma costruita a Rovato da una società detenuta in passato al 95% da una “Limited Liability Company” del Delaware, poi da una società – la Real Estate Inc - del Wyoming, entrambi Stati degli USA dove società di questo tipo sono esenti da imposte sugli utili, ma soprattutto sono “opache, ossia il nome dei soci non viene mai reso pubblico?”
Caspita, che interrogativo!
Forse nel momento in cui redigeva la sua interrogazione il nostro Sen. Sindaco ha avuto un momento di amnesia. Forse si è dimenticato che la stessa cosa, se non peggio, sta avvenendo a Chiari con la Eleca, la società che 8 mesi fa ha aperto un cantiere per la costruzione del cosiddetto Polo della Cultura e che ancora non ha messo su un mattone, sebbene le abbiamo già dato la bella sommetta di 1milione di euro e gli introiti dei parcheggi a pagamento a partire dal dicembre 2007.
Per chi ancora non conoscesse la questione, la riassumo brevemente.
Per la costruzione del cosiddetto Polo della Cultura (ex Cinema Comunale) il Comune di Chiari stipula una convenzione con Eleca Spa di Cantù. A distanza di qualche mese si istituisce una nuova società la Eleca Chiari Srl che diventa il nuovo contraente del Comune. Passano pochi mesi e il 60% del capitale di Eleca Chiari Srl viene ceduto alla Jolly Immobiliare Spa di Milano. Questa è detenuta all’88,40% da Sole Alto S.A. con sede in Svizzera.
La società Sole Alto S.A. che è di fatto la vera contraente del Comune nell’affare Polo della Cultura è una società anonima, una società “opaca”, una società di cui non conosceremo mai i soci perchè nascosti dietro un discreto velo fiduciario. Questi soci occulti hanno di fatto incassato e incasseranno i nostri soldi: il milione di cui ho parlato prima, il corrispettivo dei parcheggi a pagamento per i prossimi 30 anni e tutte le facilitazioni offerte a piene mani dal Comune.
Al Sindaco è stato più volte chiesto di chiarire chi sta dietro la Sole Alto, ma le risposte sono state sempre evasive. Anzi ambienti a lui vicini hanno chiarito che “ai cittadini di Chiari non deve interessare dove vanno i soldi dei parcheggi... perchè un sindaco non è tenuto a sapere cosa fa un’azienda privata... perchè questo è il mercato”.
Ora siccome il mercato è lo stesso a Chiari come a Rovato, in Svizzera come nel Wyoming, non riesco a capire perchè il Sen. Sindaco si scandalizzi per i fatti di Rovato, ma nulla ha da eccepire sui fatti ben più gravi di Chiari. Perchè sollevi una questione di opportunità per il fatto che l’edificazione della Caserma a Rovato sia proposta dalla Real Estate Int. Srl, società di diritto italiano di cui è nota la proprietà, mentre nulla obietta allorchè la maggioranza del capitale della Eleca Chiari Srl passa in mano a una società anonima di diritto svizzero il cui capitale è in mano a soci il cui nome non verrà mai reso pubblico.
Abbiamo come l’impressione che l’andare avanti e indietro da Roma stia creando nel nostro Sindaco uno sdoppiamento di personalità. Cioè combatte a Roma esattamente quello che fa lui a Chiari.
Ora, piuttosto che muovere guerra a Rovato con argomentazioni poco sostenibili e per una questione che in campagna elettorale davanti a un vasto uditorio ha definito un’emerita “bufala”, forse sarebbe meglio adoperarsi per rassicurare il Comando Provinciale in ordine alla sistemazione della Caserma di Chiari per renderla più adeguata alle esigenze della Guardia di Finanza.
Grazie per la cortesia.
Enzo Maragucci
venerdì 8 gennaio 2010
Quisquilie e pinzillacchere
Per ricominciare un pezzo senza impegno, così tanto per riprendere la mano dopo le lunghe feste natalizie.
La lettura dell’homepage del Sindaco Sandro Mazzatorta su Facebook riserva sempre degli spunti molto interessanti.
Guardate per esempio le informazioni personali riportate:
La lettura dell’homepage del Sindaco Sandro Mazzatorta su Facebook riserva sempre degli spunti molto interessanti.
Guardate per esempio le informazioni personali riportate:
Paese : Italy
Ufficio : Senatore
Stato : Padania
Collegio elettorale: Lombardia
Partito: Lega Nord Padania.
Ora come commentereste voi il fatto che il nostro Sindaco dica di appartenere allo Stato della Padania?
Cos’è un errore, una bugia, un desiderio, una illusione?
Ovviamente non si tratta di errore. L’errore non è del personaggio.
E’ una bugia? Non penso proprio si tratti di bugia. Cuor di padano non mente.
Desiderio. Il desiderio di appartenere allo Stato della Padania è molto forte. Il federalismo è solo una tappa della strategia della Lega. Il fine ultimo è la secessione. Ma questo, per il momento, è solo un pio desiderio.
Illusione allora? Forse potrebbe essere questa la parola giusta. Illusione è la rappresentazione della realtà secondo i propri desideri, non quale essa è effettivamente. Ci siamo. Il nostro Sindaco si illude di appartenere allo Stato della Padania, ma la realtà è che il suo Stato di appartenenza è ancora lo Stato italiano, quello Stato che gli paga tutti i mesi il lauto stipendio di Senatore e di Sindaco.
Facciamo così, visto che ha così forte il desiderio di appartenere allo Stato della Padania, incominci a chiedere gli emolumenti allo Stato a cui dice di appartenere, forse la smetterà di riservarci, come diceva Totò, quisquilie e pinzillacchere.
Ufficio : Senatore
Stato : Padania
Collegio elettorale: Lombardia
Partito: Lega Nord Padania.
Ora come commentereste voi il fatto che il nostro Sindaco dica di appartenere allo Stato della Padania?
Cos’è un errore, una bugia, un desiderio, una illusione?
Ovviamente non si tratta di errore. L’errore non è del personaggio.
E’ una bugia? Non penso proprio si tratti di bugia. Cuor di padano non mente.
Desiderio. Il desiderio di appartenere allo Stato della Padania è molto forte. Il federalismo è solo una tappa della strategia della Lega. Il fine ultimo è la secessione. Ma questo, per il momento, è solo un pio desiderio.
Illusione allora? Forse potrebbe essere questa la parola giusta. Illusione è la rappresentazione della realtà secondo i propri desideri, non quale essa è effettivamente. Ci siamo. Il nostro Sindaco si illude di appartenere allo Stato della Padania, ma la realtà è che il suo Stato di appartenenza è ancora lo Stato italiano, quello Stato che gli paga tutti i mesi il lauto stipendio di Senatore e di Sindaco.
Facciamo così, visto che ha così forte il desiderio di appartenere allo Stato della Padania, incominci a chiedere gli emolumenti allo Stato a cui dice di appartenere, forse la smetterà di riservarci, come diceva Totò, quisquilie e pinzillacchere.
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