venerdì 29 novembre 2019

ITALIA VIVA? NO, MEGLIO ITALIA MORTA

Diciamolo chiaramente. Da quando Matteo Renzi è entrato nell’agone della politica nazionale, si è scatenata contro di lui la terza guerra mondiale. Non solo da parte degli avversari politici o da parte di giornali spazzatura, non solo da parte degli “amici” di partito, quelli del cosiddetto “fuoco amico”, ma anche da parte di settori della magistratura che lo hanno messo nel mirino e che si sono avvalsi per le loro indagini finite sempre nel nulla, anche di servitori dello Stato infedeli che hanno costruito prove contraffatte o dichiaratamente false. Scafarto docet.

Matteo Renzi alla Leopolda 2019
Per cui non meraviglia che oggi, ad appena pochi giorni dalla nascita di Italia Viva, si apra l’indagine su Open, la fondazione che ha organizzato fino al 2017 la Leopolda di Firenze. L’accusa è che questa fondazione fosse un partito mascherato che permetteva il finanziamento irregolare e contra legem di parlamentari renziani.
Come spiegato in questi giorni, in Italia ci sono 121 fondazioni riconducibili alla politica. Il 45% è dotata di Statuto, il 18% pubblica i bilanci, il 7% rende nota la composizione dei soci, il 3% pubblica l’elenco dei finanziatori. OPEN ha statuto, pubblica i bilanci, l’elenco dei soci, l’elenco dei finanziatori. Ma guarda caso, due giudici di Firenze, gli stessi che hanno disposto l’arresto dei genitori di Matteo, provvedimento revocato dal Tribunale del riesame, si prendono la briga di fare le pulci a Open, disponendo perquisizioni all’alba nella sede della fondazione e nelle abitazioni di alcuni finanziatori. Modello retata, trattamento riservato di solito ai peggiori mafiosi e ai peggiori delinquenti di questo paese. 

Matteo Renzi
Naturalmente i giornali - Fatto Quotidiano in testa - si sono gettati a pesce su questa succulenta storia e hanno pubblicato perfino i nomi di persone verso le quali ancora non erano state fatte perquisizioni. A riprova che esiste un filo diretto fra le cancellerie di alcune procure e certi quotidiani specializzati nel gettare fango o altro fetido materiale, in faccia a quelli che vengono delineati come “nemici”. Naturalmente dopo avere infangato le persone, i direttori di questi giornalucoli si lamentano se vengono chiamati a rispondere delle cose dette e scritte, ritenendo forse che la calunnia e la diffamazione debbano essere consentite dal nostro ordinamento giudiziario sulla base di una libertà di stampa che si risolve in questi casi in libertà di arbitrio.
Si è arrivati a un punto tale di accanimento che dopo che è stata posta la legittima domanda: “i magistrati hanno il potere di trasformare le fondazioni in partiti?”, la risposta è stata la diffusione di una velina su una vicenda privata di Matteo Renzi. Fatto inquietante che prefigura una specie di avvertimento verso un politico per il quale sembra debbano considerarsi sospese tutte le libertà previste dalle leggi e dalla Costituzione.
La legge farà il suo corso e scopriremo, si spera a breve, quanta sostanza c’è in questa indagine. Quello che più importa dire è che a un partito e al suo leader  viene impedito di svolgere appieno una adeguata iniziativa politica dovendo correre dietro a una vicenda kafkiana con tutti gli strascichi che essa comporta dal punto di vista giudiziario e mediatico.
Gruppi di potere e consorterie varie, minacciati dall’attivismo di Matteo Renzi, vogliono soffocare sul nascere Italia Viva. Meglio sia Italia Morta. Solo così potranno continuare a coltivare i loro meschini interessi mandando però a catafascio il Paese.

mercoledì 20 novembre 2019

SARDINE

Dopo Bologna e Modena,  le “sardine” scenderanno in piazza anche a Milano, Parma, Reggio, Forlì, Ravenna, Rimini, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, a testimonianza che questo movimento sta dilagando in tutta Italia e non conosce confini regionali. A Sorrento le sardine si chiameranno “fravagli”, cioè i figli delle sardine bolognesi. È un movimento pacifico, leggero, democratico. Scende in piazza senza simboli di partito, perché nasce dall’impegno civico di tante persone che hanno l’ambizione di fare politica in modo diverso dai modi tradizionali. 

La manifestazione delle "sardine" a Bologna

Parafrasando l’hashtag della pallavolo italiana si potrebbe dire #lamiapoliticaèdifferente, una politica che non conosce odio, rancore, nemici, una politica che si contrappone radicalmente al salvinismo, sempre alla ricerca di un nemico su cui addossare la colpa dei mali del paese: Roma ladrona e i terroni sporchi e fannulloni, gli albanesi e i rom, l’Europa e l’euro, i clandestini, l’Islam e i negher. 
Il successo del movimento ha tolto a Salvini la retorica della piazza e lo ha costretto alla fuga di fronte a migliaia di “sardine” riunite a Modena nonostante la pioggia. Quello che avrebbe dovuto essere l’ennesimo bagno di folla di Capitan Fracassa, si è risolto in un mesto aperitivo con quattro amici al bar.

Le "sardine" a Modena
Naturalmente è un movimento che negli ambienti di destra crea allarmi, timori, ansie. Quella che, sulla scia del successo umbro, sembrava una gioiosa corsa verso la conquista della Fortezza Bastiani del potere rosso emiliano, ora non sembra tanto gioiosa e neppure tanto sicura. I leghisti si sono accorti, loro malgrado, che in Emilia Romagna esiste una società civile attenta, partecipe, informata, e che tutte le panzane e le fake news che Salvini e la sua “bestia” stanno rifilando da mesi e mesi agli italiani, qui non attaccano. L’Emilia è una regione bene amministrata, ricca non solo economicamente, civile, attiva, partecipativa. La rappresentante della Lega chiede un cambiamento, ma spesso non sa neppure di cosa parla e per sostenere la sua battaglia deve far venire ai suoi comizi, l’onnipresente capitano e truppe cammellate dalla Lombardia e dal Veneto.

Le immagini delle "sardine" stanno diventando virali
Le “sardine” e il loro movimento sono così temuti che tutto il circo mediatico di destra gli si è scatenato contro. I 4 promotori sono diffamati ogni giorno da alcuni organi di stampa e televisioni che fanno da cornice perfetta all’avanzata della destra populista. Tutti i profili facebook degli organizzatori delle piazze sono sotto assedio. Un assessore di Pianoro (Bologna) è stata minacciata di morte dopo che Salvini l’ha messa alla gogna sulla sua bacheca degli orrori, per la sola colpa di aver partecipato alla manifestazione e di essere impegnata politicamente. Su twitter e facebook si moltiplicano gli account falsi che approfittano dell’immagine delle sardine per seminare odio e sminuire il potente messaggio che le piazze stanno lanciando.
L’avanzata della destra sovranista sta trovando un argine potente che è tanto più efficace perché è fuori dagli schemi. È un aiuto per una sinistra ripiegata su se stessa, ma anche un monito. L’idea che ci può anche essere un altro modo di fare politica, allegro, divertente, scanzonato, ma mai superficiale e qualunquista. Per fare politica si può stare anche fuori dalle assemblee elettive e dagli organismi di partito. Bisogna solo avere come obiettivo il bene comune, l’interesse generale e l'amore per il proprio Paese e la propria città.. 

martedì 17 settembre 2019

OGNUNO CAMMINI LIBERO PER LA SUA STRADA

Con la decisione di Matteo Renzi di lasciare il Partito Democratico e di costituire con altri deputati e senatori gruppi autonomi in parlamento, si chiude il percorso del PD iniziato nell’ottobre del 2007. Un breve e tormentato percorso durante il quale si sono scontrate, idealità, sensibilità, visioni della politica diverse, senza mai riuscire a giungere a una sintesi condivisa. L’immagine che l’elettorato di centrosinistra ne ha tratto è stata quella di un partito diviso, litigioso, spesso bloccato da un correntismo esasperato. 
Matteo Renzi
Il tentativo di creare un soggetto nuovo dalle principali correnti riformiste del ‘900, si è arenato a mio parere, per l’incapacità di una parte del partito oggi maggioritaria, di guardare oltre i propri recinti identitari e di avventurarsi in un percorso nuovo che guardasse la realtà nel suo continuo mutamento e la affrontasse con coraggio e capacità di proposta. La novità costituita da Renzi è stata purtroppo vista come un inciampo rispetto alla vecchia politica fatta di continui compromessi al ribasso che hanno determinato nel tempo il declino dell’Italia. Il problema non è solo politico, ma anche sociale ed economico. Troppa ruggine, troppe incrostazioni, troppe piccole e grandi rendite da tutelare. Renzi, con la sua politica, aveva cercato di scrostare questa ruggine per fare ripartire il paese. La sconfitta al referendum del 4 dicembre 2016 ha segnato una battuta d’arresto di questo percorso. Una battuta d’arresto che non ha permesso all’Italia di fare quel salto di qualità che la ponesse al pari dei paesi europei più avanzati. Gli italiani hanno invece scelto l’inamovibilità, il rancore, perfino l’odio, elementi che miscelati assieme possono portare solo a ulteriore declino.
Quella presa ieri è sicuramente una decisione divisiva, in quanto molti rappresentanti di questo partito già vicini all’ex segretario, hanno dichiarato di voler rimanere nella casa democratica. Ma è anche una decisione che semplifica il panorama politico e lo arricchisce di nuovi contributi. Renzi finalmente non avrà il freno del suo stesso partito e sarà libero di dire e fare quello che avrà più voglia di dire e di fare. Il PD, per parte sua, non avrà più tra i suoi rappresentanti un personaggio che innegabilmente creava ombra al suo segretario ed era visto da molti più come un nemico che come un compagno di partito. Si spera che a beneficiare di questa scelta sia il largo elettorato del centrosinistra e che le due formazioni riescano ad attrarre a sé elettori della sinistra più tradizionale ed elettori del centro moderato, in una competizione che si spera leale e rispettosa.
Per quanto mi riguarda finisce qui il mio percorso all’interno del Partito Democratico per il quale mi sono speso, sempre disinteressatamente, con energia e passione politica. Oggi è un nuovo inizio.   

giovedì 23 maggio 2019

FURTI E LA REALTÀ PERCEPITA

Da quando qualcuno ha stabilito che la realtà percepita vale di più della realtà vera, si sono affermati e diffusi gruppi social che ti vengono a spiegare che se tu in pieno agosto hai la percezione che fuori faccia freddo, anche se ci sono 40 gradi, è giusto che chieda l’accensione della caldaia del tuo condominio.
Ilvo Diamanti, che questi fenomeni li ha studiati a fondo, affermava che l’incidenza dei furti sul complessivo numero delle case presenti in Italia era dello 0,23%. Eppure gli italiani avevano la percezione che quello zero virgola fosse invece il 23%.
Badate, non è cosa di poco conto sapere se i furti in appartamento riguardano lo 0,23% delle abitazioni o il 23%. La realtà determina le politiche e le politiche i soldi che devono essere spesi.
Soffermiamoci su Chiari.
Ci sono gruppi social, molto attivi quanto disinformati, che pretendono di stabilire che i furti a Chiari sono aumentati in modo esponenziale. Come fanno a stabilirlo? Attraverso la percezione. Cioè attraverso quelle piccole antenne che ognuno di noi ha e che ci fanno leggere la realtà in tutti i suoi risvolti.
Il problema è che ognuno di noi ha una sua idea della realtà, appunto la realtà percepita. E se io percepisco un pericolo, magari il mio vicino non lo percepisce. Io sento abbaiare i cani e penso che siano i ladri, mentre il mio vicino si gira dall’altra parte e impreca contro il mio cane e il suo padrone.
A chi devono dare retta gli Organi preposti alla Sicurezza e i politici che devono decidere cosa fare?  A me o al mio vicino?


La politica si basa sui dati, accertati e verificati. Non ci sono altre vie.
Se ci si basa sul “ si dice” sul “sentito” sulla “percezione”, si sprecano soltanto i soldi dei cittadini.
L’ossessione securitaria della Lega ha fatto spendere vagonate di soldi alla Città di Chiari senza riuscire a cavare un ragno dal buco. 
Il famoso Airpol costato la bella cifra di 360mila euro quanti ladri ha messo in galera? Ve lo dico io: zero ladri. Ha fatto le sue trasvolate sui cieli di Chiari, l’hanno portato in qualche fiera areonautica, ma quanto a lotta alla criminalità zero risultati. 
E che dire del Distaccamento della Polizia Locale presso la Stazione? Anche lì 50 mila euro spesi per il niente. Distaccamento chiuso, stazione degradata e buona notte al secchio
E le “Ronde Padane”? Qualche passeggiata in centro la domenica mattina, qualche aiutino alla Lega per montare il gazebo e poi a fare gli accompagnatori dei morti al cimitero. Soldi spesi-risultati zero.
Eppure i frequentatori dei social obiettano che non è vero quanto riferito dal Comune. Cioè che negli ultimi 5 anni i furti sono diminuiti del 42%. È vero semmai il contrario.
Solo che il Comune fa riferimento ai dati ufficiali della Prefettura, certi e verificati perché desunti dalle denunce presentate presso Carabinieri e Polizia mentre i nostri “indignati” si riferiscono alle loro percezioni che, come si può immaginare, sono del tutto aleatori. 

Insomma, come mettersi il cappotto il 15 di agosto solo perché la mia percezione mi dice che fa freddo. Fuori però ci sono 40 gradi e 40 gradi restano anche a dispetto della mia percezione. 

sabato 18 maggio 2019

CONFRONTO TRA CANDIDATI

Qualche anima bella che scrive in quell’incubatoio di intelligenze di “Sei di Chiari se…”, assurto negli ultimi tempi e senza vergogna a pagina di propaganda politica di una sola parte (indovinate quale?), afferma che Cugini si rifiuta di partecipare al dibattito fra i candidati sindaci per il fatto che Vizzardi gli ha tolto il saluto.


Lo stesso candidato sindaco leghista, che è uomo d’onore, pretende rispetto umano dall’attuale sindaco della città e dice che ha sempre dimostrato disponibilità a un confronto, ma a una sola condizione: che Vizzardi “manifestasse la sua disponibilità con una telefonata”, dimostrando così rispetto nei suoi confronti. 
Non si capisce bene perché avrebbe dovuto essere Vizzardi a fare la telefonata e non, per esempio, lo stesso Cugini.  Lo si capisce ancora di meno considerando il fatto che il confronto fra i due candidati voleva essere organizzato da svariate testate giornalistiche  indipendenti, a cui bastava dare la propria disponibilità. 

VIZZARDI L’HA FATTO, CUGINI NO.

Quanto al saluto tolto da Vizzardi, forse vale la pena leggere il post che ho scritto  nel dicembre 2015, (leggi qui)  pubblicato anche sul mio account Facebook lo stesso giorno 
Forse si capirà il motivo di tale decisione.

lunedì 6 maggio 2019

LE COMARI PIANGENTI DEL SAMPIETRINO

Coloro che negli anni passati hanno applaudito al demenziale piano di 50 e più rotonde realizzato a Chiari dall’Amministrazione Mazzatorta, rotonde tutte in "prezioso materiale lapideo” e costato valanghe di soldi, oggi, vestiti a lutto, piangono per il perduto sampietrino di viale Bonatelli e passaggi pedonali. 
"Si poteva fare manutenzione!", piagnucolano come meste comari a un funerale i corifei di quella stagione di sprechi.  
Ma dove hanno vissuto queste persone in tutti questi anni?

Il pavé di viale Bonatelli è stato rifatto dallo stesso Mazzatorta perché ormai aveva più buche di un gruviera. Il tempo di lasciare asciugare le malte cementizie e le buche si sono riformate. Io che per uscire da Chiari dovevo passare per forza da lì,  ho stramaledetto per anni il "rivoluzionario" Mazzatorta e la sua Giunta. 

Chiari - Il rifacimento di viale Bonatelli ai tempi di Mazzatorta

Vogliamo parlare della rotonda di via Cavalli? Anche quella è stata rifatta dalla Giunta Mazzatorta, ma i "conci" sono già disgregati e presto, c'è da giurarlo, bisognerà metterci mano.

Chiari - Lavori di rifacimento della rotonda Cavalli/Bonatelli

E dimentichiamo che per evitare una sollevazione popolare, sempre la Giunta Mazzatorta e non l’odiata Giunta Vizzardi, ha sostituito il sampietrino rimettendo il più pratico asfalto alle rotonde:

- in fondo a via Zeveto, 
- in cima a viale Mellini, 
- in via Mazzini/Piazza Rocca, 
- in via Marconi?

Chiari - Rifacimento Rotonda Battisti/Matteotti/Marconi

Non potevano fare manutenzione anche allora? 
No, non la potevano fare, perché significava spendere ancora vagonate di soldi e Mazzatorta e la sua Giunta avevano dato fondo a tutto il patrimonio comunale e ormai in cassa non c’era più il becco di un quattrino, nemmeno per comprare un fazzoletto da utilizzare per asciugarsi le lacrime al funerale del perduto sampietrino.

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giovedì 25 aprile 2019

25 APRILE FESTA DI TUTTI GLI ITALIANI

Ho chiesto al nostro Sindaco, Avv. Massimo Vizzardi, il testo del discorso che oggi ha pronunciato in occasione della Festa della Liberazione. È con onore che lo pubblico sul mio blog perché è un discorso alto, bello, che fa riflettere: 

"FESTA DELLA LIBERAZIONE!
Un giorno importante, una bellissima festa nazionale: buona Festa della Liberazione a tutti!
La festa del 25 aprile ci stimola a riflettere come il nostro Paese seppe risorgere dopo la tragedia della seconda guerra mondiale … il risorgimento in un paese materialmente distrutto e gettato nello scompiglio dal regime fascista e da quello monarchico” 
… ci ha ricordato ieri il nostro Presidente delle Repubblica. Un uomo saggio, posato, preparato, gentile, serio e proprio per questo un uomo delle Istituzioni, forte ed autorevole; una diga indispensabile al disfattismo, al qualunquismo che sembra regnare in una grande fetta della nostra Italia, in quella parte di paese che troppe volte sembra abbandonarsi all’indifferenza e rimanere accecata dalla paura. 
Il Presidente della Repubblica ha aggiunto: “conoscere la tragedia il cui ricordo è ancora vivo ci aiuta a comprendere le tante sofferenze che si consumano alle porte dell’Europa che coinvolgono popoli a noi vicini”. 
Quasi una risposta ai tanti di noi che ricordano i campi di concentramento tedeschi ma che fingono di non sapere e di non conoscere che a pochi chilometri dalla costa italiana vi sono strutture in cui i diritti umani non vengono rispettati e tanto meno fatti rispettare. Un fatto noto a tutti noi ma che preferiamo non vedere e non sapere perché finché i disperati rimangono in Africa, imprigionati e torturati e maltrattati, non siamo costretti a vederli qui in Italia, sulle televisioni, magari su una spiaggia o in mezzo al mare.

Chiari - Festa della Liberazione 2019
Quella di oggi è una festa nazionale ed appare quantomeno antistorico ma anche infantile se non pericoloso il comportamento di chi si vanta di non volerla festeggiare e, d’altra parte, in questa Italia ormai da troppo tempo regna perennemente uno spirito di vuota propaganda: è una festa di tutti gli italiani, nessuno escluso.
E’una festa di tutti per ricordare il coraggio, l’audacia dei tanti “ribelli” che negli anni della Resistenza sacrificarono la loro vita per valori alti, l’Amore, la Libertà, la Patria.
Al di là del proprio credo politico e della propria fede religiosa vi sono valori assoluti che non possono essere “di parte”, tra questi quelli propri della Resistenza, valori che non sono né di destra,   né di sinistra né di centro ma di tutti noi!
Allora oggi diventa un motivo per ricordare chi ha vissuto di passione, anche a costo della morte, senza lasciarsi scivolare addosso i fatti del mondo, senza girare la faccia dall’altra parte per non vedere.
Ci è stata donata la libertà da chi ha lottato in quegli anni, un valore che troppi di noi danno per scontato e di cui troppe volte abusiamo, già solo quando ci sentiamo liberi di dire e fare quanto più desideriamo, senza porci limiti, senza riflettere sulle conseguenze del nostro verbo e delle nostre azioni nei confronti di chi vicino a noi.
Quante volte alcuni si nascondono dietro il poter dire “liberamente” il proprio pensiero per giustificare il fatto di vomitare addosso alla persona di turno le proprie opinioni, quasi sempre trattasi di insulti e giudizi offensivi, anche per dileggio.
Chiari - Il Sindaco Massimo Vizzardi
Da questa lotta nacque la nostra Costituzione che tanti, anche tra i potenti, dicono di volerla difendere ma che, poi, in definitiva pochi attuano nella sua interezza.
Fino al 25 aprile 1945 l'Italia non era una Repubblica, non era democratica e il popolo non aveva nessun diritto di scegliere i suoi rappresentanti, non aveva liberi partiti ed una stampa libera. 
Prima del 25 aprile furono operanti le leggi razziali, per ben sette anni, ricordiamocene quando parliamo di un fascismo buono. 
Prima di quel 25 aprile il fascismo perseguitò per vent'anni  tutti i suoi avversari, imprigionandoli e confinandoli, spesso ammazzandoli.
Ricordiamoci tutto questo, forse non sottovaluteremo gli ignoranti di turno che ieri a Milano rendevano onore a Benito Mussolini, forse staremo più attenti nell’avvallare già solo con il nostro silenzio le parole di quegli esponenti e gruppi politici che dividono ancora oggi gli uomini in base alla loro razza o nazionalità, arrivando a non riconoscere per taluni esseri umani i minimi diritti fondamentali dell’uomo. 
Quel 25 aprile 1945 ci regalò un bene inestimabile, la pace, alla fine di un conflitto che nell'ultima parte era stato anche guerra civile: la pace e la democrazia  sono un bene di tutti, hanno permesso per decenni di vivere da pari, in libertà.
Anche questa Europa, seppur malconcia, seppur da migliorare è figlia di quegli anni; sono stati garantiti anche grazie a questa Unione Europea a tutto il continente anni di benessere e pace: appaiono così antistoriche, pericolose ed aberranti le azioni di coloro che vogliono smantellare poco a poco l’Unione Europea.
Il patrimonio di democrazia che l’Unione ha portato con sé va tutelato con amore e passione, ricordando che non è scontato, non è ovvio. Per noi e per i nostri figli, per i nostri nipoti. Un Europa che va difesa da coloro che la vogliono debole.
Chiari - 25 Aprile Festa di Popolo
Di tutto questo dobbiamo essere consapevoli, dobbiamo darci una mossa!
In questo senso, ecco l’importanza di avere finalmente delle grandi bandiere della nostra Italia e della nostra Europa che sventolano nella nostra Piazza Martiri della Libertà, dinnanzi al Monumento dei Caduti: un grazie di cuore agli Alpini, per la loro generosità, per essere ancora oggi portatori di valori e simboli ed azioni importanti per la nostra comunità.
Un grazie all’ANPI per il suo grande lavoro, anche nelle scuole, per ricordarci l’importanza di esserci oggi: siamo qui a dire che non possiamo fare finta di niente rispetto a ciò che accade nel mondo, che non possiamo stare fermi dinnanzi ad un’ondata di odio e di indifferenza che a volte tocca anche le nostre comunità.
La storia ci dice che l’indifferenza è portatrice di cattivi eventi, di tragedie per l’umanità.
W la Libertà, W gli uomini e le donne che si indignano dinnanzi alle ingiustizie ed all’offesa della vita e persona altrui, W gli uomini e le donne che combattono perché ogni persona sia libera, nel suo dire e nel suo agire ma soprattutto nel suo vivere.

Buona Festa della Liberazione!!!"

lunedì 15 aprile 2019

UN FALLIMENTO DI SUCCESSO

Diceva un grande statista che “il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza darlo a vedere”. 
In questo i leghisti sono dei campioni. Collezionano fallimenti mantenendo sempre quell’aria di chi arriva e risolve problemi. 
Salvini è il fallito di successo più bravo che io conosca.
Ma non è il solo. Mazzatorta era un campioncino. Aveva la capacità di gridare al miracolo anche di fronte alla più cocente delle sconfitte. Non solo, circondava di un’aura di eccezionalità anche la cosa più ordinaria. Per esempio, il cambio di un tombino non era per lui cosa di ordinaria amministrazione. No, ne faceva un fatto epocale. Ne parlava per settimane sui giornali compiacenti, creando così un clima di aspettativa incredibile. Poi il giorno in cui effettivamente veniva inaugurato il tombino, chiamava la stampa al completo, i dirigenti provinciali, regionali e nazionali del suo partito, la banda cittadina, il prete per la benedizione e tutto il circo mediatico per fare di quel fatto un avvenimento. 
Gli è andata bene per molto tempo, poi, dopo aver collezionato molteplici disastri , il giochino gli si è rivoltato contro.
Guardate l’esempio dell’Airpol. 
Sull’argomento ho scritto decine di articoli, facendo la cronaca, si può dire giorno per giorno, delle mirabolanti imprese dell’aereo poliziotto (leggi qui). 

Chiari - Cerimonia di inaugurazione dell'Airpol
Sempre per input del nostro indimenticato sindaco, i giornali hanno redatto tonnellate di articoli, i soliti megafoni anno incensato la scelta strategica che avrebbe dato una svolta decisiva al contrasto della criminalità nella nostra zona, sono andati perfino in Germania a promuovere l’aereo in divisa, il celebre FK 9 Ela importato dalla Aviema.
Il giorno della sua inaugurazione in piazza Zanardelli, non solo era stato portato il prestigioso velivolo, ma era presente tutto lo stato maggiore regionale della Lega, alcuni rappresentanti nazionali, il Prefetto di Brescia e una folla di leghisti adoranti.
Bene, tagliato il nastro, l’aereo in divisa prese il volo e mise a segno due operazioni definite eccezionali dalla solita propaganda mazzatortiana: una misera piantagione di marijuana e un piccolo deposito abusivo di materiali inerti. Dopo di allora il niente. Ogni tanto veniva tirato fuori dall’hangar per una trasvolata sui cieli di Chiari, ma di attività rilevanti tali da giustificare la spesa di 360mila euro, nessuna.


Passato poco tempo e finiti i soldi per carburante e manutenzione, l’aereo rimase desolatamente al coperto sognando cieli immensi e imprese leggendarie.
Eppure i leghisti di Chiari, gli epigoni di Mazzatorta, giurano che quello non è stato un flop. Rivendicano la giustezza della scelta e accusano l’attuale Amministrazione di non fare niente per valorizzare questo mezzo. Di più. Permalosi come sono, si arrabbiano se andate a dirgli che l’airpol è stata una emerita cavolata e che si sono buttati al vento 360mila euro di soldi statali. 
Tutta l’operazione è servita solo per fare del teatro, buono per chi crede ancora nella buona fede della Lega, il partito più inaffidabile e squalificato d’Europa.

D’altra parte, il candidato sindaco Alessandro Cugini, ha ancora il coraggio di fare un video per affermare che nelle scelte della Lega la priorità spetta alla Caserma dei Carabinieri. Pensate che di questa fantomatica caserma ne stanno parlando dal 2006. Chiacchiere molte fatti zero. 
Potrebbe essere il motto di Cugini.

domenica 14 aprile 2019

GLI ALTARINI DI CUGINI

Pensavo fosse un’allucinazione, invece è tutto vero. 
Alessandro Cugini, a corto ormai di qualsiasi argomento credibile, pensa che la cosa migliore da fare per vincere alle prossime elezioni comunali, sia quella di alzare altarini all’interno del suo comitato elettorale. Non sapendo più a che santo votarsi, ora si rivolge direttamente al Padre Eterno.
Ed ecco spuntare un crocefisso, un vaso di fiori con un angelo svolazzante, una lanterna dalla vaga forma orientale, un uovo di pasqua, una bandiera crociata.
Si tratta di una cosa oscena, ripugnante e blasfema.

L'altarino presso il Comitato Elettorale di Alessandro Cugini
Com’è mai possibile abbinare una competizione civile, qual è l’elezione per la scelta del sindaco della città, con i simboli religiosi della festa più importante per la cristianità? Solo persone prive di sensibilità e rispetto possono mettere in atto un’idea del genere.
Cosa pensa Cugini che ostentando un crocefisso possa ricevere valanghe di voti dall’elettorato cattolico? Ha un concetto così basso dell’elettorato cattolico?
D’altra parte Cugini cerca in tutti i modi di imitare il suo capitano. E se Salvini si presenta ai comizi con il rosario in mano e dice di giurare non sulla Costituzione Italiana ma sul Vangelo, Cugini ritiene normale erigere blasfemi altarini nella sua sede. 
Cose del genere non si sono viste neppure ai tempi della più feroce contrapposizione tra democristiani e comunisti ai tempi della guerra fredda. La DC, pur essendo il partito dei cattolici italiani, ha sempre cercato di distinguere ciò che è religioso da ciò che è laico, lo Stato dalla Chiesa. 
Qui siamo ritornati al Medioevo, alle guerre di religione, alla battaglia di Lepanto, alle crociate. 
Il fatto è che la Lega ha come fondamento ideologico un coacervo di  assurdità. 
La mitologia padana mette assieme le cose più diverse attraverso un uso approssimativo e impreciso della storia. Se prima i miti erano i Celti, i Longobardi, i Comuni, Alberto da Giussano, il Carroccio, tanto per giustificare uno stato padano e quindi la secessione dall’Italia, ora il mito è la religione vetero cristiana messa in contrapposizione con il mondo islamico. Non è più il nord contrapposto al resto d’Italia e a Roma ladrona, ma l’Italia intera contrapposta al mondo musulmano che a loro dire cerca di invaderci.
In tale contesto l’altarino di Cugini ha una sua logica, logica appunto oscena, ripugnante e blasfema, logica che cerca però di nascondere il vuoto programmatico della sua coalizione.
A quaranta giorni dalle elezioni, i cittadini di Chiari non sanno ancora cosa propone per la città il candidato leghista Alessandro Cugini. Fino ad ora fuori dal cilindro ha tirato solo proposte farlocche. Pensate che ha ancora proposto di realizzare la nuova Caserma dei Carabinieri. Ma non l’aveva proposto Mazzatorta per dieci anni di fila?

Progetto della Caserma dei Carabinieri mai realizzata ai tempi della Giunta Mazzatorta
Per Pasqua romperemo l’uovo di Cugini e statene certi che dentro vi troveremo una bella sorpresa. Che sorpresa? Un programma fatto di niente che non realizzerà un omino di niente.

mercoledì 10 aprile 2019

LA SCUOLA DEL NOSTRO SCONTENTO

Non c’è niente da fare, il Nuovo Polo Scolastico non riesce proprio a farsi piacere dal popolo leghista, sempre pronto a pubblicare articoli, post e commenti ostili alla sua  realizzazione. 
L’avessero fatto loro avrebbero chiamato poeti a decantarne le lodi, megafoni mediatici a scrivere paginate di giornale, giullari a inscenare feste e carnevalate per settimane. Siccome però l’hanno fatto i loro avversari, non va assolutamente bene.


Prima hanno fatto la polemica sul cantiere non aperto, 
poi una volta aperto che fosse troppo a ridosso del centro, 
poi che fosse aperto durante l’anno scolastico, 
poi che la scuola fosse troppo grande, 
poi che fosse troppo piccola, 
poi che non si fossero spazi interni sufficienti, 
poi che non ci fossero spazi esterni adeguati, 
poi che le aule fossero anguste, 
poi che la agorà fosse una prigione, 
poi che la palestra non va bene, “vuoi mettere il pala Lancini”, 
poi che non è possibile avere l’uscita della scuola su una strada, 
poi che i bambini stanno troppe ore al chiuso, 
poi che bisogna recintare piazza Lancini, 
poi che era meglio restare al Santellone, 
poi che vecchio, non antisismico, non antincendio ha il suo fascino, 
poi che era così bello il Varisco, 
poi che si poteva fare la Caserma dei Carabinieri, 
poi che dove c’è il Turla meglio farci un parcheggio, 
poi che avete fatto maneggi per avere i soldi per le scuole, 
poi che i soldi non arrivano dalla Buona Scuola di Renzi, ma dalla Regione, 
poi che ci avete rotto con questa scuola di cui parlate sempre bene, 
poi che definirla di livello europeo è una scempiaggine, 
poi che fotografarla a tutte le ore del giorno non serve a renderla migliore, 
ecc. ecc. ecc.


Potrei continuare fino a domani mattina a elencare le lamentele dell’attuale opposizione e della parte di popolazione che l’asseconda. 
Il candidato sindaco leghista Alessandro Cugini (scritto correttamente?), non sapendo da che parte girarsi, corre dietro a tutte le proteste e i mal di pancia che circolano sul web, pensando così di essere credibile e dalla parte del popolo.
Ma una cosa è indubbia: la scuola è una bella realtà, esiste, esisterà per i prossimi 50 anni e generazioni di cittadini clarensi troveranno in essa il luogo della loro prima formazione.
Le vostre Amministrazioni saranno ricordate per il fallimento del Polo della Cultura, per le rotonde scassate e tutti i disastri rimediati in 10 anni di governo della città. 
L’attuale Amministrazione sarà ricordata per il fatto che ha costruito le scuole di Chiari: il Nuovo Polo Scolastico delle primarie e il Nuovo Istituto Toscanini. In tempi ragionevoli e senza pesare sulle finanze comunali.
Questa è la verità, questa è la realtà. 
Fatevene una ragione!

sabato 6 aprile 2019

CUGINI IL FUTURISTA

Dopo le interminabili chiacchiere fatte da Mazzatorta e soci, la precedente Amministrazione non è riuscita a portare a casa neppure lo straccio di una pur misera scuola. 
E non è che non le avessero tentate tutte. 
Nel 2007 doveva partire il Polo Scolastico a nord di Chiari. Il sindaco aveva messo sul piatto tutte le aree esistenti delle scuole clarensi dove sarebbero sorti casermoni a 8 piani. La rivolta dei genitori e i dissidi all’interno della stessa maggioranza fecero desistere da questo piano dissennato.
Nella seconda tornata amministrativa fu la volta della scuola “loculo” che avrebbe dovuto essere costruita in via Roccafranca con i soldi rivenienti dalla Fondazione Istituto Morcelliano. In realtà si trattava di costruire dieci misere aule, senza palestra, mensa e spazi comuni. Anche questo piccolo sogno svanì fra mille polemiche.
Oggi, anzi a dicembre, dopo appena 1 anno e 10 mesi da inizio lavori, il Nuovo Polo Scolastico è realtà ed è stato consegnato alla scuola perfettamente funzionante. Per i tempi biblici dei lavori pubblici italiani, un vero miracolo. Con l’aggiunta che non è stato perso un solo giorno di scuola. Certo i bambini e le loro famiglie, i dirigenti e gli insegnanti hanno dato una grossa mano, cercando di non esasperare una condizione che definire difficile è un eufemismo. Lavorare in un grosso cantiere mentre i bambini vanno vanno a scuola non è cosa semplice. Eppure tutto è andato per il meglio e oggi possiamo dire di avere una scuola di livello europeo, per struttura, innovazione tecnologica, spazi didattici.
Se è andato tutto bene per gli studenti e le loro famiglie,  la stessa cosa non si può dire per l’opposizione politica. 


Da quando prese avvio questo progetto, è nato ed è cresciuto un pregiudizio che non ha riscontro nella realtà dei fatti. Prima si fece polemica sul fatto che venissero utilizzati per la scuola e non per la Caserma dei Carabinieri i soldi rivenienti da oneri di urbanizzazione Gnutti. Poi si alimentò una discussione pretestuosa per la chiusura della vetusta Scuola Varisco, adducendo il fatto che non si poteva interrompere un percorso didattico di eccellenza fatto in quella scuola, ma dimenticando che per anni le stesse persone avevano sempre ostacolato quella esperienza. 
Il problema è che l’attuale opposizione politica e il candidato leghista Alessandro Cugini, mal sopportano che dopo anni di inutili chiacchiere finalmente a Chiari si sia deciso di intervenire sulle scuole che al tempo di Mazzatorta cadevano a pezzi. 
La cosa più incredibile è che questi signori continuano a fare polemiche astruse e senza senza senso per un intervento statale che ha consentito di portare a Chiari finanziamenti a fondo perduto per 12,6 milioni di euro (cosa mai vista nella nostra città), senza contare le altre centinaia di migliaia di euro della provincia per l’Istituto Einaudi. 
Se Chiari avrà finalmente delle scuole nuove di livello europeo, lo si deve innanzitutto alla Buona Scuola di Renzi e allo stanziamento di oltre 10 miliardi per la costruzione di nuove scuole e l’ammodernamento delle vecchie. Lo si deve all’attuale Amministrazione Comunale che ha colto l’occasione offerta e si è presentata all’appuntamento con progetti innovativi e credibili, lo si deve alle tante famiglie e agli insegnanti che hanno collaborato con l’Amministrazione perché questo piano si realizzasse.
L’opposizione e il suo campione Cugini, non avendo proposte da offrire alla Città, continuano a fare polemiche. 

Quest’ultimo, dimostrando di essere un giovane già vecchio, invece di guardare al futuro, propone di riaprire la scuola Varisco che è un immobile di 90 anni, inadeguato sotto tutti i punti di vista per ospitare una scuola che voglia definirsi moderna. 
È un continuo ritorno al passato che farà solo male a Chiari e ai suoi abitanti.