Sgamato - Participio Passato del verbo sgamare. Voce gergale di ambiente carcerario. Beccare qualcuno che sta facendo di nascosto qualcosa di proibito o di losco.
Quindi, secondo l’Assessore Campodonico, gli Operatori di Chiari Servizi mi hanno beccato mentre di nascosto facevo qualcosa di losco o addirittura di proibito.
Campodonico, che è un uomo d’onore, uomo che compulsa il dizionario Treccani nonché l’Enciclopedia, se dice che mi hanno sgamato c’è da credergli.
Peccato però che io la mattina vado per le vie di Chiari alla luce del sole, salutando questo e quello, perfino persone che non conosco, perché quando si va per vie poco frequentate o semi deserte si ha la buona abitudine di salutare il viandante. Non mi pare di fare alcunché di losco o di proibito e se incrocio un operatore di Chiari Servizi non mi creo problemi se devo scattare una foto di un sacchetto, di un incarto di pizza, di un maglione abbandonato da una persona incivile.
Ho l’impressione che il nostro Assessore al Decoro Urbano, Roberto Campodonico, sia convinto di aver risolto il problema dei rifiuti a Chiari e che la questione stia tutta nell’incapacità dell’opposizione di elaborare il lutto derivante dalla sconfitta elettorale.
Il problema non sono i rifiuti abbandonati per le strade della città, ma “l’ostinata fissazione di alcuni personaggi con l’ossessione del report fotografico sul rifiuto dovunque e comunque”. Personaggi che si fanno “sgamare dagli Operatori di Chiari Servizi che, fin dalle prime luci del giorno, regolarmente passano per ripulire la Città e mantenere il decoro urbano almeno da luglio 2024”.
Prima gli Operatori di Chiari Servizi restavano in sede a giocare a briscola. Oggi, con l’arrivo di Campodonico, sono tutti in fermento lavorativo. Insomma, prima di me il diluvio, dopo di me la luce. Un apprezzamento di sé appena appena esagerato.
Chiari Servizi esiste oggi come esisteva prima. A dir la verità quando il nostro Assessore governava Chiari assieme a Mazzatorta e a capo di Chiari Servizi c’era un alto rappresentante leghista, Chiari era in uno stato a dir poco pietoso e la raccolta differenziata era inchiodata a un misero 42%.
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Discariche abusive ai tempi di Mazzatorta, Zotti, Campodonico
Con la Giunta Vizzardi la differenziata ha superato l’85% e non si sono più viste per le strade montagne di pattume, causa di odori nauseabondi. Di quella scelta, saggia e utile per la città, i nostri paladini sono stati fieri e implacabili avversari. Fosse stato per loro eravamo ancora al cassonetto attira rifiuti.
Tutti i problemi risolti? Naturalmente no. Allora come oggi, una piccola parte dei nostri concittadini le regole non le rispetta. Abbandona rifiuti in ogni luogo, non raccoglie gli escrementi dei propri cani, vandalizza beni che appartengono a privati e alla comunità.
Pensare di risolvere questo problema con la bacchetta magica è del tutto irrealistico. Occorrerà mettere in campo una politica di lungo respiro e probabilmente risorse più adeguate.
Ora il nostro Assessore afferma che i personaggi “sgamati” perdono il loro tempo a fotografare all’alba “il sacchettino o la cartaccia fuori posto mentre gli addetti alla manutenzione urbana stanno lavorando”.
Essendo uno di quei personaggi, quello forse più ostinato, dico di avere grande considerazione di coloro che prima dell’alba passano a raccogliere il pattume. È un lavoro duro e per alcuni versi ingrato. Il problema è tutto politico e organizzativo.
So benissimo che quei rifiuti che io fotografo all’alba, poi verranno ritirati dagli addetti incaricati. Se li fotografo è esclusivamente per una precisa ragione.
Quando era all’opposizione, Campodonico sbraitava contro la Giunta Vizzardi che secondo lui lasciava Chiari sporca e disordinata. A pretesto prendeva proprio quei sacchetti abbandonati lungo le strade. Anche allora venivano ritirati da Chiari Servizi, ma questo non ha impedito al nostro difensore civico di fare una forsennata campagna demagogica contro la Giunta di allora.
Oggi che è dall’altra parte, fa appelli alla popolazione per una maggiore collaborazione, afferma che il decoro urbano esiste solo dal luglio 2024, nega l’evidenza di un territorio ridotto ormai a una discarica diffusa.
Il problema non è sicuramente rappresentato dai sacchetti dello sporco abbandonati all’angolo delle strade. Il problema è invece la carta, il sacchetto, il bicchiere, la lattina, la bottiglia di vetro o di plastica, l’incarto della pizza e tutto quanto si possa immaginare in materia di rifiuti urbani. Quelli vengono abbandonati continuamente in quantità industriale e rimangono sul terreno giorni, settimane, mesi. Te li trovi dappertutto: nelle aiuole, lungo i marciapiedi, per le strade, nei campi, nei fossi, nelle fioriere, in mezzo alle siepi, in Piazza delle Erbe e davanti al Comune. Ho visto una bottiglia di birra nel muro interno della Castrina a 20 centimetri dall’acqua. Continuo a chiedermi come hanno fatto a metterla lì.
Poiché il nostro Assessore afferma che si fa gli esagerati a fotografare un pezzo di carta “fuori posto” gli dico che sono ormai dieci giorni che denuncio il fatto che dalle parti della Scuola Primaria sul terreno sono state abbandonate decine di tovagliette di carta. Stamattina erano ancora lì. Sempre nella stessa zona, dalle parti del grande parcheggio, c’è una siepe di carpini. È sempre piena di lattine e bottiglie di birra, più altro materiale. Il piazzale è disseminato di bottiglie di plastica e cartacce. Lo stesso dicasi per il Parco delle Rogge. Questo in ambito urbano.
Uscendo da Chiari, molte vie sono piene di bottiglie di plastica e di vetro. Rimarranno lì in eterno.
Comunque, visto che va tutto bene madama la marchesa, di seguito pubblico, per conoscenza, un florilegio del rifiuto abbandonato nell'ultima settimana. In un mese ho scattato più di 1700 foto. Ogni foto contiene uno o più scarti. Per ogni foto scattata ce ne sono altre dieci non fatte, perché a un certo punto lo schifo diventa insopportabile. E tutto questo in una piccola parte del territorio comunale. Se questo va bene agli acclamanti sostenitori del nostro Vicesindaco e Assessore, non possiamo che prenderne atto e aspettare con ansia che si rinnovino i fasti dei tempi di Mazzatorta.
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