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Goya Il sonno della ragione genera mostri |
A vedere quello che sta succedendo nel nostro Bel Paese ai tempi del “duo meraviglia” Berlusconi-Bossi sembrerebbe di essere piombati in un’era dove il medioevo può diventare una prospettiva futuribile. Un Medioevo prossimo venturo, appunto.
Per analizzare gli avvenimenti verificatisi negli ultimi mesi ci vorrebbe un altro dossier, cosa che per altro si potrebbe anche realizzare. Limitiamoci allora alle vicende del cortile di casa.
A Coccaglio alla fine dello scorso anno parte la nota operazione denominata “White Christmas” che aveva il lodevole scopo di festeggiare il santo Natale con un’iniziativa ispirata all’amore e alla fraternità. Cioè scovare e cacciare via tutti coloro che si trovavano senza permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto. Sciò, rauss e tanti auguri!
A Trenzano il primo cittadino, noto accademico della Crusca, ha imposto ai frequentatori di un centro culturale islamico di tenere le proprie riunioni tassativamente in lingua italiana.
In un locale di Cazzago San Martino è invece di moda l’happy hour ariano. Non sono ammessi gli extracomunitari, ma neppure gli italiani che hanno la pelle scura. Un neo troppo accentuato potrebbe essere motivo per non essere ammessi all’esclusivo club.
A Chiari il Sindaco pretendeva di escludere dal concorso all’eccellenza scolastica i ragazzi di nazionalità non italiana. Non sia mai che a vincere fossero proprio ragazzi extracomunitari.
A Montichiari per avere la residenza un extracomunitario deve presentare il Cud, il Rut e il Pat, il contratto di lavoro, della luce e del gas, l’esame del sangue, delle urine e del Glucagone, parlare correntemente il lombardo-leponzio e conoscere a memoria la storia patria (Risorgimento sino al 1860) da Alberto da Giussano a Umberto Bossi da declamare tutta d’un fiato in endecasillabi sciolti.
A Adro infine il Sindaco ha pensato bene di escludere dalla mensa i bambini di quelle famiglie che erano in arretrato con le rette. “Non è che siamo qui” pare abbia detto “a sfamare tutti i criceti del circondario!”
Naturalmente questi sono alcuni dei fulgidi esempi che giornalmente ci riserva il partito che oggi si trova sulla cresta “dell’orda”.
Ma da Adro viene anche un grido di ribellione che indica a tutti noi l’obbligo morale di non rimanere zitti, aspettando che tutto si compia. Riporto alcuni stralci della
lettera del “
figlio del mezzadro” che tanto scalpore ha suscitato in questi giorni:
“Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno...
Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Vorrei sentire i miei preti «urlare», scuotere l'animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il «commercio».”
Ecco quello che bisogna fare: “Urlare” la nostra indignazione prima che a piccoli passi si precipiti nel baratro.