Oggi ritorna d’attualità la cava di via Roccafranca che dovrebbe essere acquisita dal Comune a seguito di una Convenzione da stipulare con l’azienda Sandrini Metalli. La cava passerà dalla Fin Beton alla Sandrini e da questa al Comune in sostituzione di standard urbanistici.
Le domande che si pongono di fronte a questa sciagurata decisione sono molte e tutte impellenti:
- Quanti camion ci vorranno per riempire quella buca? A occhio, non meno di 25mila camion. Per riempire quella buca occorreranno anni.
- Ora, ammesso e non concesso che questo sia possibile senza creare dissesti al nostro già dissestato territorio, chi controllerà il contenuto dei camion? Ci affideremo al buon cuore dell’operatore ”che sta scavando notevoli quantità di roccia e ha necessità di conferimento”? Andrà l’Assessore a controllare giornalmente cosa viene conferito? I precedenti li conosciamo. Erano quelli che dicevano: ”è tutto regolare” oppure “difendiamo la terra dei nostri Padri”, salvo poi creare dissesti al territorio mai visti prima.
- La Convenzione che il Comune va a firmare con Sandrini Metalli prevede una clausola di salvaguardia per eventuali inquinanti occulti che si dovessero riscontrare una volta acquisita la cava? In passato su questo problema sono nate forti polemiche, tacitate da Arpa che certificava che la cava fosse priva di inquinanti. Eppure ancora oggi in ambito istituzionale qualcuno chiede “di eseguire un’attività di analisi circa il rispetto dei limiti di inquinamento per le acque sotterranee ed il suolo per tutta l’estensione della cava”. Fossi nei panni del Sindaco mi preoccuperei e molto di questo aspetto della vicenda.
- Si rendono conto i nostri Amministratori del rischio che corre il nostro territorio? Rischiamo di diventare la discarica di tutta la provincia e non solo. Quello del conferimento dei rifiuti, organici e non, è un settore che attira da tutte le parti appetiti anche di natura criminale. Qualcuno forse si ricorderà delle polemiche sugli scarti di fonderia che si diceva fossero stati usati per creare le massicciate dei sovrappassi di Chiari. Che il nostro territorio risulti infiltrato dalla mafia abbiamo avuto modo di sperimentarlo in occasione dei lavori di sbancamento al Polo Logistico, quando alcune macchine di movimento terra furono bruciate con chiaro segno intimidatorio. E noi pensiamo di non attirare interessi criminali in una operazione di tale rilevanza?
Intimidazioni mafiose (foto di repertorio) |
Non so se ricordate, ma durante l’Amministrazione Mazzatorta era stato ideato un grandioso progetto che fortunatamente la crisi edilizia si portò via come foglie al vento. Dentro la cava si voleva realizzare un centro commerciale di 45mila mq, due piani di parcheggi, una multisala cinematografica, una palestra, un ristorante, una pizzeria e tanto altro. In superficie sarebbero stati costruiti un villaggio per ospitare almeno 500 persone, la stazione dei Carabinieri e un anfiteatro. Una grandiosa speculazione che fece la fine di molti grandiosi progetti di quel grande.
Oggi, i suoi discepoli, per evitare di fare la stessa fine, vogliono riempire la buca di inerti e portare a casa quei milioni di cui hanno bisogno. Un progetto più semplice e forse più remunerativo. Peccato che a rimetterci sarà ancora una volta Chiari che avrebbe potuto avere una riserva di biodiversità per il benessere dei suoi cittadini e del suo territorio e invece si troverà una buca piena di rifiuti e la foglia di fico di un parco fotovoltaico.
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