Sono passati quasi 10 anni da quando Sandro Mazzatorta è
diventato sindaco di Chiari, forse è venuto il tempo di tentare un’analisi
ragionata di questo periodo.
Mazzatorta è stato il campione di quei ceti affaristico-speculativi
disposti ad assecondare la sua “rivoluzione”, un progetto i cui pilastri
poggiavano sull’uso disinvolto del denaro pubblico e sulla disponibilità a
favorire le richieste provenienti direttamente dal mercato, evitando qualsiasi
ingerenza di carattere programmatorio .
Il Sindaco di Chiari Sandro Mazzatorta |
I mezzi per realizzare questo programma erano tre: un
ambizioso Piano di Governo del Territorio (PGT), i Piani Integrati di Intervento (P.I.I.), i Grandi Progetti.
Le previsioni del nuovo PGT prefiguravano una significativa
espansione urbana, a fronte però di un tasso di crescita della popolazione pari
a zero. Forse si partiva dall’idea che lo sviluppo immobiliare avrebbe
richiamato nuova manodopera a buon mercato di provenienza extra comunitaria. Come
si vede un’insanabile contraddizione fra la paventata invasione dello straniero
e l’incoraggiamento all’ingresso di nuova manodopera extracomunitaria richiamata
nei fatti dal boom edilizio.
L’uso indiscriminato dei P.I.I. doveva dare la possibilità di
allentare i “lacci” previsti dal PGT,
consentendo così una più sistematica cementificazione del territorio favorita dalla bolla speculativa in atto. Da
una parte gli impresari facevano gli affari, dall’altra il Comune monetizzava
oneri di urbanizzazione.
I Grandi Progetti ideati in questo periodo – Poli
Scolastici, Polo della Cultura, progetto Fin-Beton, Polo Logistico, Polo del
Produrre - andavano tutti nella stessa
direzione: fare grandi speculazioni barattando pezzi pregiati di territorio con
modeste opere di interesse pubblico.
Il cantiere del Polo della Cultura |
La crisi economica, scoppiata proprio quando quei progetti
erano in fase di studio o realizzazione, ha stroncato sul nascere quelle ambizioni.
I progetti sono rimasti sulla carta, a testimonianza di quello che poteva essere
e non è stato, mentre lo scoppio della bolla immobiliare ha lasciato sul
terreno un numero imprecisato di abitazioni invendute, determinando così il
tracollo di imprese immobiliari grandi e piccole.
Ad aggravare la già compromessa situazione ambientale, sono
intervenute le due grandi infrastrutture – Tav e BreBeMi – che hanno divorato
decine e decine di ettari di buona campagna e devastato la parte sud del
territorio di Chiari.
Aree di Servizio della BreBeMi |
Mentre l’avventura volge al termine in un clima segnato da
contrasti e ritorsioni, si vendono gli ultimi fazzoletti di terra, poveri resti
di quello che fu il patrimonio immobiliare comunale, si autorizzano gli ultimi
Piani Integrati di Intervento per la costruzione dell’ennesimo Centro
Commerciale, si concedono le ultime autorizzazioni per portare la speculazione
edilizia nel pieno della nostra campagna.
La Chiari che non doveva stare ferma mai, dopo 10 anni di
Amministrazione Mazzatorta è una città sfregiata. Ci vorrà del tempo per
riparare le ferite e sicuramente un cambiamento radicale nel modo di
amministrare. Occorre avere il coraggio
di cambiare verso .
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