Nonostante un tempo incerto, maggio potrebbe essere un mese rovente. Ormai siamo all’ultimo miglio e i partiti e le liste coinvolti in questa campagna elettorale stanno serrando le fila, dichiarando i propri intenti programmatici e affilando le armi della polemica.
I candidati hanno fatto capire, bene o male, cosa hanno intenzione di fare nel caso vengano eletti a sindaco della nostra Città. Non tutti a dir la verità. Il più accreditato tace.
Gabriele Zotti |
Siamo certi che rivelerà le proprie carte l’ultimo giorno utile. Nel frattempo ha messo a segno un colpo che potrebbe essere determinante ai fini della vittoria finale. L’accordo con la Lega, giocato su tavoli lontani da Chiari, è un fatto di indubbia efficacia. Lo slogan “il voto che unisce” alla fine si è rivelato vincente e la partita giocata tra i maggiorenti dei vari partiti, ha assegnato a Zotti il compito di guidare la coalizione di destra.
Il fatto, certamente espone Zotti e Campodonico a critiche che diventeranno sempre più incalzanti. Come possono giustificare il fatto che a decidere dei destini della nostra città non siano i clarensi, ma persone lontane che forse Chiari manco sanno dove sia? Dov’è l’autonomia più e più volte dichiarata, specialmente da parte della Lega, sempre pronta a parlare della terra dei nostri padri, dell’orgoglio di essere legati al proprio territorio, se poi all’atto di decidere la cosa più importante per una città, si fa scegliere ad altri il candidato sindaco?
Roberto Campodonico |
Da parte sua Zotti continua in un atteggiamento elusivo. I punti programmatici rimangono nel cassetto e quello che fa uscire contrasta completamente con quanto operato dalla Giunta Mazzatorta di cui egli era parte importante: vedi rapporto con la comunità albanese e consumo di suolo. Egli è comunque certo che il voto per le Europee, con una Giorgia Meloni impegnata in prima persona, gli garantirà un importante effetto trascinamento.
Nel campo opposto, l’aggregazione realizzatasi a destra sembra non aver modificato la strategia. Ognuno va per la propria strada nella convinzione che nessuno riuscirà a vincere al primo turno. Vedremo. Per ora, si va avanti con una polemica a bassa intensità, giocata principalmente dalle seconde linee. Potrebbe essere una strategia per evitare di bruciare i ponti in vista di un possibile ballottaggio. Oppure potrebbe esserci il timore che un eccesso di polemica avvantaggi in definitiva l’avversario invece di danneggiarlo. La politica è un gioco sottile che va calibrato nei tempi e nei modi.
Domenico Codoni e Marco Salogni |
Sia come sia, assisteremo a una competizione elettorale giocata fino all’ultimo voto. Cinque anni fa i clarensi hanno dimostrato di saper scegliere. Si spera che anche questa volta riescano a fare la cosa giusta.
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