Un’insana ossessione sembra animare i nostri amministratori comunali.
Essa consiste nella congenita avversione verso tutti quegli edifici antichi che magari il tempo ha logorato e reso momentaneamente inutilizzabili, ma che pur rappresentano un prezioso lascito dei nostri antenati.
Qualche decennio fa, l’Amministrazione Comunale voleva a tutti i costi demolire l’ex Stenditoio dell’ Ospedale Vecchio, per realizzare al suo posto un’orribile piazza-parcheggio. I partiti dell’opposizione di allora, unitamente a molti comuni cittadini si impegnarono in una campagna di sensibilizzazione per salvare questo edificio dalla demolizione. Probabilmente non ce l’avrebbero fatta se non fosse intervenuto l’estensore del primo Piano Regolatore di Chiari, l’Architetto Leonardo Benevolo, che in un’affollata assemblea cittadina ebbe a dire “I monumenti antichi non si demoliscono, si restaurano”..
A niente sono serviti invece, i manifesti, i volantini, gli appelli e le manifestazioni per salvare il prezioso Teatrino Comunale della scuola I.T.C. Gli amministratori di allora pretesero la sua demolizione per costruire al suo posto una moderna e anonima aula magna.
Nella convinzione che al peggio non c’è mai limite, l’attuale Amministrazione ha pensato bene di demolire in una giornata il Cinema Teatro Comunale che, seppure non di Terragni o Albini, rappresentava un’onesta espressione di quel razionalismo italiano che ha lasciato significative opere in tutt’Italia.
Il danno è stato doppio. In primo luogo si è demolito, senza alcuna discussione preventiva, un edificio storico, in secondo luogo si è cancellato a suon di ruspe il simbolo delle emozioni vissute da generazioni di clarensi attraverso il cinema.
Al suo posto dovrebbe sorgere quello che il Sindaco continua a chiamare ampollosamente il “Polo della cultura”, ma che nei fatti si riduce a un insediamento commerciale di 8000 mq, con annesso parcheggio di 180 posti macchina, gestiti entrambi da Eleca Spa. Più un piccolo auditorium di trecento posti a sedere.
Si prevedeva di iniziare i lavori entro l’agosto 2008, ma sembra che il cronoprogramma (altra magica parola) della giunta sia un po’ difettoso. Siamo a gennaio 2009 e del cantiere neppure l’ombra.
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