martedì 11 ottobre 2011

Chiari-Morrumbene

Con riferimento all’incontro di giovedì 6 ottobre scorso con don Piero Marchetti presso il CG 2000, ricevo e volentieri pubblico questo contributo del Prof. Mario Angeli:


“Due intensi occhi di un bimbo nero guardano da sopra un alto muro; noi di là vediamo un cielo azzurro e le cime di alberi maestosi, lui di qua non so che cosa vede; di là c’è il suo mondo, di qua il nostro.
Questa è stata la slide conclusiva di una intensa rassegna di immagini, con le quali don Piero  giovedì 6 ottobre ha mostrato che cosa c’è al di là di quel muro, che il suo impegno missionario e sociale si sforza di capire, valorizzare, orientare, sollevare dalla povertà e dall’ignoranza; il pubblico presente era folto, accorso anche da fuori Chiari, a testimoniargli non solo generica simpatia, ma soprattutto apprezzamento e sostegno per la sua opera in Mozambico.
E così scendendo dal cielo luminoso e dalle cime degli alberi, don Piero ha condotto gli ascoltatori al di là del muro sul piano della concretezza, che significa bambini abbandonati, vecchie cacciate di casa a morire di stenti perché sospettate di malocchio, giovani e ragazze che non possono recarsi a scuola perché impossibilitati a sostenere le spese di trasporto o le tasse di frequenza, aule scolastiche senza alcun arredo e con gli studenti seduti per terra perché non ci sono i banchi, pozzi d’acqua lontani chilometri dai villaggi, malattie per noi banali ma laggiù mortali; però anche la gioia di vivere, la condivisione ospitale, la fiduciosa riconoscenza, la frugalità appagata.
Don Piero è riuscito a creare qui una rete di solidarietà e di sostegno, sia affettivo che finanziario, che gli consente di affrontare laggiù con efficacia sia il suo primario ministero di prete sia i vari progetti sociali che ha avviato; sono una prova concreta di tale sostegno anche i frequenti soggiorni a Morrumbene di volontari, che trascorrono con lui periodi più o meno lunghi, condividendo fatiche e speranze: si sa che è in partenza per tre mesi una ragazza e poi sarà la volta di un giovane per sei mesi.
Uscendo dall’incontro con don Piero non riuscivo a togliermi dalla mente gli occhi del bimbo nero da sopra quel muro e mi domandavo se riuscisse a scorgere che cosa c’è al di qua o se don Piero gli abbia detto qualcosa del grado di decomposizione che sta attraversando il nostro mondo evoluto e mi è venuta spontanea una raccomandazione da fare a don Piero: - Di’ a quel bambino di scendere dal muro, perché al di qua c’è poco di bello da vedere.

Mario Angeli”

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