venerdì 1 aprile 2011

Educatore o imprenditore?

l'intervista a don Boscaglia
Don Alberto Boscaglia ha messo in  piedi dei progetti che sono ancora tutti da verificare dal punto di vista economico. Fra qualche tempo potremo dire se essi si sono rivelati vincenti o meno, cioè se essi hanno accresciuto il patrimonio dell'Istituto Morcelliano e fornito le risorse necessarie per il raggiungimento dei suoi fini statutari. Oggi la Fondazione è, come dice lui stesso, appesantita da mutui e ipoteche. Se riuscirà ad avere una “prospettiva felice” lo vedremo in futuro.
Discutere però sulla validità di questi progetti non solo è legittimo, ma necessario in quanto impegnano pesantemente il patrimonio dell’ente e incidono significativamente nell’economia del territorio clarense. Due partiti (Udc e Pd) hanno espresso in modo esplicito le loro perplessità, per non dire contrarietà su questi progetti. Altri soggetti politici hanno fatto lo stesso. L’Udc addirittura ha promosso un convegno sul progetto del campo da golf a Chiari, convegno che, comunque la si pensi, ha fornito materia di approfondimento e discussione. Don Alberto Boscaglia pensa che in tutto ciò ci sia molta strumentalità, ma forse avrebbe fatto meglio a partecipare al convegno per confrontarsi, dati di fatto alla mano, con chi la vede diversamente da lui.  Credere di avere la verità in tasca su cose terrene non solo è un atteggiamento supponente, ma anche un comportamento antidemocratico. Anche perchè nella sua lunga intervista ha lasciato in ombra problemi che rivestono un grande rilievo. Egli ha parlato di golf, ma ha taciuto in merito alla costruzione di case di lusso nella zona e della cava da 800mila metri cubi che nei fatti si  realizzerebbe (il famoso “ghiaione da scorticare). Perchè tacere su questi aspetti rilevanti del progetto? Perchè dipingerlo come un bel quadretto di cui la città si avvantaggerebbe, mentre si tace sui  corposi interessi economici in ballo? 

Rosanna Agostini e don Alberto Boscaglia
Il problema però all’ordine del giorno è quello dell’integrità del patrimonio. Per quale motivo la Fondazione deve rinunciare a metà del proprio patrimonio? Lo deve fare perchè esso non è poco? Perchè bisogna dimostrarsi generosi? Il fatto che non sia poco non può assolutamente autorizzare nessuno a disporne. Quanto alla generosità, gli unici soggetti verso cui la Fondazione deve dimostrarsi generosa sono i giovani e questa generosità si esprime in servizi resi ad essi e a quelli fra essi che hanno più bisogno. La generosità nei confronti dell’Amministrazione Comunale si chiama  acquiescenza, subalternità e collusione. Il rapporto collusivo si estrinseca nel seguente accordo: tu mi dai metà del patrimonio, io rinuncio definitivamente al mio rappresentante in seno al Consiglio. Io incamero 6-7 milioni di euro, tu hai la libertà di fare della Fondazione ciò che vuoi.
E non si venga a dire che i soldi servono per fare una scuola. Certo a Chiari le scuole sono da mettere a posto, ma questo non è un problema di cui si deve fare carico la Fondazione, almeno nei termini prospettati. Se si fosse amministrato bene, forse i soldi per sistemare le scuole ci sarebbero stati. Ma qui si è preferito fare rotonde in “prezioso materiale lapideo”, Poli culturali falliti prima di mettere su un mattone e Mausolei più che Musei, visto che sono sempre chiusi .

don Alberto Boscaglia
Quello che però più impressiona nella lunga intervista di don Alberto è il fatto che lui parli da imprenditore più che da educatore, da affarista più che da pedagogista, da politico più che da prete. La maggior parte dell’intervista è dedicata agli affari, per carità necessari se si vuole rivalutare il patrimonio della fondazione, ma sicuramente secondari rispetto al fine principale dell’ente che è quello di dare servizi e sostegno ai giovani di Chiari che si trovano in situazioni di svantaggio. Forse don Alberto avrebbe fatto meglio a parlare in modo più esaustivo dei programmi educativi che la Fondazione e il Comune stanno portando avanti e delle politiche giovanili messe in campo, riguardo i quali i progetti da realizzare sono solo funzionali. Si è preferito invece polemizzare con partiti ed esponenti politici, discettare sull’opportunità delle iniziative di Ramera, parlare di fotovoltaico e campi da golf.
Ho come l’impressione che questa intervista più che un’occasione per chiarire gli argomenti e appianare i contrasti, sia stata al di là dei toni pacati e l’atteggiamento umile,  un pretesto per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.  Atteggiamento che sicuramente appaga l’ego di don Alberto, ma che contribuisce a esacerbare gli animi e non porta da nessuna parte.

10 commenti:

Giuliano Tonelli ha detto...

10 e lode per la spiegazione.

Giuliano Tonelli

Anonimo ha detto...

spiegate anche cosa è stato fatto dalle precedenti amministrazioni,
e/o cosa fareste voi al posto dell' attuale amministrazione.
Fatti, non poarole.
Marcello

Anonimo ha detto...

Questa amministrazione e i suoi amichetti hanno fatto solo disastri. Ora per completare l'opera vogliono mettere le mani (anzi le hanno già messe) sul patrimonio delle Fondazioni, a testimonianza che la voracità di certa gente non ha mai fine. Mazzatorta, Boscaglia, Cavalli "föra di ball".

Anonimo ha detto...

ripeto, perchè non elencate il bene fatto dai precedenti consigli di amministrazione della Fondazione?
forse perchè il nulla non si può descrivere?!
Marcello

Anonimo ha detto...

A Marcello che continua a chiedere imperterrito cosa mai abbiano fatto le precedenti amministrazioni.
Se non ottiene risposta due sono le cose: o i precedenti amministratori non seguono questo blog, o seguendolo non hanno alcuna voglia di rispondergli. Pertanto si metta l’anima in pace.

Anonimo ha detto...

oppure NON HANNO MAI FATTO NIENTE,
cosa probabile e lampante.
Capito caro Marcello? chi tace acconsente

Giuliano Tonelli ha detto...

... oppure si pensa che certe risposte ,a domande provocatorie, sia utile ,per conoscerle ,andare a bussare a certe porte ..... dove per regola, VI SARA' APERTO !!! (chiedo perdono per la mia cattiveria)

Anche se sono convinto che col senno di poi è tutto più semplice, mi sono convinto che il problema non stà in quello che non si è riusciti a fare in passato ,ma quello che si rischia per il futuro.
E' stato fatto un convegno recentemente dall'UDC ,dove sono state spiegate molte cose importanti ,sia passate che per l'appunto sul futuro ..... per quanto ne ho capito è quest'ultimo a preoccupare di più.

Giuliano Tonelli

Anonimo ha detto...

Se si continua a guardare il passato invece che il futuro per nascondere gli errori del presente... non si va da nessuna parte. I vecchi amministatori non ci sono più. E qualunque cosa NON abbiano fatto appartiene alla storia. Ora invece ci son questi che hanno provato a vendere un patrimonio di nostra proprietà per dividerselo tra comune e chiesa. Questa si chiama malversazione. Se io vengo nominato a fare l'amministatore di una società ed invece di amministrare il patrimonio per farlo rendere almeno come negli anni passati, lo regalo ad una onlus... vengo messo in galera senza passare dal via. Allora, se Don Alberto vuol fare l'imprenditore, prima dovrebbe leggersi il codice civile. In particolare l'articolo che riguarda la responsabilità dell'amministratore che deve comportarsi da "buon padre di famiglia" nei confronti dei beni a cui è chiamato ad amministrare.
Punto.
Quello che si può fare con la Fondazione è ben descritto nelle nostre proposte che trovate su pdchiari.blogspot.com

Giuliano Tonelli ha detto...

Scusatemi se esco dal seminato per un qualcosa di "meno" serio ..... è perchè vedendo la signora giornalista Agostini mi vengono in mente le famose rotonde ammalorate ..... ma lo sapete che trovo quasi delizioso passare ora su quelle rifatte ? , e ironicamente dico che secondo me non serviva un ingeniere da 100.000 euro all'anno per capirlo !!!

Ammalorate .....ahahah , troppo forte !!!

Ciao a tutti , ora vedo di riprendermi !!!

Giuliano Tonelli

ciao ciao ha detto...

Ma dopo aver lasciato la carica ci sarà anche il "trasferimento d'ufficio?"