mercoledì 11 marzo 2009

Difendiamo la terra dei nostri padrini




Per un momento ho pensato a uno scherzo della vista, a una di quelle anomalie della nostra mente che alcune volte ci fanno vedere cose che in realtà non esistono. Poi, guardando più attentamente, ho capito che era tutto vero. Su una finestra della sede cittadina della Lega campeggia un manifesto con la scritta “Basta cemento. Difendiamo la terra dei nostri padri.” Ma che è una barzelletta, uno scherzo di carnevale fatto un po’ in ritardo oppure un pesce d’aprile arrivato troppo presto? Ah, forse ho capito, si tratta di ironia, anzi, di autoironia. Ultimamente quelli della Lega sono alquanto zuzzerelloni. O forse no. Si tratta di critica. Critica all’uscita berlusconiana di qualche giorno fa che chiedeva mani libere per tutti in campo immobiliare per risolvere la crisi. Forse alla fine qualcuno dovrà pur dirgli che questa crisi è figlia della bolla speculativa immobiliare e che l’Italia, come l’America, è piena di case invendute e mutui impagati. Ma no, criticare Berlusconi, proprio ora che ha detto sì al federalismo e a tutte le nefandezze sulla sicurezza, è poco corretto. Allora forse si tratta di autocritica. Dopo aver assecondato negli ultimi cinque anni gli smisurati appetiti degli immobiliaristi clarensi, dopo aver passato tutto il tempo disponibile a votare, allineati e coperti, tutti i possibili Piani Integrati di Intervento, in barba al piano regolatore o Pgt che dir si voglia, dopo aver consentito che si costruisse l’incostruibile, oggi, a disastro avvenuto, la Lega fa autocritica. “Basta cemento!” è il comando perentorio di Bossi. “E che cavolo! Se continuiamo di questo passo che fine farà la terra dei nostri padri? Non mi costringerete mica a dichiarare l’indipendenza della nostra cara patria in un condominio o in un villaggio di villette a schiera?” Non sia mai. E così i bravi leghisti si apprestano a diffondere la buona novella in tutte le contrade dell’ubertosa Padania, cercando di nascondere i loro propositi immobiliari dietro fantasiose locuzioni che dovrebbero incantare e rassicurare il popolo. Così parleranno di “Poli scolastici”, di “Polo logistico” di “Polo della Cultura” di “Bonifica della cava” ecc. ecc. Chi potrebbe aver mai paura di un innocuo “Polo scolastico”? Vi fa forse pensare a tre o più condomini a ridosso del centro storico? A me viene in mente un meraviglioso complesso scolastico in zona amena e salubre. E la “Bonifica della cava” vi riporta alla mente 150 appartamenti e un centro commerciale da 45 mila metri quadri? No, sicuramente penserete a un parco acquatico dove porterete i bambini a giocare con le paperelle in mezzo ai papaveri, quelli rossi però.


Enzo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grande. E domani c'è il consiglio dei ministri, ricordiamoglielo bene:
NO ALLA CEMENTIFICAZIONE
DIFENDIAMO LA TERRA DEI NOSTRI PADRI

non molliamo, diamo loro quello che loro hanno dato a noi da anni.