venerdì 26 aprile 2024

PERCHÉ È UN BRAVO RAGAZZO

Molti di coloro che appoggiano la candidatura di Marco Salogni a Sindaco di Chiari, lo fanno perché convinti che egli sia “un bravo ragazzo”. Un ragazzo umile e disponibile che farà solo del bene alla nostra Città.

Ebbene, a costo di andare controcorrente, cercherò di contraddire questa narrazione, ritenendola fuorviante e alla fine dannosa.

Innanzitutto cosa vuol dire essere “un bravo ragazzo”?  In politica questa reputazione non ha alcun valore; anche perché, a ben vedere, quasi tutti i candidati alla carica di sindaco di Chiari sono bravi ragazzi. Essere un bravo ragazzo è una caratteristica pre politica, qualcosa che se esiste, non costituisce di per sé una condizione che fa di una persona un buon politico. Un buon politico deve avere autorevolezza, visione, competenza, capacità amministrativa.

Marco Salogni

Affermare che “è giovane e si farà” è come ammettere che tutte le caratteristiche di cui sopra non ci sono e che si acquisiranno nel tempo, governando? Ora io chiedo: “dovendo subire un operazione al cuore vi affidereste a un chirurgo inesperto, ma di cui si dice un gran bene in quanto umile e di buone maniere”? Io penso di no. Se dovete andare sotto i ferri, certamente vi affiderete a una persona esperta e capace. E se questo vale per un chirurgo perché mai non dovrebbe valere per coloro che devono governare le nostre città e il nostro Stato? L’assurda idea del “uno vale uno” ha creato in questi anni disastri epocali.


Dire “è un bravo ragazzo” significa anche che è corretto e irreprensibile nell’agire. A questo proposito io penso che su Marco Salogni ci sia qualcosa da dire. 

Innanzitutto il suo modo di presentare la sua candidatura. Egli è stato sempre un rappresentante del PD. Ne è stato segretario e in quanto membro di quel partito è stato eletto alla carica di Presidente di Chiari Servizi Srl. Quindi inventarsi oggi un Comitato Civico, in cui peraltro sono presenti personalità vicine al PD, che gli chiede di porsi al servizio della Città di Chiari candidandosi a Sindaco, sembra un modo di fare surrettizio e poco trasparente. 

Il Comitato a mio parere, è il mezzo che consente a molte persone di far parte dell’avventura senza doversi sentire politicamente legate a un partito di cui evidentemente non si condividono completamente politica e ideali.


Si dice che Chiari Servizi sotto la guida di Salogni ha realizzato importanti progetti tra cui la raccolta differenziata e la farmacia comunale.


Marco Salogni

Bene, la raccolta differenziata a Chiari è stata un progetto di grande successo. Politicamente il principale merito è da attribuire a Massimo Vizzardi e alla sua lista civica “Per una Chiari Virtuosa”. Sono loro che maggiormente hanno spinto perché si realizzasse a Chiari questa importante riforma. Dal punto di vista operativo il merito va dato all’attuale Presidente del Consiglio d’Amministrazione Gianluca Delbarba. Egli aveva le competenze tecniche e manageriali per far partire nel migliore dei modi il nuovo procedimento di raccolta dei rifiuti urbani. Salogni ha cercato di imparare da Del Barba, ma evidentemente con scarso profitto visto che il Sindaco ha revocato il suo mandato. I veri motivi di questa decisione sarà bene che emergano prima delle elezioni per dare la possibilità ai cittadini di valutare appieno le capacità di uno dei principali candidati. A me la narrazione che vuole Salogni eliminato perché avrebbe potuto fare ombra al Sindaco Vizzardi mi sembra, prima che improbabile, ridicola.


Raccolta differenziata porta a porta


Vero è che Salogni si è creato una certa fama raccogliendo le telefonate dei cittadini per rifiuti abbandonati per strada e altre esigenze, rispondendo sempre con premura e cortesia. Ma può un Presidente di una Municipalizzata ridursi al compito di centralino reclami?

Quanto alla Farmacia Comunale, non mi pare che il contenzioso aperto con ASST Franciacorta dimostri una gestione oculata della sua realizzazione. Dopo la revoca dell’incarico a Salogni, è stato possibile pervenire a una definizione del contenzioso attraverso un accordo bonario che però ha previsto l’esborso da parte di Chiari Servizi della somma di 60mila euro per adeguare la struttura alle richieste che si presumono legittime di ASST Franciacorta.


Un’altra cosa che fa pensare all’inadeguatezza di Salogni è il fatto che non menzioni mai o solo di sfuggita il lavoro realizzato negli ultimi 10 anni. Eppure di cose importanti in questi dieci anni ne sono state fatte e altre sono in corso di realizzazione. Salogni non ne parla, quasi che fossero cose scontate o di poca utilità. Eppure da un candidato che si definisce progressista, quelle realizzazioni dovrebbero essere esaltate, perché rispondono a bisogni reali della comunità quali: l’istruzione, la cultura e la sicurezza. In particolare trovo alquanto singolare che non parli dei soldi arrivati a Chiari tramite la Buona Scuola di Renzi. Se a Chiari abbiamo due scuole di livello europeo è perché il Governo Renzi ha investito, tramite fondi Bei e altri fondi inoperosi, più di 9 miliardi nell’edilizia scolastica. Renzi era, oltre che Presidente del Consiglio su indicazione del PD, anche Segretario Nazionale di quel Partito. Perché non fare di questo fatto un proprio merito? Forse perché lodare Renzi dispiace all’ala oltranzista del PD oggi maggioritaria?





Salogni vuole essere il campione degli ultimi, il difensore di chi non ce la fa, dimenticando che il Comune è già il principale presidio contro il disagio sociale. Negli ultimi dieci anni, pur in presenza di una ristrettezza di risorse, la spesa sociale è quasi triplicata, segno dell’aumentata difficoltà di una parte della popolazione, ma anche di una maggiore attenzione riservata a questi cittadini da parte dei Servizi Sociali Comunali. Oggi il “bravo ragazzo” chiede di fare di più, presentandosi come un “nuovo profeta” che chiede ai suoi compagni di missione “di consumare le scarpe per stare nelle strade, nei quartieri, tra le persone, per toccare con mano le sofferenze e le difficoltà di questa città”. Insomma una nuova ideologia pauperistica che tende ad affiancarsi alla decrescita felice di grillina memoria e che non tiene conto che per distribuire le risorse bisogna prima crearle. Solo se la città cresce e diventa più prospera sarà possibile l’allargamento del welfare e il sostegno a quelle persone di cui si fa paladino. 


In ultimo riporto due episodi che fanno capire qualcosa in più del personaggio. Mi riferisco a una sua proposta (marzo 2024) presa di sana pianta dal programma di mandato della Sindaca di Brescia Laura Castelletti. Un plagio clamoroso che è testimonianza di una preparazione affrettata e un po’ pasticciona. 



Alcuni parlano di colpa lieve, di ingenuità. Ma ingenuità non vuol dire genuinità. D’altra parte, a 40 giorni dal voto, rappresentanti del Comitato che ha preso il suo nome, sono ancora in giro a raccattare pareri. La parola magica è “ascolto”. L’ascolto va bene se tu hai qualcosa da dire. Allora l’ascolto diventa dialogo. Ma se ti affidi all’ascolto esclusivamente per mettere assieme un programma elettorale che abbia un senso, allora significa avere poche idee e pure confuse.


L’altro caso è il saluto al candidato Zotti. Io pensavo che Salogni si fosse trovato lì per caso e che quindi non avesse potuto fare a meno di fermarsi. Invece, a quanto narrato dal settimanale Chiari Week, Salogni è andato lì con una rappresentanza del suo Comitato. 


Gabriele Zotti e Marco Salogni

Un modo per legittimarsi reciprocamente di fronte alla popolazione di Chiari come i due principali protagonisti delle prossime elezioni comunali. Nulla di spontaneo quindi e nessun fair play. Solo convenienza politica.


Strano che Salogni non abbia sentito se non il dovere, almeno la premura di inviare un messaggio di vicinanza e solidarietà a Claudio Kulla per la vergognosa gazzarra razzista orchestrata nei suoi confronti dai curatori della pagina "Sei di Chiari se…", ma ha pensato che fosse bene, che fosse cosa giusta porgere il suo saluto e le congratulazioni sue personali e del suo Comitato a Gabriele Zotti.

Come si dice, ognuno è la somma delle scelte che fa.


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