Il “non candidato”, quello che ha rinunciato “con rammarico” all’alto seggio perché, in caso di vittoria che si presumeva certa, “nuove situazioni di famiglia e lavoro” gli avrebbero impedito di sostenere il delicato impegno di Sindaco di Chiari, per senso di responsabilità e altruismo, è rimasto in prima fila a dispensare consigli e aiuti non richiesti.
Peccato però che dove arriva fa disastri. L’altro giorno, per dirne una, ha pensato bene di pubblicare un post per dare una mano al candidato leghista Campodonico, fatto oggetto di una faida interna alla Lega che lo voleva fuori dai giochi. Il “non candidato” ha pensato bene di intervenire, convinto che il carisma acquisito negli ultimi anni avrebbe silenziato gli oppositori interni.
Alessandro Cugini |
Peccato! Fossero rimasti avremmo potuto verificare se gli autori di quei commenti fossero avversari o rappresentati della Lega in odore di eresia.
Che potessero essere leghisti un po’ arrabbiati, lo si è desunto da un articolo pubblicato il venerdì da un giornale locale che dava la notizia clamorosa di un’intera sezione della Lega, esattamente quella di Travagliato, che aveva inviato un ultimatum al Segretario Nazionale, dicendo senza mezzi termini “di farsi da parte”, perché la Lega di Salvini “rappresenta tutto quello che abbiamo combattuto, cioè un partito romanocentrico concentrato solo sulle poltrone e gli incarichi retribuiti, disposto a comprare il consenso nelle regioni del Sud strapagando imprese e dipendenti pubblici”. Parole come macigni, frasi che neppure il più acerrimo nemico ha mai pensato di usare, segno che all’interno della Lega il malcontento nei confronti di Salvini ha passato il segno.
Il “non candidato”, si è trovato in mezzo a questa buriana, travolto da una valanga che non accennava ad arrestarsi. Anzi, più tempo passava più i commenti diventavano sferzanti e incontrollati. Meglio fare piazza pulita, cancellare tutto, bloccare tutto, anche a costo di fare una figura di palta.
Com’è curiosa la vita! In passato avevo chiesto al nostro di cancellare dalla sua pagina (leggi qui) un commento infame scritto da un anonimo nei confronti di una persona che nulla aveva anche fare con la politica se per il fatto di essere moglie di un politico. Si rifiutò di farlo, adducendo di non essere responsabile dei commenti altrui. Ieri evidentemente si sentiva responsabile per quei commenti e se non responsabile sentiva sicuramente l’amarezza, l’avvilimento, la confusione di un quadro di partito che ha “perso la via” e non sa più bene se quello è il partito dell’orgoglio padano o una babilonia dilaniata da lotte intestine senza quartiere. Meglio lasciar perdere e dedicarsi ad altro. La politica spesso è una degenerazione, specie se pretendi i "pieni poteri" stando al Papeete con in mano un bicchiere di moijto.
Matteo Salvini al Pepeete |
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