C’è chi si è posto in continuità con quanto fatto dalle due amministrazioni precedenti e chi ha voluto segnare una discontinuità. Questo mi pare innegabile. Saranno gli elettori a decidere se hanno avuto ragione gli uni o gli altri.
Dire che la continuità è una cosa pessima solo perché rivendicata da una sola parte non ha senso. Nulla avrebbe impedito all’altra di farlo. Ne avrebbe avuto tutto il diritto e il merito. Se non l’ha fatto non è per impedimento di altri, ma per sua precisa scelta politica.
Affermare con forza di essere dalla parte degli ultimi è impostare tutta una politica su questo, significa esprimere una critica con quanto fatto in passato. Eppure dei due assessori ai Servizi Sociali succedutisi negli ultimi dieci anni, uno è stato del PD. Quindi se critica bisognava fare, occorreva indirizzarla innanzitutto verso se stessi.
Ma i rappresentati del PD sanno benissimo che questa critica non ha senso; e non lo ha perché nello stesso periodo la spesa sociale è triplicata; non lo ha perché il Comune è il primo presidio per la tutela delle persone più fragili.
Ancora prima che iniziasse la campagna elettorale il Segretario del PD di Chiari ebbe a dire che il suo partito rappresentava “l’architrave di qualsiasi alleanza di centrosinistra e che occorreva andare oltre l’attuale maggioranza magari con la guida di un candidato sindaco espressione dei valori del PD”.
Affermare di essere l’architrave di un’alleanza significa intestarsi una primazia che non esiste nella realtà. La leadership la conferiscono gli elettori con i loro voti. E gli elettori di Chiari, alle ultime elezioni Comunali avevano assegnato questo primato alla lista Civica Per Una Chiari Virtuosa.
Sarebbe stato utile come avvenuto dieci anni fa, scegliere il candidato attraverso lo strumento delle Primarie. Non lo si è fatto e ora risulta abbastanza inutile piangere sul latte versato. Si andrà alle elezioni divisi e verrà dato agli elettori il compito di stabilire quale sia la linea più convincente.
Può essere che il Centrodestra vinca al primo turno e allora tutti i partiti e le liste del fu centrosinistra avranno tempo per meditare sui propri errori. Oppure si aprirà uno scenario inaspettato. Delle tre liste più accreditate una rimarrà fuori. Se dovesse rimanere fuori una lista del fronte progressista, auspico che si arrivi al ballottaggio con un accordo il più largo possibile. Chiunque passi al secondo turno.
Ma questa è una speranza del tutto personale e so bene che la politica è un gioco abbastanza sottile i cui esiti sono spesso imprevedibili.
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