martedì 20 aprile 2010

Il buco

ideazione Nikeros da Alberto Burri
Forse qualcuno di voi si ricorderà di un articolo (clicca) apparso su Brescia Oggi il 12 febbraio scorso in cui si raccontava di come il nostro Sindaco, andato personalmente a Cantù per cercare di definire l’ingarbugliata questione del cosiddetto Polo della Cultura, se ne fosse tornato a Chiari con le pive nel sacco. Non solo l’accordo non era stato trovato, ma si diceva addio in modo definitivo al “più importante e suggestivo contenitore culturale degli ultimi 50 anni”.
Certo ci si era dato qualche giorno di tempo per salvare la faccia, ma il Polo della Cultura si poteva considerare “definitivamente svanito, cancellato”.
Da quell’incontro sono passati circa due mesi e mezzo, quindi molto di più dei trenta giorni che si erano dati i due contraenti per trovare una “soluzione bonaria”. Dalle carte in nostro possesso, siamo ancora alle schermaglie. Poichè l’uno invita l’altro al rispetto dei patti, ci chiediamo quale sia il motivo che spinge il Comune e la ditta Eleca a non adire le vie legali. Fra le tante anomalie che caratterizzano il caso, questa è la più singolare. Si continua nel balletto delle intimazioni reciproche, ma la situazione è in stallo, senza alcuna via d’uscita.
Ora, mentre il cantiere rimane lì, muto testimone del fallimento di questa memorabile impresa, la popolazione è costretta a subire un grave disagio.
In attesa di conoscere le determinazioni dei due contraenti, noi abbiamo incominciato a fare qualche conto, per cercare di capire quanto ci sia già costata questa splendida operazione che sicuramente verrà iscritta nell’albo pretorio a caratteri d’oro.
La tabella (clicca) elaborata è per molti versi carente. Sia perchè alcune voci sono solo elencate e non sono ancora determinate in modo preciso (vedi: spese per avvocati e periti, mancati incassi parcheggi ecc.), sia perchè altre sono state determinate senza fare riferimento ad atti ufficiali (vedi valore ex Cinema per il quale manca una perizia).
La tabella vuole essere solo un mezzo per farsi un’idea approssimativa, ma vicina alla realtà, dei costi fin qui sostenuti dal Comune e dei mancati ricavi.
Come si può vedere siamo già a cifre astronomiche. Cifre calcolate per difetto, perchè sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa e perchè ad esse sarebbe da aggiungere il costo del lavoro di impiegati e dirigenti comunali impegnati per anni nella vicenda. Oltre, naturalmente, all’impegno dei Pubblici Amministratori.
Comunque, se alle somme già spese si dovesse aggiungere l’indennizzo che Eleca pretende, allora saremmo veramente a cifre fantastiche, inconcepibili, inaudite. Un buco di oltre tre milioni di euro che inchioderebbe i nostri Amministratori alle loro responsabilità. A quel punto non resterebbe da parte loro che trarne le dovute conseguenze e rassegnare subito le  dimissioni.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Cifre veramente impressionanti. Mi pare però che manchino: il costo degli ausiliari del traffico e il mancato ricavo per l'occupazione del suolo pubblico.

Anonimo ha detto...

Oltre a questo non capisco perchè non vengano rimossi i cartelli in mezzo alla strada posti all'altrezza della rotonda (una delle poche fatte che servivano veramente) di via Brescia e soprattuto perchè non venga riallargata la carreggiata all'altezza ex cinema, riaprendo il cantiere e ricreando posti auto gratuiti (perchè ricordo che esistono anche quelli gratuiti).
Visti gli abnormi buchi da voi previsti nelle casse, dobbiamo prevedere la costruzione di altre inutili case e capannoni per far cassa con gli oneri di urbanizzazione?

Anonimo ha detto...

La demolizione era inevitabile e quindi è un arricchimento del patrimonio che prima risultava completamente inutilizzabile.
E con la demolizione tutte le spese fin li sostenute.
Volessimo infatti partire oggi per fare qualsiasi cosa, anche diversa da quella..., la demolizione sarebbe da compiersi.
Qualsiasi nuovo servizio offerto in quella area sarebbe passato dalla demolizione. E la demolizione è quindi un investimento non un costo.
nei 2.5 ml conteggiati c'è il valore arbitrariamente attribuito al fabbricato demolito, oltre al costo della demolizione che sono interventi invece sacrosanti.
Come sarebbe litigare col dentista perchè ha tolto un dente marcio.
Riporre, poi , una protesi è un'altra storia.

Anonimo ha detto...

Ho una casa da ristrutturare. Il suo valore attuale è 50.
Così com’è non mi piace. Ne voglio una più bella.
La butto giù perchè al suo posto voglio costruire un palazzo di lusso. Pago un architetto per il progetto: costo 5. Avvio tutte le pratiche burocratiche: costo 5. Dò un anticipo alla dittà che mi deve costruire il palazzo: costo 25. Demolisco la casa: costo 15.
Appena ho iniziato i lavori (fondamenta e sottoservizi), la banca mi comunica che la mia pratica di mutuo è stata respinta. Io non ho più soldi, li ho tutti impiegati per pagare architetto,dittà e sevizi vari.
Alla fine della partita la mia situazione patrimoniale è pari a zero. Prima avevo una casa che valeva 50 e avevo un conto in banca del valore di 50.
Qualcuno è così furbo da ritenere che io abbia arricchito il mio patrimonio?
Perchè se a questo mondo c’è ancora qualcuno in grado di affermare che io ho fatto un investimento, forse comincio a spiegarmi le motivazioni del successo della Lega.
Gli asini non volano, ma forse non per tutti.

Anonimo ha detto...

La demolizione era inevitabile? La demolizione un arricchimento del patrimonio? La demolizione un investimento? Il cinema un dente marcio? Ma chi è questo mago della finanza? Spero non sia uno dei nostri amministratori, perchè altrimenti ci sarebbe da stare veramente preoccupati.

Anonimo ha detto...

chi l'ha detto?
il progettista incaricato dalla giunta Facchetti, arch. Schifano: il cinema esistente è un dente marcio e va demolito, anche se lo si vuole nuovamente.

Anonimo ha detto...

L'asserita fatiscenza del cinema è una favola metropolitana messa in giro dal Sindaco e dai suoi amici, per giustificare un'operazione speculativa su quell'area, con i risultati che tutti possono vedere.
Il cinema non era assolutamente fatiscente e in ogni caso non lo si doveva abbattere prima di deliberare un progetto esecutivo del cosiddetto Polo della Cultura.

Anonimo ha detto...

A proposito di quanto asserito dal "mago della finanza" avevo detto "spero non sia uno di nostri amministratori altrimenti c'è da preoccuparsi". Dalla risposta data alle ore 11 odierne, c'è da supporre che lo sia veramente. Poveri noi! Se questi vengono a dire che abbattendo un immobile si arricchisce il proprio patrimonio, allora significa che siamo proprio rovinati.

Anonimo ha detto...

La proposta di Schifani, che durante la Giunta Facchetti rimase sempre a livelli preliminari, permanendo le note questioni legali tra il Comune e la gestione del Cinema-teatro, non prevedeva affatto la demolizione dell'edificio, ma solo di alcune parti ai fini della sua ristrutturazione.
Firmato: Beppe Vavassori