giovedì 13 maggio 2010

Tratto da “Famiglia Cristiana”

Beppe del Colle


LA POLITICA IGNORA I PROBLEMI DELLE FAMIGLIE
L'INTERESSE DI POCHI CONTRO IL BENE DI TUTTI


lN QUESTO MOMENTO DI GRAVE DIFFICOLTÀ,
LA CHIESA CERCA DI RIPORTARE D’ATTUALITA’
LA SUA DOTTRINA SOCIALE, FORTEMENTE CRITICA CONTRO UN MERCATO CHE VUOLE SEMPRE
AVERE RAGIONE E CHE PENSA AL “BENE COMUNE” COME INCOMPATIBILE CON LA MODERNITÀ


Sarà stata la coincidenza con il 1° maggio; sarà stata la contemporanea visita del Papa per l'ostensione della Sindone a Torino, una città che soffre con estrema dignità una grave situazione proprio nel campo del lavoro industriale che per molti decenni è stato la sua forza,e dove Benedetto XVI si è rivolto con particolare calore “a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell'incertezza per il futuro”; sarà perché si infittiscono le cifre statistiche su questo angosciante disagio giovanile ( il record in Sardegna con il 44 percento di disoccupati in quella età), ma la risposta della politica in questi giorni è terrificante.
Dal Governo e dalla maggioranza non arriva un'idea concreta su un problema che tocca milioni di famiglie: la questione del giorno è la lotta interna al Popolo della libertà (anche grazie a un giornalismo-killer) insieme alla" riforma della Giustizia" (per scaricare ulteriormente le eventuali responsabilità penali dei politici) e al federalismo fiscale come lo ha raccontato domenica il ministro Calderoli a Lucia Annunziata in televisione, ridacchiando sulle celebrazioni per l'Unità d'Italia e rivelando i progetti della Lega: abolire il canone Rai (distruggendola a vantaggio di Mediaset e della pay-Tv), il bollo sulle auto, l'Irap, insieme alla riduzione delle tasse (e relativi tagli alla spesa pubblica, in anni di crisi), più il posto in esclusiva agli insegnanti regionali; mentre il ministro Gelmini taglierà nei prossimi anni 25 mila cattedre, tanto per incoraggiare i giovani che nel frattempo si laureeranno. Nel contesto, l'indagine di Perugia sui presunti favori della "cricca" dei lavori pubblici a politici che cercavano alloggio a Roma.
Tutto questo, mentre la Chiesa, e soprattutto alcune sue antiche organizzazioni come la Fuci (nel recente congresso nazionale a Piacenza), cerca di riportare d'attualità una dottrina sociale cattolica che oggi non può che fondarsi sull'analisi della crisi di un sistema basato sull'idea, largamente contestabile, che il mercato abbia sempre ragione e che il "bene comune" sia un concetto incompatibile con la modernità.
Nel 1991, commemorando con l'enciclica Centesimus annus la Rerum Novarum di LeoneXIII, papa Giovanni Paolo II scrisse che “il principale compito dello Stato, in particolare in un’economia di mercato” è precisamènte quello di garantire ai cittadini la sicurezza della libertà, della proprietà e del lavoro, perché la “mancanza di tale sicurezza, accompagnata dalla corruzione dei pubblici poteri e dalla diffusione di improprie fonti di arricchimento e di facili profitti, fondati su attività illegali o puramente speculative, è uno degli ostacoli principali per lo sviluppo e l'ordine economico”.

Una profezia stupefacente, a leggere oggi le cronache italiane.

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