lunedì 30 marzo 2009
Per i cattolici un imperativo: Ricostruire la passione civile
Un preambolo della Dichiarazione così recita:
"... il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità... l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo."
Purtroppo molti dei fatti accaduti a Chiari e in Italia negli ultimi tempi, ci inducono a dire che c'è qualcosa che non quadra con quanto sostenuto nella Dichiarazione, tanto che si rischia di ricadere " in atti di barbarie che offendono la coscienza...".
Una curiosità. Ma a questo proposito cosa dice la Chiesa?
- Cardinale Crescenzio Sepe: "Noi cattolici dobbiamo essere in grado di ricostruire un tessuto di "passione civile".. e pronti a riempire un vuoto che rischia di aggiungere ai guasti del degrado una cappa di pessimismo senza ritorno... dobbiamo guidare una possibile riscossa contro un generico giustizialismo, partendo dall'affermazione dell'insegnamento evangelico per ricostruire un tessuto civile a partire dalla coscienza religiosa".
- Mons. Agostino Superbo: " l'illegalità, la strumentalizzazione delle leggi e il clientelismo rappresentano un ostacolo alla forza dell'Eucarestia".
- Cardinale Bagnasco, presidente della CEI: "occorre neutralizzare gli estremismi, che non possono dettare legge a nessuno e non vanno considerati come la realtà totale di un popolo. Occorre, in positivo, creare condizioni di accoglienza per tutti quelli che rispettano le regole della convivenza e si impegnano per una reale integrazione".
- Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas: "il giro di vite sugli immigrati non può che preoccupare chi è impegnato sul fronte della solidarietà. L'immigrazione clandestina è un problema che non può essere ignorato ma non si risolve solo con interventi polizieschi".
Qualche domanda sorge spontanea:
- A che punto è la realizzazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani?
- Sono ascoltate e messe in pratica le sollecitazioni che ci vengono dalla Chiesa?
- Siamo sicuri che questo Sindaco ci rappresenti e ci possa amministrare ancore per 5 anni?
E' giunto il momento di far capire al nostro Sindaco che è inutile parlare in Senato di diritti umani e chiedere ai giovani di attuarli, quando lui poi vota o sottoscrive leggi vessatorie nei confronti degli immigrati, dichiarando loro guerra in televisione.
Alla sicurezza e alla legalità ci teniamo tutti, ma questo si fa dando più risorse alle forze dell'ordine (aumentando a Chiari il numero dei vigili urbani che è sottostimato); si fa favorendo l'integrazione degli immigrati non creando paura e sfiducia nei loro confronti; si fa dandogli la possibilità di abitare in luoghi sani, perseguendo chi li fa vivere ammucchiati in piccoli appartamenti. E' ora che il sindaco la smetta di attaccare associazioni come la Caritas, definendola come un associazione con un grosso giro di soldi e di affari.
Questo suo comportamento e di chi lo sostiene, non porta da nessuna parte se non il creare odio e divisione, due sentimenti/atteggiamenti che non appartengono a noi cristiani. L'essere cristiano è uno stile di vita che coinvolge anche scelte difficili ma sempre proiettate verso la pace e la fraternità. Dobbiamo diffondere quel senso di speranza che ci appartiene e che ci aiuta ad avere più fiducia, nell'integrazione, nella solidarietà e nel vivere civile.
Questo è il compito che la Chiesa oggi con più forza ci chiama a riscoprire ed a rivestire all'interno della società per ricostruire la "passione civile".
Come diceva Giovanni Paolo II: "coraggio... non abbiate paura"
I Cattolici del Partito Democratico
domenica 29 marzo 2009
Ma l'opposizione dov'era?
Se ciò non bastasse allora si può fare riferimento alle pubblicazioni de l’InformaChiari. Nel dicembre 2007 fu pubblicato un numero speciale tutto dedicato alla questione “Polo della Cultura”. A seguire vennero poi pubblicati vari articoli: uno nel marzo 2008, due nel febbraio 2009, due in marzo. L’ultimo numero ha dedicato due pagine all’argomento.
Naturalmente nelle varie sedi istituzionali e non, il PD ha avversato sempre la sciagurata scelta della Giunta Mazzatorta, riuscendo a portare dalla sua parte esponenti della maggioranza. Sono state presentate in Consiglio Comunale almeno due mozioni, fatte decine di interpellanze, rilasciate ai giornali locali innumerevoli interviste. Della questione inoltre si è polemizzato sia sul Sito che sul Blog del partito ed infine ci si è adoperati fattivamente per la raccolta delle firme contro l’ecomostro.
Quanto al ricorso al Tar, gli unici legittimati a presentarlo sono solo le persone che hanno un interesse diretto. E infatti è di questi giorni la presentazione al Tribumnale Amministrativo Regionale di un ricorso da parte dei residenti nella zona.
Forse fra qualche mese, qualcuno si sveglierà e scoprendo che i posti macchina sulla circonvallazione sono diventati a pagamento proferirà la fatidica frase “ma il Partito Democratico… ecc.ecc.” Ditegli per favore che il PD l’aveva detto e che ha fatto di tutto per impedirlo.
sabato 28 marzo 2009
venerdì 27 marzo 2009
giovedì 26 marzo 2009
Traffico a Chiari: è caos
Domenica, in Piazza Zanardelli, distribuiremo il nuovo numero dell’InformaChiari. Le due pagine interne saranno dedicate a questo problema.
mercoledì 25 marzo 2009
Polo della Cultura: un ecomostro
Le planimetrie del Polo della Cultura che fanno bella mostra sul sito del Comune e sui vari cartelloni esplicativi, si riferiscono sempre al progetto originario, che è il progetto dello Studio Caputo PartnerShip di Milano, vincitore del Concorso indetto dal Comune. Il problema è che il progetto definitivo è quello della Eleca che, come si vede nel prospetto riportato in basso, è tutt'altra cosa. Diminuiscono drasticamente i parcheggi pubblici, aumenta la superficie occupata e l'altezza dell'edificio così da creare seri problemi di vivibilità ai residenti nella zona, spariscono gli spazi di interesse culturale(bookshop, galleria espositiva, mediateca, emeroteca), si moltiplicano a dismisura gli spazi commerciali e infine aumentano enormemente
Federico - Enzo
giovedì 19 marzo 2009
Sequestrati in casa propria
Era il dieci marzo, poco più di una settimana fa. Quei venti cittadini “incazzati” non sono rimasti con le mani in mano. Si sono attivati per cercare di fermare un progetto insensato, che dietro l’altisonante nome – Polo della Cultura – nasconde una bella speculazione commerciale e costringe i cittadini di Chiari a versare per i prossimi 30 anni il corrispettivo dei parcheggi pubblici della città nelle tasche di un’azienda di Cantù, la Eleca.
I cittadini che abitano nelle vie Vittorio Veneto, Zamara, Tortelli, non vogliono sentir parlare di espropri ritenuti illegittimi, non vogliono saperne di zanche lunghe venti metri ficcate sotto i muri delle loro abitazioni, non vogliono assolutamente pensare a un mostro di vetro e cemento che oscurerà le loro case. Ma in particolare non vogliono saperne di rimanere sequestrati in casa propria per oltre 3 anni. Perché questo sta avvenendo. Per attivare il cantiere si è provveduto alla chiusura al traffico di un pezzo di via Vittorio Veneto, è stato istituito sulla stessa via un senso unico in uscita, sono stati inseriti dei dissuasori stradali con la triplice funzione di evitare il parcheggio, delimitare l’area ciclabile e l’area riservata ai pedoni. Per i residenti in questa zona si prevede un lungo periodo di forte disagio.
Per impedire questo scempio ed evitare di cedere a privati l’introito di gran parte dei parcheggi a pagamento della città, questi cittadini hanno lanciato un appello che fino ad oggi è stato sottoscritto da oltre 1.700 persone, a testimonianza che il problema è reale e che l’Amministrazione Comunale ha fatto male a sottovalutarlo. Forzare le cose per presentarsi alle elezioni con qualche cantiere aperto, alla fine può non giovare alla Giunta Mazzatorta.
Enzo
lunedì 16 marzo 2009
A Chiari il prestigioso "premio Attila"
Eppure la signora Agostini in un impeto di encomiabile campanilismo parla di “ progetti che hanno permesso al Comune di Chiari di ottenere la prestigiosa segnalazione del Premio “La Città per il Verde”… La segnalazione per Chiari è un riconoscimento prestigioso che premia la valorizzazione e gestione del verde pubblico ad opera dell’Amministrazione Comunale con l’introduzione di strumenti e metodi d’intervento innovativi in grado di migliorare sensibilmente la qualità di vita dei cittadini.” Se tanta foga fosse suffragata da dati di fatto veri, andrebbe premiata. Poiché si basa su dati falsi (o a essere benevoli, su una maliziosa confusione fra i termini “selezionato” e “segnalato”), va invece redarguita.
Ora, dopo aver accertato che il Comune di Chiari non ha ricevuto alcuna segnalazione o menzione o premio e che ha solo partecipato a una rassegna, resta da vedere quali sono i presunti meriti che si attribuisce la nostra Giunta, tanto da definire Chiari “Città del verde”. Tra i progetti degni di menzione vi è “il delicato intervento di ricollocazione dei tigli antichi trasferiti da Viale Mazzini nell’area verde del Parco Urbano delle Rogge.” Bene, di 19 tigli spostati ne sono rimasti in piedi (non si sa ancora se morti o vivi) solo 8. Costo, occorre ribadirlo 85 mila euro. Tutto questo nonostante una “Indagine fitostatica su alberature”(qui) disposta dallo stesso Comune ed eseguita da Agro Service Srl avesse evidenziato che gli alberi non fossero “trapiantabili”. Gli altri 12 tigli rimasti nel sito dell’ex Cinema, sono stati tagliati inesorabilmente. Problema risolto alla radice.
Visto il successo dell’operazione propongo di assegnare al nostro primo cittadino “honoris causa” il prestigioso “premio Attila” mentre alla signora Agostini un altrettanto prestigioso premio: il “bugiardino d’oro”.
sabato 14 marzo 2009
Tigli: risoluzione radicale del problema
Difendiamo la terra dei nostri padri...
ma anche le piante.
giovedì 12 marzo 2009
Cementificatori a casa nostra
E’ questo il caso di un manifesto elettorale della Lega Nord, che compare sui tabelloni elettorali di Varese e di molti comuni limitrofi, in cui si afferma: “BASTA CEMENTO. Difendiamo la terra dei nostri padri. Padroni a casa nostra”.
Ma come, solo 2 settimane fa è stata approvata dalla maggioranza del consiglio comunale (promotrice proprio la Lega Nord) la variante al piano regolatore, che prevede la cementificazione dell’ultima e unica area verde significativa della città per costruirci un carcere di 150 mila mq. e poi si vuol fare la campagna elettorale scrivendo simili assurdità?
Tra progetti di tangenziali, raddoppi di centri commerciali, costruzioni di case, alberghi, antenne… non sembra proprio che la difesa del territorio e dell’ambiente sia andata al di là della cura delle aiuole.
Forse l’essere “padroni a casa nostra” vuole più semplicemente significare che il patrimonio ambientale si può sfruttare liberamente senza regole o meglio con l’unica regola che tanto si condona tutto in questo paese?
Non resta che un commento: siete delle vere facce di…bronzo."
mercoledì 11 marzo 2009
Difendiamo la terra dei nostri padrini
martedì 10 marzo 2009
Il grande imbroglio
Il progetto del Polo della Cultura sull’area dell’ex Cinema Teatro è nato nel 2006 a seguito di un Concorso internazionale di progettazione.
Il progetto vincitore approvato dal Consiglio Comunale prevedeva una Sala Auditorium da 500 posti per Convegni, Concerti, Feste ed Eventi Collettivi, situata a piano terra, una Galleria per esposizioni, bookshop/ caffetteria e una Mediateca, oltre naturalmente a un congruo numero di parcheggi interrati .
Costo previsto dell’opera: 8 milioni tondi di Euro.
In vari passaggi successivi la Giunta Mazzatorta , mediante l’istituto del cosiddetto “Project Financing” ha trasformato il progetto di Polo Culturale in un Polo Commerciale privato, con una Sala Auditorium pubblica da 400 posti ( valore 1,3 milioni di Euro), relegata sopra gli spazi commerciali privati.
Il costo dell’intervento è così lievitato a 17,5 milioni di Euro e la sua realizzazione è stata assegnata alla Ditta ELECA di Cantù tramite Convenzione sottoscritta a dicembre 2007.
Per avere in cambio la Sala Cinematografica e 180 posti auto pubblici interrati fra 30 anni il Sindaco Mazzatorta ha concesso ad Eleca:
- Di avere in diritto di Superficie, gratuitamente e per 90 anni, i 5.600 mq di tutta l’area dell’ex Cinema,
- di costruirvi ben 8.000 mq di superfici commerciali e ca. 2.000 mq di box auto privati
- l’esonero dal pagamento di tutti gli oneri di urbanizzazione e di altri canoni,
- la gestione di 720 posti auto a pagamento su tutto il territorio Comunale e la riscossione di tutti i relativi proventi per 30 anni,
- un contributo comunale di un milione di Euro
A dicembre 2008 nel depositare il progetto finale Eleca espone un incremento di costi di oltre 2,5 milioni di Euro, chiedendone il riconoscimento da parte del Comune in termini di liquidità o di allungamento dei tempi di concessione.
L’intervento raggiunge così la vertiginosa cifra di 20 milioni di Euro, con possibili preannunciati nuovi incrementi di costo.
Per i clarensi è ormai il caso di affermare che grazie al Sindaco Mazzatorta
“MAI PIU’ PADRONI A CASA NOSTRA” !
Questo è ancor più drammaticamente vero per i cittadini confinanti che senza alcun preavviso e possibilità di replica, in maniera illegittima, si sono visti approvare dalla Giunta Comunale l’esproprio di parte delle loro proprietà solo per facilitare il compito di realizzazione da parte di Eleca del Polo Commerciale.
E’ infatti poco sostenibile in tale circostanza l’esistenza della “ pubblica utilità”
Lo scarso rispetto della Proprietà Privata ed in genere delle Regole è ormai una caratteristica dell’Amministrazione Mazzatorta, come peraltro era già venuto in evidenza
lo scorso anno nella vicenda del Parco della Villa Abbate
domenica 8 marzo 2009
venerdì 6 marzo 2009
giovedì 5 marzo 2009
8 marzo
Per quanto ci riguarda, abbiamo preso a caso tre storie di donne che ci sembrano emblematiche di quello che si sta vivendo in Italia al tempo della crisi.
Ci sembra il modo migliore per parlare dell’8 marzo.
“Ho voglia di gridare a questo Paese”
Avevo 24 anni appena laureata. Sono partita dalla mia terra del sud, piena di sogni e di speranze. Master nel nord Italia finito il quale mi trasferisco a Roma dove mi danno la possibilità di svolgere uno stage non retribuito in una amministrazione pubblica. Era il sogno che si realizzava, fare quello che per il quale avevo studiato tanti anni. Iniziano dopo qualche mese i primi contrattini co.co.co, co.co.pro. ecc. La paga bassissima. Per pagare l'affitto passavo le serate a fare la cameriera. Ero felice però. Mi dicevano che ero brava e intanto mi facevano fare la fame. Nessuna speranza di contratto a tempo indeterminato. Quattro mesi fa, dopo più di tre anni di sacrifici in una situazione di precariato scandaloso, scade il contratto e il rinnovo non arriva. Senza indennità di disoccupazione, senza liquidazione dopo 4 mesi torno nella mia terra più povera di prima e con tutti i miei sogni infranti. Mi consolo a vedere gente che sta peggio di me..siamo tanti a stare così. Ma io soffro per me, ho voglia di gridare a questo paese che schifo che mi fa. Mi ha tolto quello che ad una giovane ragazza non dovrebbe mai mancare...il sorriso.
Laureata da 8 anni, dopo vari lavori sottopagati o non pagati, mi butto nella scuola, ma trovo solo scuole private che pagano una miseria e fanno contratti co.co.pro. Morale della favola: da giugno 2008 non lavoro e non percepisco indennità di disoccupazione. In questi mesi sono rimasta incinta, ma ho scoperto con amarezza che non mi spetta neanche un euro di maternità. Mio marito ingegnere, dopo 5 anni di contratti a termine nella stessa azienda a fine aprile rimarrà senza lavoro, anche lui senza indennità di disoccupazione, senza liquidazione. Rimarremo senza niente, a parte questa creatura che non è ancora nata e per la quale già ci sentiamo in colpa per non poterle garantire un futuro dignitoso.
Sono una donna di 38 anni e nell’ agosto 2008 ho perso il lavoro per la crisi che sta incombendo sulla città dove abito. Ho 2 figli piccoli finirò la disoccupazione a metà aprile e con lo stipendio di mio marito non riusciamo a far fronte a tutte le spese. Ho fatto molti colloqui di lavoro ma vuoi per l'età (a 38 anni sei già vecchia x il mondo del lavoro), vuoi per i bimbi piccoli non sono riuscita a trovare niente. Io sono favorevole ad un assegno x i dissoccupati oppure x un assegno a tutte quelle donne che sono costrette a fare le casalinghe non per scelta ma per forza. Non trovo giusto che vengono trovati i soldi x aiutare Gaza quando in Italia c'è gente che è alla disperazione. Prima pensiamo ad aiutare seriamente le famiglie italiane e poi pensiamo al resto.
(da Repubblica.it)