domenica 22 settembre 2013

La città e le ambizioni politiche

Chiari alla vigilia delle Elezioni Comunali


Siamo alla fine dei due lunghi mandati del Sindaco Sandro Mazzatorta. Chiari ne esce sfibrata e ripiegata su se stessa. 
Il suo territorio è stato stuprato dal passaggio della Tav, della BreBeMi e da una urbanizzazione selvaggia che ha lasciato sul terreno centinaia di case vuote.  Inoltre il Sindaco ha voluto due grandi aree di servizio, un Polo Logistico e un Polo del Produrre rimasto lettera morta. Decine e decine di ettari di buona campagna andati in fumo.

BreBeMi e area di servizio

Ingenti risorse sono state buttate nella ristrutturazione del vecchio Comune e nella realizzazione di un Museo di cui la città non sentiva proprio il bisogno.
Il territorio è stato disseminato di rotonde, fatte e rifatte, molte delle quali del tutto inutili.

Rifacimento rotonda a Chiari

Il problema della sicurezza, tanto sbandierato durante il primo mandato,  è rimasto insoluto come tanti altri problemi. La stazione, una vera latrina a cielo aperto, ha continuato a essere luogo di ritrovo di sbandati, ubriachi e vagabondi, mentre i furti ad attività commerciali, abitazioni private e luoghi pubblici, sono continuati come e peggio di prima. 

Degrado alla Stazione di Chiari

Il campo nomadi è stato chiuso, ma i nomadi sono ancora in giro per la nostra campagna. Il costoso Airpol ha soddisfatto la sete di propaganda  della Lega, ma il problema della sicurezza non è stato  spostato neppure di una virgola.

Milioni sono stati spesi per progetti e consulenze che nulla hanno dato alla città.

L’immigrazione di persone provenienti da paesi extracomunitari, altro cavallo di battaglia di questa Giunta e del suo Sindaco, in dieci anni non ha subito interruzioni, anzi si è incrementata notevolmente e nulla ha fatto l’Amministrazione Comunale per agevolarne l’integrazione.
Le Fondazioni sono state usate in modo spregiudicato per fini che nulla hanno a che vedere con i loro scopi statutari. Quando non si è riusciti ad affondare le mani nei loro forzieri, esse sono state utilizzate per operazioni di carattere immobiliare.
Veri e propri fallimenti hanno costellato la vita della Giunta Mazzatorta:
il Polo della Cultura, ferita ancora aperta per i suoi risvolti finanziari e giudiziari; la Caserma dei Carabinieri che avrebbe dovuto sorgere dove ora c’è la cava di via Roccafranca; i Poli Scolastici, il Polo del Benessere e quello Sportivo, il caffè letterario.
A fronte delle poche opere realizzate si è dissipato tutto il patrimonio comunale messo da parte dalle Amministrazioni precedenti e si è imposta ai cittadini di Chiari un’addizionale Irpef nella misura massima dello 0,8%.
Manifesto del PD

La cosa più grave però è che durante i due mandati del Sindaco Mazzatorta si sono ristretti gli spazi di democrazia.  Il Consiglio Comunale è stato limitato nelle sue funzioni, ai singoli consiglieri è stata più volte tolta la parola sulla base di una rigida attuazione dei regolamenti consiliari, sono stati eliminati molti luoghi di incontro e di dibattito e quelli che sono rimasti sono inavvicinabili per i loro costi eccessivi. La stessa Casa  Comunale è diventata una torre d’avorio, impermeabile all’ascolto della cittadinanza. In compenso si sono spesi molti soldi in propaganda, vedi cartelloni 4x2, profumati compensi pagati a giornalisti alle dirette dipendenze della Giunta e del Sindaco  o a testate amiche.

Il Sindaco di Chiari
Sandro Mazzatorta

Per finire:  il Sindaco è ostinatamente assente dalla scena politica di Chiari ormai da parecchio tempo, dimostrando così di non avere più alcun interesse per la città che lo ha eletto senatore; un assessore si è dimesso in chiara contrapposizione con alcune scelte della Giunta; la  maggioranza è ormai ridotta a brandelli.

Questo è il quadro della situazione.
E’ possibile un’alternativa al modo di amministrare di Mazzatorta e soci? Certo che è possibile, ma lo sarà solo nella misura in cui tutti i partiti, liste civiche, movimenti, singole personalità presenti sul territorio e riconducibili all’area di centro sinistra, saranno capaci di offrire alla città un progetto di rinascita. 

Lo sarà se si anteporrà l’interesse della città di Chiari 
alle ambizioni politiche di ognuno.

Centro storico di Chiari

A sentire le voci che corrono in giro, nell’ambito del centrosinistra i candidati alla carica di sindaco potrebbero essere almeno tre. Mi chiedo se questo sia nell’interesse della città.

Non penso che i programmi dei vari contendenti siano in contrapposizione. Per alcuni di loro c’è stata una lunga stagione di condivisione di idee e di battaglie, espresse sia a livello di Consiglio Comunale che fuori. C’è stato un duro  allenamento alla  ricerca di soluzioni alternative rispetto a quelle prospettate dalla maggioranza. Non capisco cosa oggi possa impedire a queste formazioni di sedersi attorno a un tavolo e individuare un percorso che porti alla scelta di un candidato Sindaco e alla definizione di un programma comune. Le primarie di coalizione dovrebbero essere  la migliore e più trasparente opzione per individuare il futuro candidato, lasciando agli elettori l’onore e l’onere di questa scelta.  

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma come ora come facciamo senza il superconsulente? ora immagino che i vari lecchini che aveva intorno (immobiliaristi,imprese edili,avvocati,ingenieri,architetti) prenderanno le distanze...buffoni

Massimiliano Bettoni