Una cosa che mai si dovrebbe fare in politica è quella di ignorare l’avversario. L’avversario va guardato in faccia come fanno i pugili prima di iniziare l’incontro. Non averlo fatto è stato il motivo per cui Cugini nel 2019 ha perso una partita che avrebbe dovuto vincere a mani basse. Essere scappato dal confronto ha fatto capire agli elettori che non era in grado di reggerlo quel confronto. Insomma una dichiarazione di debolezza che i cittadini di Chiari hanno sanzionato severamente.
Se questo non lo deve fare un politico, ancor meno lo deve fare un blogger, un pubblicista o un giornalista. Ignorare chi potrebbe diventare sindaco della città, magari non per propri meriti, ma per la forza intrinseca della lista che rappresenta, non è mai un buon affare.
In queste elezioni comunali, mi pare evidente che se le cose rimangono così, la lotta sarà a tre: Zotti, Codoni, Salogni, con gli ultimi due a contendersi un posto per il ballottaggio. Sembra logico aspettarsi che con il passare dei giorni ci sia un aumento del livello di scontro.
Gabriele Zotti - Domenico Codoni - Marco Salogni |
Determinanti saranno i confronti. In quella sede potremo saggiare la capacità politica di ciascun candidato, valutare la bontà del suo programma, apprezzare la qualità della sua squadra.
Zotti, essendo quasi certo di superare il primo turno, gioca a carte coperte. Non si sa se perché ha poco da dire oppure per una sopraffina tattica di gioco. Il suo slogan è: "il voto che unisce". Non si sa che cosa debba unire, visto che i suoi possibili alleati vanno per strade diverse.
Campodonico, il rappresentante della Lega di Chiari che si è cercato in tutti i modi di disarcionare, è ancora in sella ed è più che mai pronto a vendere cara la pelle. Anzi, a onor del vero, è l’unico che a destra sta facendo campagna elettorale. Con toni eccessivi e in alcuni casi scomposti, ma pur sempre battagliero. Vedremo come andrà a finire, ma c’è da giurare che non farà sconti neppure a Zotti.
Roberto Campodonico |
Codoni e Salogni stanno gradualmente illustrando i loro punti programmatici, ma si tengono abbottonati, quasi che entrambi abbiano paura di affondare i colpi. Eppure sanno benissimo che solo uno di loro passerà. Da quelle parti c’è una strana calma, ma prima che arrivi giugno qualcosa smuoverà le acque e forse le renderà agitate.
Gli altri, Alessandro Gozzini e Roberto Goffi, pur sapendo di non avere alcuna chance, si tengono pronti a far valere il loro pacchetto di voti al secondo turno, voti che potrebbero rivelarsi determinanti.
Alessandro Gozzini - Roberto Goffi |
Questi sono i riti della democrazia e dovremmo essere grati di poterli usare. E se lo strumento principe della nostra democrazia è il libero voto, importanti e per alcuni versi determinanti sono l’informazione e la discussione che si esprimono con tutti i mezzi che il nostro tempo consente. Usiamoli!
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