giovedì 3 febbraio 2011

Il tempo e le opere

In due bellissimi saggi gli storici Jacques Le Goff  e  Emmanuel Le Roy Ladurie analizzano la concezione del tempo durante il Medioevo.
Esiste il tempo del contadino e il tempo del mercante. Il primo è soggetto ai condizionamenti naturali e al ciclo delle stagioni, il secondo diventa oggetto di misura. Esempio, la durata di un viaggio.
Il contadino quando parla del tempo lo fa in modo indefinito: “prima della vendemmia dell’anno scorso”. Il tempo del mercante è scandito dalle ore dell’orologio della torre civica.
Esiste poi il tempo dei notai, che è un tempo numerico: “ il 2 aprile 1320”.
A Chiari alcuni nostri amministratori usano il tempo del contadino, altri quello dei notai.
Chiari-Progetto Nuova Caserma Carabinieri
L’assessore Piantoni quando parla della realizzazione di un’opera dice per esempio: “la realizzazione della Caserma dei Carabinieri dovrebbe avvenire tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo”. Come si vede una concezione del tempo un po’ indefinita. Sta usando, da buon clarense, il tempo del contadino.

Chiari-Rotonda viali Mazzini-Mellini

Il Vicesindaco Seneci invece, da bravo professionista, usa il tempo dei notai: “i lavori per sistemare la rotonda di viale Mellini inizieranno il  2 febbraio”.
Peccato però che in entrambi i casi il tempo diventi una variabile indipendente. La “fine dell’anno e l’inizio del nuovo” si poteva riferire a quello trascorso, al prossimo venturo o ai prossimi avvenire.
Il 2 febbraio si poteva intendere ieri, ma anche il 2 febbraio dell’anno prossimo ecc.
Non riusciamo a capire perchè i nostri amministratori si ostinino  a sincronizzare i tempi di realizzazione di un’opera secondo precisi e stringenti cronoprogrammi, quando sanno benissimo che i loro cronoprogrammi sono tutti taroccati e il tempo è nelle mani di Dio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma loro ce l'hanno l'ipad per i cronoprogrammi?