Mi sa che alle prossime elezioni
comunali ne vedremo delle belle. Da quello che si sente dire in giro i
pretendenti alla carica di sindaco saranno più numerosi degli stessi elettori.
Il che ci conferma che in Italia 3 persone sono capaci di formare 4 partiti.
Chiari |
Se gli schieramenti sono quelli
di centrodestra e centrosinistra correttezza vorrebbe che la scelta dei rispettivi
candidati avvenisse tramite libere primarie, lasciando agli elettori l’onere e
l’onore della scelta. Sarebbe il metodo più limpido e democratico.
A destra parlare di primarie,
libere e democratiche, è un “non senso”.
Ma a sinistra?
20 commenti:
A mio modesto avviso parti da una prospettiva errata e ho provato a dirlo in un post sulla pagina FB de Altra Chiari. Se si vuole davvero provare a vincere le elezioni amministrative il centro sinistra é uno strumento inservibile. Altro va fatto. Le primarie? quelle che hanno incoronato Prodi due volte (trombato in entrambi i casi?), che hanno incaricato Veltroni o Bersani? Ad oggi la sola strada é quella di parlare di un progetto per la citta e il modo per comunicarlo. Il PD abbia meno timore di mescolarsi, di mettere sino in fondo la sua essenza reale, anche facendo a meno della sua identità se il fine lo richiedesse, come penso io lo richieda al fine di poter mandare a casa l'attuale maggioranza. Luca Gorlani
Luca, senza voler essere presuntuoso dico che può facilmente rinunciare alla propria identità chi ce l’ha sbiadita o addirittura non ce l'ha proprio. Pur con tutte le manchevolezze il PD la sua identità ce l'ha e non vedo perchè vi dovrebbe rinunciare. Non è questione di rinunciare a qualcosa ma di portare avanti un progetto con le persone giuste scelte in un libero confronto democratico. Non mi pare si parta dal nulla. Dieci anni di opposizione alla Giunta Mazzatorta avranno pure significato qualcosa o no?
Primarie? a me son sembrate una farsa visto che poi alcuni che avevavo preso voti , han dovuto lasciare il "posto" a dei grandi esclusi...e sarebbe questa la democrazia?dov'è il coraggio di cambiare?sempre a riproporre chi da le colpe a Berlusconi di tutto e chi fa opposzione (o presunta tale) dov'era in questi 20 anni? Ovviamente mi riferisco al Parlamento..ma..a livello locale chi sarebbero i candidati del centro sinistra? Vi ricordo che nonostante le evidenti cag..te fatte e le supertorte organizzate, il centro destra ha comunque vinto. Credo che quanto detto dal sig. Gorlani sia da prendere seriamente in considerazione se si vuole arrivare da qualche parte.
Massimiliano Bettoni
Non voglio polemizzare, ci mancherebbe, ognuno ha diritto ad essere e fare ciò che ritiene più opportuno. Mi permetto di intervenire perchè penso che un interlocuzione sia aspetto costruttivo che può essere utile a tutti.
Parto da questi interrogativi in modo scevro da condizionamenti aprioristici: qual'è lo strumento migliore per tentare di mettere in difficoltà questa maggioranza? Qual'è l'arma (mi scuso per la similitudine poco opportuna) più adeguata allo scontro?
Non vi sono dubbi per me: qui a Chiari, se si vuole tentare di costruire un progetto politico popolare, capace di egemonizzare lo spettro politico culturale dominato dalla Lega, si deve proporre uno spazio politico che non segua pedissequamente quello nazionale. Sfuggire strategicamente dalla contrapposizione fra centro destra e centro sinistra. Occorre che i partiti, tutti coloro che sono stati contro questo blocco di potere (non importa se da anni o da mesi) riescano a realizzare un processo costituente oltre le identità politiche di provenienza e si saldino attorno ad progetto civico capace di parlare "erga omnes". Perchè questo? perchè questo spazio possa portarsi oltre la minoranza, deve capire che a torto o a ragione, i partiti come il PD a Chiari, non potranno mai andare oltre una minoranza. Che l'espressione identitaria, l'appartenenza stretta ad un partito non coagulano ma fanno scappare anche coloro che sono riusciti anche attraverso a percorsi tortuosi e contraddittori a spingersi oltre la perniciosa e pessima politica esercitata da Mazzatorta. Sostenere, interpretare, promulgare, non ritirarsi, ma capire che la contemporaneità, lo vogliamo o meno, da, soprattutto in chiave locale, il primato alla città, al suo giusto e misurato governo. Oggi assistiamo ad una forza politica che "indica" un suo metodo (le primarie), ad un candidato che "indica" il suo nome. Io mi permetto di dire che dobbiamo partire dalla città, da una prospettiva di coinvolgimento che entusiasmi la città, oltre le appartenenze, oltre gli steccati politici di provenienza, con il desiderio, la prospettiva che aprire una nuova stagione, sociale, culturale e politica per Chiari. Per questo indico un percorso diverso dalle geografie politiche nazionali che a Chiari troverebbero attivo, magari per contrapposizione schematica pur stanca, molti che non vogliono votare il centro destra, ma che lo fanno per contrapposizione e per non trovare un' alternativa concreta che sia costituita sulla città. Non siamo nelle condizioni di maggioranza, forse mai vi saranno in un territorio come questo. La modernità, con i suoi riti politici, sta volgendosi verso il tramonto, spetta a noi inventare strumenti nuovi per capire che la politica ha ancora un senso per gli individui umani associati. Per questo dico, con rispetto e franchezza,21 che il PD dovrebbe fare una scelta diversa da quella delle primarie e della creazione di un centro sinistra.
Non parliamo poi di correttezza... cosa c'entra la correttezza ?
Chi vuole partecipare a sinistra (ma esiste ancora ??) alle elezioni partecipa in accordo con gli altri e con pari dignità. Sopratutto davanti ad un PD clarense totalmente privo di idee.
In occasione della presentazione dell'autocandidatura a Sindaco di un esponente “civico” il Giornale di Brescia ha scritto che il PD sta lavorando in silenzio ed ho ritenuto di replicare con una lettera di cui riporto per estratto alcuni passaggi :
“ Caro Direttore, leggo in un articolo sulle candidature a Sindaco di Chiari che il PD “sta lavorando in silenzio”, mentre fervono movimenti e dichiarazioni in vista delle prossime amministrative.
Evidentemente deve essere sfuggito al corrispondente che non più tardi del 20 luglio,in occasione della Festa tenuta in Piazza Zanardelli, il PD ha ribadito quanto da mesi sta propagandando con il proprio giornale, sul sito internet, nei consigli comunali, con il volantinaggio, oltre alla pubblicazione sul sito Web dei verbali del proprio direttivo... che cioè ci metteremo in campo con primarie aperte in autunno, con nostri candidati, una nostra lista e un'alleanza che confidiamo possa andare al di là della nostra area di influenza tradizionale. Non si tratta evidentemente di silenzio, ma di serietà e di pratica politica alla luce del sole..ecc....”
Leggo sul blog l'intervento di apertura ed alcune risposte . Ovviamente sono interessatissimo ai fermenti che agitano gli animi degli oppositori di questa Giunta ed ho piena consapevolezza del fatto che il PD da solo è difficilmente in grado di intercettare la maggioranza dei voti: quello che ritengo inaccettabile però è la circostanza secondo la quale mentre il PD cerca i voti per vincere qualcuno si premura di dare i voti al PD per come lo sta facendo (le primarie) e non si preoccupa di indicare un metodo alternativo se non chiedendo al PD di rinunciare alla propria identità.
In sintesi il PD clarense è aperto a qualsiasi ipotesi di alleanza , ma non gli si può chiedere di allearsi con chi ne vuole demolire l'identità che, fino a prova contraria, regge anche sulle biografie di chi l'opposizione al centrodestra a Chiari sin qui l'ha fatta a viso aperto, con costanza e con fatica.
Carlo Fogliata
Quando la chiamo affettuosamente “Pimpa”, mia nipote mi risponde “No nonno, non sono Pimpa, sono Ginevra”. L’identità è una cosa talmente seria che anche una bambina di due anni e mezzo sente la necessità di affermare con forza la propria identità. La prima affermazione della nostra identità è il nostro nome. Con esso ci distinguiamo dagli altri e veniamo riconosciuti nella comunità in cui viviamo e operiamo. Questo vale per le persone e vale anche per quegli organismi associativi operanti in campo politico, sociale, religioso, culturale, sportivo ecc.
CLN COMUNALE - Qualcuno ha parlato della necessità di costituire, pur nella diversità delle situazioni, una specie di CLN Comunale come avvenne nel settembre del 1943. Io non sono per nulla d’accordo su questa idea. Qui, a Chiari, non c’è da costituire nessun CLN perchè non c’è niente da liberare. Caricare la situazione clarense di significati così drammatici è assolutamente controproducente. Lo dice uno che in oltre sette anni ha speso fiumi di parole per mettere in evidenza le inefficienze e i fallimenti della Giunta Mazzatorta
La lettera di Luca, se pur condivisibile in molti punti, mi sembra la riproposizione della favola di Fedro "La volpe e l'uva". Il Pd è, nel bene o nel male, l'unico partito d'opposizione strutturato rimasto a Chiari, siamo sicuri che per altri una lista civica non sia un'occasione per rifarsi una "verginità" ?
Massimo
Esatto, ora non esageriamo parlando di CLN, certi paragoni non stanno in piedi; certamente c'è bisogno di qualcuno che operi per il bene di Chiari (e non solo con e per amici...), riportando ciò che manca, anche se ciò che è stato sottratto (campagna) non potrà piu tornare.
Mi riferisco a...un cinema/teatro; servizi sociali;riportare la persona e la terra al centro della vita e della quotidianità e non il soldo o il cemento; risolvere il problema scuole e palazzetto di via Lancini;rilanciare la vitalità del centro di Chiari; la stazione; il viale; la villa Mazzotti;il CAG; sistemazione delle strade di campagna e loro messa in sicurezza (visto l'alto numero di persone che vi gravitano a piedi o in bici); rivedere il discorso del riciclaggio (non è una bella immagine vedere sacchetti gialli sparsi o ammontonati per la campagna in attesa di essere raccolti);rilanciare l'immagine di Chiari sotto vari profili;avere una centralina che rileva lo smog;togliere la carica di "superconsulente" a chi ha gia altri stipendi; multare chi brucia sterpaglie (magari la sera o nei week-end...che furboni);capire come mai è stato permesso ad alcuni di costruire cascine su terreni ad uso agricolo,e non mi riferisco a chi aveva il benfit della mitica inutile autostrada Brebemi (a tal proposito perchè non far costruire su terreni residenziali e non dove si voleva???), ma a certe persone che han costruito appunto dove ad altri non è permesso????
Massimiliano Bettoni
Il fatto che tu non sia d'accordo non cambia nulla. Nessuno obbliga il PD a sottoscrivere quanto viene detto da una costituente lista civica. Ma il progetto di ChiariVirtuosa è ben altro che questa dichiarazione. Lo si vede anche solo dall'altissima partecipazione (ci sono più di 40 iscritti ed abbiamo una media di 30 partecipanti alle assemblee) molto di più di quanto ebbe la lista PER. E' chiaro che in questo momento questo tipo di civismo riesca ad aggreggare molto di più persone che comunque vogliono governare la città in modo diverso da quanto fatto finora. E' ora di scendere dall'Aventino e di parlarci senza pensare che c'è qualcuno che ha il diritto monopolizzare la discussione.
Mi piace, prima ci tagliano fuori dall'organizzazione degli incontri di "Chiari virtuosa", dopo ci corteggiano perchè li dovremmo incontrare, poi ci chiedono di annullarci togliendoci la nostra identità, magari ci chiederanno di allearci anche con alcuni esponenti dell'estrema destra o qualche riciclato degli ultimi due mandati di MazzaT.
Pensate proprio che il PD non sia in grado di realizzare tutte le richieste che avete enunciato in questo dibattito????
Io penso che il PD sia in grado di farlo.
Se non si crede più in chi ci ha governato negli ultimi 10 anni basta cambiare, votare dall'altra parte, per la coalizione o il partito opposto all'attuale governance.
Così avviene in tutti i paesi politicamenti più civili del nostro. Soprattutto se si parla di elezioni amministrative.
RINUNCIARE ALLA PROPRIA IDENTITA’
Si dice per realizzare un’ampia convergenza bisogna spezzare le appartenenza e fondersi tutti in un unico grande soggetto che parli non solo a quelle “coscienze infelici” che non trovano riferimento nei tradizionali partiti, ma anche agli elettori delusi del centrodestra. E’ un discorso che non capisco. Perchè l’appartenenza dovrebbe avere questo effetto deleterio di far scappare “coloro che sono riusciti...a spingersi oltre la perniciosa e pessima politica esercitata da Mazzatorta? Il centrosinistra a Chiari ha già vinto. Con un candidato affidabile e competente, Mino Facchetti, con un programma serio, con una coalizione chiara e definita. E non mi pare che nessuno abbia rinunciato alla propria identità.
PRIMARIE - Si dice che il metodo delle primarie per la scelta del candidato sindaco non va bene. Non riesco a capire come si possa fare un’affermazione del genere e poi parlare di “logica politica di rappresentanza che occlude ogni spazio di partecipazione diretta”. Non vanno bene le primarie? Bene si dica qual’è il metodo alternativo. Le conventicole di partito, di associazione, di raggruppamento? E’ preferibile che il candidato sindaco venga scelto da una assemblea di 50 “ottimati” e non piuttosto da centinaia e forse migliaia di cittadini chiamati a esprimere la loro preferenza fra più candidati appartenenti a partiti, liste civiche, raggruppamenti, forum diversi? Se si vuole questo lo si dica chiaramente e lo si spieghi.
PROGETTO - No, si dice, il percorso è un altro. Discutiamo prima del progetto, dell’ idea che abbiamo per la Chiari del futuro. Una volta discusso di questo la scelta del sindaco sarà una conseguenza. Discutiamone pure, ma il progetto sta nei fatti, nei comportamenti, sta nelle carte che in questi dieci anni si sono scritte e che rappresentano la base per realizzare un programma di governo per la nostra città su cui realizzare un’ampia convergenza. Non penso che il programma o progetto che dir si voglia possa costituire un problema.
Parte prima
Prima di tutto fa piacere che si apra anche una aspra discussione attorno a questi temi.
Se c'è un assente in questo clima sociale e culturale clarense è proprio il dibattito politico su opzioni culturali diverse fra loro. Quindi ringrazio i commenti alla mia analisi e anche le critiche ricevute. Dovremmo imparare tutti che il dia-logos è un fatto positivo e costruttivo. Contribuisce ad edificare identità che altrimenti, se solo evocate dal solipsismo del proprio autonomo riconoscersi, potrebbero divenire follia. Infatti l'identità non è un fatto compiuto e definito, ma anche un processo, uno spazio relazionale che si scambia con il mondo e nel mondo, nella storia. Soprattutto se poi parliamo di identità politiche e sociali e non di individualità umane. Con tutto il rispetto, la visione dell'identità tutta già definita in sè stessa, appare più una sorta di neoplatonismo, una definizione religiosa in cui la realtà si deve adeguare piuttosto che ridefinire, senza perdita del proprio essere, all'interno di uno spazio dialettico e aperto.
Così la storia viene presa ad esempio per capire come gli individui umani si mossero, ben sapendo che essa non tornerà sempre uguale (come voleva intendere erratamente Nietzsche). Quindi nessuna similitudine fra Mazzatorta e Mussolini, Starace e Moretti. L'esempio del CLN stava nel "metodo" scelto per affrontare quell'ambito storico e culturale.
Ribadisco:
se Chiari fosse una ridente cittadina della Toscana, piuttosto che dell'Umbria, i miei ragionamenti non sarebbero tali, ma poi c'è lo specifico di un territorio e si deve capire se i piani politici nazionali possono essere utilizzati anche in ambiti specifici come quello del nostro territorio. Ebbene io trovo una grande diversità fra il piano nazionale e quello locale clarense. Chiari, (ma mi verrebbe da dire la bassa e limitrofi), è una cittadina che nel suo profondo ha un essenza conservatrice, che bene si è impiantata sul modernismo individualistico contemporaneo. Poi questa profondità lascia aperti spiragli di apologia da una parte e di maturazione di coscienze infelici dall'altra (concezione hegeliana) e qui si apre la possibilità di apertura per una diversa azione politica locale. Enzo evoca l'esperienza di Mino Facchetti e del fatto che il centro sinistra ce la fece allora e quindi può farcela oggi. Prima di tutto, si deve ricordare che il 1995 aveva prodotto una situazione inedita con la fine della DC e senza una rappresentanza politica definita per il blocco sociale conservatore (di cui dico prima). Secondo: ad egemonizzare quel progetto furono, guarda caso, soggettività senza una specifica appartenenza politica e se oggi l'egemonia politica locale spetta alla Lega, allora era la lista PER a guidare la politica del paese. Quell'esperienza, giustifica più una scelta come quella che oggi io propongo piuttosto che quella di un centro sinistra, poichè allora, la "copertura" proveniva dal civismo progettuale e da una soggettività oltre gli schemi politici.
Parte seconda
Ritorno in chiusura sulla questione della identità che io vorrei far scomparire. A parte che il PD già fa di suo per ciò, io non mi permetterei mai di arrivare sino a li. Ringrazio per l'implicito e speculare complimento, ma non ho mai avuto l'intenzione di dire ciò. E' un altra la considerazione che faccio: in un contesto come quello che ho illustrato brevemente, cosa sarebbe meglio realizzare? E' chiaro; fare come il PD già fa in molti parti d'Italia e della nostra provincia in comuni piccoli e più grandi in cui da vita, appoggia, sostiene esperienze civiche che possono contendere l'egemonia che non ha e che non potrà avere, non tanto per colpe sue.
Sulle primarie: non si può dire ad altri usiamo il nostro metodo, si entra già nel merito. E' come se uno dicesse, discutiamo però "prima" io voglio che andiamo tutti vestiti del colore che piace a me... La discussione riguardi anche i modi. L'obiettivo sta nell'individuare una prospettiva democratica e partecipativa (le primarie dubito che potrebbero esserlo a Chiari). Sul progetto: io non penso che la vediamo tutti allo stesso modo e che premettere la discussione su cosa potrebbe divenire Chiari nei prossimi 20 anni sia fatica necessaria, ancora più importante che dire chi sarà il candidato sindaco o gli assessori.
Luca Gorlani
Ricordo anche che l'esperienza della lista PER ha prima fatto la lista civica, ha fatto il progetto poi si sono scelti il Sindaco (Mino appunto)e dopo han fatto le alleanze.
Quindi caro Enzo questo è stato io metodo vincente dell'unica volta in cui il centro sinistra è riuscito a governare. Che è il nostro.
Un intervento lunghissimo diviso addiritura in due parti.
BELLO... ma non ho ancora capito come farà ha scegliere il proprio candidato sindaco la lista "Chiari virtuosa". Farà un sondaggio, sceglierà un candidato che viene da un'esperienza partitica o dalla società civile, userà le tante odiate primarie????
Una risposta grazie... od ai posteri l'ardua sentenza.....
Dice Andrea Mihaiu:
Ciò che dice Carlo Fogliata è rilevante, visto che è il segretario. Il PD promette: "Ci metteremo in campo con primarie aperte in autunno, con nostri candidati, una nostra lista e un'alleanza che confidiamo possa andare al di là della nostra area di influenza tradizionale".
Prima di ragionare se affidarsi alle primarie e con chi - primarie che mi pare di capire vorranno essere quelle di un eventuale centrosinistra, non quelle interne del PD, che sono entità differenti - bisognerebbe per lo meno capire se c'è o meno un minimo comune denominatore e una reale comunione di intenti tra le eventuali formazioni che vi parteciperebbero. Sembra infatti che, abituati alla contrapposizione tra PD e PDL, e tra centrosinistra e centrodestra (categorie che un m.c.d. ce l'hanno, a giudicare dal governo Letta), tertium non datur. Nemmeno in ambito locale.
Se infatti le proposte del PD e della eventuale Chiari Virtuosa (ma potrebbero aggiungersene altre) si mostrassero non conciliabili, radicalmente opposte e con priorità e paradigmi differenti, avrebbero senso le primarie? Non avrebbero senso. Eppure ogni volta pare lo debbano avere a tutti i costi, nella visione di chi fatica a scardinare quella condizione "a priori" e assiomatica che è, appunto, la dicotomia centro-destra/centro-sinistra . Dicotomia, diciamocelo, del tutto inesistente e farlocca (non è stato infatti un caso che a livello nazionale, nel momento delle grandi decisioni, anziché affermare opzioni differenti, PD e PDL si siano accordate su un governo imperniato non tanto sugli elementi di sinistra o di destra, quanto piuttosto su quelli di centro: le politiche economiche liberiste e di austerity parlano da sé, e ci dicono quale sia effettivamente l'ideologia di fondo e il pensiero unico attuale. Eppure sembrava dover essere solo un governo di elaborazione di una nuova legge elettorale...).
Chi pone questa premessa non può non tradire non tanto l'orgoglio della propria identità, che è certamente elemento fondante per individualità e gruppi, come dice Enzo, e così giustamente anche per il PD e dei suoi iscritti, bensì il timore che altre identità possano esistere e debbano essere necessariamente riconosciute. Ciò porta con sé un effetto non secondario: l'essere chiamati a una nuova lettura di sé nel confronto con il nuovo soggetto autonomo che si pone sulla scena, e il passaggio alla fase della auto-critica, oltre che della critica, legittima.
Ho l'impressione, Luca, che il porsi come tertium e l'invito a farsi considerare, guardare, ascoltare perché davvero possa iniziare uno scambio - che in una reale relazione non si limita a uno stare vicini ma dà vita a una effettiva contaminazione, in cui il Noi è un soggetto nuovo rispetto al Tu ed Io - i più lo intendano invece come una minaccia.
Tutto questo parlare di primarie e di centrosinistra dovrebbe fare riflettere: la relazione che conduce a un Noi (centrosinistra) è un obbligo? No, eventualmente è una decisione. Di più, è un bisogno. Come lo è un matrimonio. Ma se matrimonio dev'essere, prima occorre che il Tu e l'Io sentano questa spinta. Altrimenti il prodotto non sarà altro che un matrimonio di convenienza da parte di un Io che vorrebbe solo opporsi a un padre autoritario (centrodestra), e comunque nato non per durare,ma per arrivare "almeno fino a" un certo punto. Non una scommessa reale sul futuro.
In autunno oltre che una lista, candidati, primarie eccetera, il PD lancerà immagino il suo programma. Dirà che PD è, rispetto ai PD passati. O se sarà ancora lo stesso PD. Prima di allora, non si può pretendere però che vi debba necessariamente qualcuno disposto a sposarlo.
Si può sapere allora di cosa si sta parlando?
Il PD è forse convinto che questo minimo comune denominatore vi sia necessariamente?
Credo che l'invito di Luca fosse dunque in questa direzione, ma magari sbaglio: la contemporaneità, la crisi economica, quella sociale e culturale, producono pensieri e soggetti nuovi (Chiari Virtuosa ne è il cappello) che credono, o perlomeno sentono, di dovere intervenire nella realtà con modalità e pratiche nuove. E con una idea di futuro nuova. Così facendo, ovvero ponendosi così sulla scena, esprime delle critiche ai soggetti preesistenti, nei quali trova analogie ma anche, e legittimamente, aspetti non chiariti e profonde differenze. A costoro lancia l'invito a dare vita a una reale critica e autocritica, dalla quale soltanto è possibile l'eventuale intesa futura. Che non significa negare l'identità altrui, ma chiedere la disponibilità a uno specchiarsi dentro a un nuovo specchio.
Pare invece che il PD sia spesso molto abituato a specchiarsi nello specchio offerto dal centrodestra, e che altre lenti le chiedano un ulteriore e faticoso lavoro, che potrebbe mostrare aspetti scomodi della propria immagine e identità, o semplici limiti.
E questo lo dico con grande rispetto nei confronti di Maurizio Libretti, di Federico Lorini, di Carlo Fogliata e dello stesso Enzo Maragucci, cui riconosco impegno, sensibilità, onestà.
Seconda parte. Forse ho sbagliato a inviarla, ma segue quanto sopra e ne è parte integrante.
Credo che l'invito di Luca fosse dunque in questa direzione, ma magari sbaglio: la contemporaneità, la crisi economica, quella sociale e culturale, producono pensieri e soggetti nuovi (Chiari Virtuosa ne è il cappello) che credono, o perlomeno sentono, di dovere intervenire nella realtà con modalità e pratiche nuove. E con una idea di futuro nuova. Così facendo, ovvero ponendosi così sulla scena, esprime delle critiche ai soggetti preesistenti, nei quali trova analogie ma anche, e legittimamente, aspetti non chiariti e profonde differenze. A costoro lancia l'invito a dare vita a una reale critica e autocritica, dalla quale soltanto è possibile l'eventuale intesa futura. Che non significa negare l'identità altrui, ma chiedere la disponibilità a uno specchiarsi dentro a un nuovo specchio.
Pare invece che il PD sia spesso molto abituato a specchiarsi nello specchio offerto dal centrodestra, e che altre lenti le chiedano un ulteriore e faticoso lavoro, che potrebbe mostrare aspetti scomodi della propria immagine e identità, o semplici limiti.
E questo lo dico con grande rispetto nei confronti di Maurizio Libretti, di Federico Lorini, di Carlo Fogliata e dello stesso Enzo Maragucci, cui riconosco impegno, sensibilità, onestà.
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