venerdì 10 aprile 2009

Pasticcio alla Seneci


Schegge impazzite. Ecco cosa sembrano i pezzi della maggioranza che sgoverna Chiari.
Il Consiglio Comunale del 7 aprile, convocato per discutere del PGT, il Piano Regolatore Generale della città, cioè l’atto destinato a governare l’uso del nostro territorio per i prossimi anni, si è risolto in una manciata di minuti. Un vero record mondiale. Una volta si impiegavano settimane di discussioni, di confronti, di proposte, di controproposte. Oggi, nella nuova era della destra di segno leghista, si impiegano appena 5 minuti scarsi. Perché perdere tempo in chiacchiere e polemiche, quando basta entrare in Consiglio, fare l’appello, alzare la manina e via? E’ questa l’idea che ha della democrazia il presidente del Consiglio Comunale Luca Seneci. Un sistema dal vago e stantio sentore autoritario dove chi comanda decide, fa e disfa, senza alcun controllo, senza alcuna discussione con la minoranza consiliare, senza alcun confronto con la cittadinanza.
Solo che la fretta alcune volte gioca brutti scherzi e quello che voleva essere segno di decisionismo, si è rivelato nel concreto un segno di confusione. Un atteggiamento sbracato che ha messo in imbarazzo perfino il Sindaco che tanto tenero non è. Una delibera presa senza la regolarità del numero legale, quindi praticamente nulla, un Consiglio Comunale che è stato dichiarato chiuso e poi si voleva riaprire per riparare al vulnus, parole grosse pronunciate a mezza voce ma che chiaramente esprimevano il disprezzo da parte di alti esponenti consiliari delle persone, delle procedure e delle buone maniere. Insomma un vero pasticcio, un pasticcio alla Seneci.
Una cosa è certa. Questa Amministrazione, nata per risvegliare Chiari dal suo sonno durato oltre 50 anni, si trova alla fine del suo mandato con un bilancio fallimentare. Una maggioranza a pezzi, finanze comunali saccheggiate, grandi progetti rimasti sulla carta o fortemente contestati, il territorio devastato.

Sì, è venuta l’ora che Chiari si svegli, ma solo per mandare a casa questi signori.

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