giovedì 19 marzo 2009

Sequestrati in casa propria


“Signori e signore qui non si tratta di politica, si tratta del sentirsi o meno parte della realtà in cui viviamo, e cercarne di esserne parte attiva e non delle croci sulle schede elettorali.” Questo è il ragionamento fatto non dal “solito rivoluzionario sinistroide, anti-lega e super attivo nel sociale… ma dal classico cittadino clarense” che una mattina si vede svegliato da un amico che gli grida nella cornetta “ Sono qui al cinema con mio padre e altre venti persone. Siamo qui in venti perché siamo quelli a cui chiuderanno il cancello di casa, il garage, le vie con dei paletti, famiglie a cui il nuovo progetto (del Polo della Cultura) toglierà la luce del sole dalle proprie finestre, siamo qui perché ci stanno prendendo in giro, perché stanno facendo cose che non possono fare…ma siamo in pochi. Dove sono gli altri cittadini???
Era il dieci marzo, poco più di una settimana fa. Quei venti cittadini “incazzati” non sono rimasti con le mani in mano. Si sono attivati per cercare di fermare un progetto insensato, che dietro l’altisonante nome – Polo della Cultura – nasconde una bella speculazione commerciale e costringe i cittadini di Chiari a versare per i prossimi 30 anni il corrispettivo dei parcheggi pubblici della città nelle tasche di un’azienda di Cantù, la Eleca.
I cittadini che abitano nelle vie Vittorio Veneto, Zamara, Tortelli, non vogliono sentir parlare di espropri ritenuti illegittimi, non vogliono saperne di zanche lunghe venti metri ficcate sotto i muri delle loro abitazioni, non vogliono assolutamente pensare a un mostro di vetro e cemento che oscurerà le loro case. Ma in particolare non vogliono saperne di rimanere sequestrati in casa propria per oltre 3 anni. Perché questo sta avvenendo. Per attivare il cantiere si è provveduto alla chiusura al traffico di un pezzo di via Vittorio Veneto, è stato istituito sulla stessa via un senso unico in uscita, sono stati inseriti dei dissuasori stradali con la triplice funzione di evitare il parcheggio, delimitare l’area ciclabile e l’area riservata ai pedoni. Per i residenti in questa zona si prevede un lungo periodo di forte disagio.
Per impedire questo scempio ed evitare di cedere a privati l’introito di gran parte dei parcheggi a pagamento della città, questi cittadini hanno lanciato un appello che fino ad oggi è stato sottoscritto da oltre 1.700 persone, a testimonianza che il problema è reale e che l’Amministrazione Comunale ha fatto male a sottovalutarlo. Forzare le cose per presentarsi alle elezioni con qualche cantiere aperto, alla fine può non giovare alla Giunta Mazzatorta.

Enzo

1 commento:

Anonimo ha detto...

“Signori e signore qui non si tratta di politica, si tratta del sentirsi o meno parte della realtà in cui viviamo", ovvero credo, sentirsi parte della polis, la città, tessuto umano, sociale e non solo tecnico-amministrativo. Dunque: E' un problema RADICALMENTE politico.

Purtroppo - speculazioni e personalismo a parte - essere cittadino significa sempre meno avere il diritto ad abitare uno spazio condiviso in cui l'uomo e i suoi bisogni sono al centro; la forma della città dovrebbe strutturarsi attorno alla felicità, rendersi umana, abitabile, confortevole, distesa. Al contrario mi pare che abitare una città (ma anche la globalità) significhi invece sempre più essere utente prima che persona e cives, cittadino; non c'è da meravigliarsi, in parte, che lo statuto della città venga dunque a fondarsi sempre più sui parametri dell'efficienza tecnica, sulla razionabilità amministrativa, sui modelli del profitto, del ricavo, dello sfruttamento estensivo del territorio; a farsi fottere va qualsiasi componente immateriale, simbolica, che non coincida direttamente con quella razionale, pratica, efficiente, produttiva.
Qualcuno chiedeva giustamente: l'Asilo Mazzotti chi lo ha demolito? Non l'attuale giunta.
La costruzione dei grandi ipermercati chi l'ha voluta? Non l'attuale giunta. Le ragioni di bilancio sulle ragioni del governo della città, chi le ha poste prima? Quindi credo che quel Qualcuno si chieda anche: siamo veramente estranei al modello di chi ci governa?

Certo, in presenza della speculazione e dell'affarismo dei "furbetti" c'è anche la beffa della perdita netta di risorse monetarie oltre che la riduzione dello spazio sociale vivibile a pura e semplice merce - si veda la questione parcheggi, ad esempio, che il nostro Sindaco ha definito "non più un diritto acquisito").
Ci sarebbe da riflettere sul fatto che, almeno a livello locale, molte questioni hanno manifestato e continuano a fare emergere - come in questo caso - un profondissimo disagio. Un disagio che immagino riguardi e travolga anche coloro che votarono per la presente giunta.
Un disagio che forse vuol rimuovere la componente di responsabilità (a cui, come detto, non si sottrae dal mio pdv nemmeno il C.sin), ma che almeno comunica qualcosa: che qualsiasi alternativa dovrebbe avere al centro l'uomo, non il profitto, non la razionalizzazione, non il bilancio. L'asilo fu demolito per ragioni di bilancio, se ben ricordo. Che relazione intercorreva tra i vari c.sin. e il grande polo industriale della Gnutti?
Certamente, l'affarismo, il nepotismo, l'"amicismo" dovrebbero essere combattuti con immensa forza (dunque credo che sì, portare la presente giunta alla sconfitta sarebbe un'ottima cosa). Ma cosa ci offrirà - almeno in linea teorica - il successore? Sul piano pratico immagino sarà comunque difficile operare, considerati i bilanci lasciati in eredità).
L'importante è che si smetta di mettere le questioni della ragioneria al primo posto, altrimenti c'è da aspettarsi che la prossima opposizione sottoscriva una cessione del sistema idrico a qualche multinazionale (per cui poi potremmo piangere la morte di CoGeMe, che da anni vi ha le mani); ci siamo dentro o no?
Andrea Mihaiu